La locandina e una scena del film

Uscito nelle sale lo scorso 23 ottobre, il film di Riccardo Milani racconta una vicenda di cronaca che ha visto protagonista il pastore sardo Efisio Mulas.

a cura di Simona Colletta

Efisio e la sua terra: un legame inscindibile

Che valore dai a quello che ami? Per Efisio Mulas, pastore della costa sud- occidentale della Sardegna, il valore della sua terra non ha prezzo. Così, quando una società milanese progetta di far sorgere un’esclusiva struttura alberghiera sul suo pascolo, lui non ha dubbi: la sua terra non si tocca.

La cifra proposta per l’acquisto dell’appezzamento lievita di offerta in offerta, ma lui non cede né di fronte all’insistenza di Giacomo, l’immobiliarista, né davanti alla disapprovazione dei concittadini che lo accusano di perdere un’opportunità di lavoro a causa del suo incomprensibile rifiuto. Lo appoggia solo sua figlia Francesca.  

Perciò all’ennesimo abuso dei costruttori, Efisio arriva in tribunale dove il giudice Giovanna è chiamato a risolvere la controversia.

Il film, scritto e diretto da Riccardo Milani, è tratto dalla storia vera del pastore Ovidio Marras che si è opposto alla vendita del suo terreno per la costruzione di un resort di lusso sulla spiaggia di Tuerredda. Esso è un inno alla resistenza, alla forza del singolo di tenere duro davanti alla disapprovazione di una comunità intera e alla lusinga del denaro. Milani fa sentire forte la voce di Efisio, la quale scuote le coscienze. La prima è quella di sua figlia, che in prima battuta non sa da che parte stare: l’ingente somma risolverebbe molti problemi economici della famiglia, soprattutto permetterebbe al fratello emigrato a Londra di tornare a casa. Ma a quale prezzo? Lo scotto è la cancellazione definitiva di un paesaggio: mirti e corbezzoli non sopravvivono se affondano le radici nel cemento.

Una scena del film

Efisio: un semplice eroe contemporaneo, custode di ricordi e tradizioni

La tenacia e la perseveranza del pastore veicolano il messaggio che con i soldi si può comprare molto ma non tutto. Il regista assegna ad Efisio il ruolo di custode delle origini e dei ricordi, che sono comuni a tutti coloro che hanno vissuto momenti indimenticabili su quella spiaggia, che “è bella perché è di tutti” e deve restare libera a beneficio di molti e non di un privato. L’anziano ha le idee ferme, che esprime in un sardo strettissimo “che neanche i sardi capiscono.” Eppure il verbo antico arriva diretto alla modernità che si affaccia su una terra da proteggere.

Può un singolo, per di più illetterato, resistere alla forza tentacolare di un colosso? La domanda è più che mai attuale in un’epoca in cui si fanno stragi per la conquista di una lingua di terra. La colonna sonora del film è affidata a Moses Concas, compositore e produttore sardo, che con i suoi brani ha dato voce alla storia e alla tradizione della sua isola.

Nel cast figurano Virginia Raffaele, nel ruolo di Francesca Mulas, figlia di Efisio; Aldo Baglio, nei panni di Mariano il capo cantiere; Diego Abatantuono, nella parte di Giacomo l’immobiliarista; Geppi Gucciari è Giovanna, il giudice. Accanto ad essi moltissimi altri attