L’Arringatore – Bronzo e rame – Da Pila, Perugia – Intorno al 100 a.C. –  Museo Archeologico di Firenze – Foto: Angelo Zito

La scultura dell’Arringatore rappresenta una delle più interessanti testimonianze del processo di “romanizzazione artistica” dell’Etruria in età tardo-repubblicana. Scoperta nel 1566 nei dintorni di Perugia e confluita nelle collezioni di Cosimo I dè Medici, l’opera, ottenuta mediante la tecnica della cera persa, raffigura un eminente personaggio etrusco con il braccio destro alzato, intento a chiedere la parola prima di rivolgere un’arringa in un contesto pubblico – si tratta del tipico gesto del silentium manu facere – La sua appartenenza al ceto senatorio romano è comprovata da una serie di attributi, come la toga corta (exigua), i calzari a due nodi (calcei) e l’anello magistratuale. Lungo il bordo inferiore del suddetto indumento è incisa un’epigrafe dalla quale se ne ricava il nome:” Ad Aule Meteli, figlio di Vel e di una Vesi, questo oggetto sacro al dio Tece Sans è offerto dalla comunità di Chisuli”. (testo a cura di Naòs-Nel cuore dell’arte e del sapere)

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