L’Acropoli di Atene di notte – Foto: Giorgio Manusakis

Introduzione alla mitologia greca e ai suoi luoghi.

Molto tempo prima di acquisire il tesserino di giornalista/pubblicista e ideare la rivista culturale su cui state leggendo queste righe, l’opportunità di scrivere e pubblicare i miei scritti mi fu data da Rodolfo Furneri sul suo sito www.miti3000.it che, a dire di autorevoli riviste e quotidiani, è il miglior sito di mitologia in Italia e uno dei migliori al mondo. Nel rinnovare la mia gratitudine a Rodolfo, con cui mi lega da allora una bella amicizia, vi spiego il motivo per cui lo cito in questo articolo che vuole essere una premessa ad altri, che seguiranno, in cui racconteremo di alcuni dei luoghi mitologici più o meno famosi e dei favolosi personaggi che li popolavano. Nella presentazione di miti3000.it, Rodolfo Furneri scrive che è la passione il motivo per cui ha creato il sito. Una passione che lo porta ad “affrontare un lungo ad affascinante viaggio nel tempo, e vado fantasticando di draghi, chimere, ciclopi, mostri, giganti e di tutto quello che questo fantastico mondo ci racconta” e che gli consente di ‘vedere’ i miti ancor più quando, di tanto in tanto, visita i luoghi che li hanno visti nascere. Sono queste le considerazioni da cui voglio partire, perché vedere satiri e ninfe è un privilegio a cui tutti possono accedere se muniti di quella sensibilità e di quel pathos che necessitano per approcciarsi a queste tematiche, che scorrono intense nel sito web creato da Rodolfo. Può sembrare una leggenda dire che girando tra le antiche rovine greche si possono incontrare esseri mitologici, ma ne siete davvero così sicuri?

Gian Lorenzo Bernini – Apollo e Dafne (1622-25) – Roma, Galleria Borghese – Foto: Giorgio Manusakis

Scrive Matteo Nucci nel suo bellissimo saggio Le lacrime degli eroi: “A Micene si deve arrivare al crepuscolo. Non lasciatevi convincere dai viaggi organizzati, o da pullman in cui si grida la bellezza della maschera di Agamennone, scintillante d’oro in fotografie tratte dal Museo Archeologico di Atene dove è perennemente in mostra. Luoghi sacri come Micene non vanno presi d’assalto ma attesi. A me capitò per caso. Presi un’automobile, attraversai il Peloponneso, svoltai a Nemea e mi salvò lì, sul ciglio della strada, un vecchio rivenditore di vino. Volle che assaggiassi. Chiacchierava, mi parlava delle vigne e del suo rosso. Era buono, lo comprai. Comprai anche del miele, dolceamaro come l’amore secondo Saffo. E si fece tardi. Non conoscevo l’ora di chiusura del sito. Arrivai che si sentivano solo brusii di insetti. Il cielo si era fatto livido. La valle verdissima di inizio maggio si apriva tra le rocce della montagna, cupa e violenta come il taglio diabolico di un dio impaziente. Non c’era nessuno intorno. Un silenzio spettrale. Una pace assoluta e la tragedia incombente. Credetemi, si sentiva la tragedia, la potevi toccare, faceva quasi paura. Una curva ancora e Micene apparve. Un cane latrò all’improvviso nel nulla. Non una macchina, non un pullman sul piazzale terroso. Le rovine della città antichissima deserte. Non si poteva entrare, certo. Ma si vedeva bene la porta dei leoni, la famosissima porta. Si sentiva la presenza di millenni di tragedia. E lì ebbi l’impressione di essere con Agamennone, il giorno in cui fece ritorno a Micene con l’animo in subbuglio, pronto all’amore e alla felicità, mentre tutto invece preparava al dolore.

Ma Nucci non è l’unico a ‘sentire’ il mito. Anni fa su miti3000 pubblicai un’intervista a Giuditta Dembech, probabilmente la più grande esperta di esoterismo in Italia, scrittrice di successo, capostipite in Italia del genere definito new age fin dagli anni ‘70, spesso invitata in trasmissioni quali Porta a PortaMaurizio Costanzo Show e Voyager in qualità di esperta della materia; in quella circostanza parlando di Micene disse: quando sei lì lo senti, lo percepisci, perché la terra ti racconta ancora le cose; la terra rimane impregnata di vibrazioni della storia, delle cose che lì accadono.” Potrei citare molti altri scrittori e artisti che hanno provato le stesse sensazioni viaggiando in Grecia e, dunque, la domanda è: perché persone talvolta intellettualmente molto diverse tra loro ‘vedono’ il mito quando si trovano nei suoi luoghi?

Micene, la porta dei leoni – Foto: Giorgio Manusakis

Gli occhi di coloro che osservano i luoghi impregnati delle storie dei miti greci dovrebbero essere ben diversi da quelli che guardano un qualsiasi altro luogo del mondo. “I miti devono essere considerati con molta attenzione, perché non sono racconti, favole, pure invenzioni di fantasia. Nei miti c’è scienza, c’è sapere” scrive Umberto Galimberti nel suo libro I miti del nostro tempo. Quando si studia e si comprende il mito, allora si inizia a guardarlo non più solo con gli occhi, ma con molta più profondità, e si inizia a ‘sentire’ e a comprenderne la vera essenza.

Chiunque vada a visitare una città o un sito qualsiasi, solitamente si affida a delle guide turistiche che ne narrano la storia; questo è molto importante al fine di comprendere meglio e più a fondo ciò che si sta ammirando, ancor più se si tratta di un sito di particolare rilievo storico. Ma questa regola fondamentale cade, almeno in buona parte, quando si va in Grecia. Basti considerare due delle città storiche più importanti del mondo: Roma e Atene. Roma è una città incantevole, ogni piccola pietra sembra trasudare la storia della sua epoca, con un passo si possono attraversare millenni, dal Colosseo, simbolo romano per eccellenza, a piazza Venezia; visitare Roma senza conoscerne, almeno per grosse linee, la storia, sarebbe un errore imperdonabile.

Roma, Fontana di Trevi – Foto: Giorgio Manusakis

Ma la stessa cosa non si può dire di Atene. Certo, come sempre conoscerne la storia è importante, ma in Grecia il mito nasce prima della storia e spesso si confonde con essa. Sapere che il Partenone è stato eretto nel V secolo a.C. per volere di Pericle e non conoscere le origini mitologiche della città e del suo nome, né il legame indissolubile che la unisce alla più saggia delle dee; ignorare chi fosse Aglauro, il cui santuario è alle pendici dell’Acropoli; non sapere qual è il significato religioso del tempio più famoso del sito consacrato alla dea vergine per eccellenza (eppure madre di Erittonio, raffigurato anche nello scudo dell’Atena di Fidia); non sapere perché l’azzurro mare che si ammira dall’Acropoli si chiama Egeo e cosa lo lega a Teseo, l’eroe più famoso della città; prescindere dal mito, insomma, sarebbe un errore altrettanto imperdonabile e questo discorso va ampliato a tutta l’Ellade.

Acropoli di Atene, l’Eretteo e le sue Cariatidi – Foto: Giorgio Manusakis

Il mito è in ogni sua architettura e in ogni sua pietra, perché in Grecia nasce prima della storia ed è questo che ogni visitatore dovrebbe tenere ben presente, perché solo essendo coscienti di ciò, e quindi visitando questi luoghi conoscendone il significato dei miti, si potrà apprezzare e capire l’essenza più profonda dell’Ellade. Andare a Naxos senza conoscere il mito che la lega a doppio filo con Creta e Atene, o andare a Delfi ignorando i numerosi miti legati al famoso oracolo, girare tra le rovine di Corinto o di Micene senza sapere chi fossero Medea o gli Atrei sarebbe come visitare la Cappella Sistina, alzare lo sguardo in alto e commentare, come in un celebre film: “bello quel soffitto!”. Riconsiderando il parallelo tra Roma e Atene, così come per visitare la Città eterna è necessario conoscerne la storia, perché Roma è la Storia, altrettanto imprescindibile, per chi visita la capitale greca, è conoscerne il mito, perché Atene è il Mito, come tutta l’Ellade.

Delfi, il Tempio di Apollo – Foto: Giorgio Manusakis

Volete anche voi incontrare dei, satiri e ninfe mentre viaggiate in Grecia? Allora leggete prima la saga degli Atrei, le avventure e le tragedie di Agamennone, Clitennestra, Elettra, Egisto, Oreste e gli altri eroi della mitologia micenea, poi andate a Micene al crepuscolo, come consiglia Matteo Nucci, e ne sentirete anche voi la presenza. E se, invece, volete incontrarli sull’Acropoli di Atene, non salite, come gran parte dei turisti, arrivando con i pullman turistici e passando dall’asfalto alle pietre dell’Acropoli con un passo. Salite dalle strette stradine della Plaka; camminando tra questi piccoli sentieri ci si scopre circondati dall’agorà romana, dall’antica agorà greca, dal tempio di Efesto; salendo sempre di più ci si ritrova a camminare su pietre rese scivolose dai millenni e, chiedendosi come facessero Pericle ed i suoi concittadini a non scivolare su quelle arcaiche pietre, ci si accorge di essere avvolti da alberi di ulivi dall’odore antico e si ha l’impressione che siano rimasti lì per volere di Atena che, per proteggere il suo tempio più famoso, lo ha circondato di ulivi, l’albero a lei sacro con cui convinse gli ateniesi a preferirla allo zio Poseidone come protettrice della città appena fondata. È così che la figlia di Zeus può guidare il visitatore più sensibile al mito fino alla parte più alta dell’Acropoli, facendolo entrare, in punta di piedi, per portarlo davanti alla maestosità delle antiche colonne quasi senza che se ne accorga, perché già immerso in una dimensione atemporale che lo riporta indietro di millenni, come se quegli ulivi e il canto delle cicale avessero la capacità di convincere Crono a far scorrere il tempo all’indietro. Salendo sulle stradine dalle scivolose pietre, avvolti dagli ulivi, immersi nel mito, lasciate che la calda e leggera brezza vi porti dove la dea saggia desidera; in fondo penserete che sia lei a mandare Zefiro affinché vi indichi la strada che vuole farvi percorrere; e quelle rare volte che Zefiro non c’è, sarà perché la dea vuole vedere quale delle tante strade che portano al suo sacro tempio prenderete.

Athena promachos (I sec. a.C.) – Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) – Foto: Giorgio Manusakis

Mentre si passeggia così per l’Acropoli si possono facilmente ‘vedere’ satiri che inseguono ninfe tra gli ulivi, Oreste che viene giudicato sull’Areopago con al suo fianco Apollo quale ‘avvocato difensore’ e scorgere lontano Poseidone troneggiare sull’Egeo col suo tridente. È immergendosi nell’aria mitica di questi luoghi che chi ha letto e conosciuto davvero la mitologia greca, le sue avventure, le sue tragedie e commedie, i suoi eroi e dei, può percepire la presenza, altrimenti invisibile, di tutti gli esseri che popolano il favoloso mondo del mito. Solo così è possibile vedere Agamennone tornare a Micene o Apollo scoccare la sua freccia contro Pitone a Delfi, e sarà facile perfino, facendo un bagno nell’acqua color verde smeraldo della baia di Antica Assini e volgendo lo sguardo verso le mura arcaiche, scorgere Ulisse, Achille e gli altri eroi greci pronti a partire con le loro navi alla conquista di Troia. È solo lasciandosi catturare dal mito e dai suoi dei che il mito vi spalancherà le porte del suo mondo, perché come scrisse Károly Keréneyii in Religione antica: Il divino sceglie spesso quale forma di espressione la poesia o la musica, anche se – come la storia dimostra – preferisce la mitologia.”

Nei prossimi articoli cercheremo di farvi conoscere meglio sia i luoghi più famosi del mito che i numerosi e fantastici personaggi che li popolavano e ancora vi abitano…per chi riesce a vederli!

La baia di Antica Assini – Foto: Pavlos Manousakis

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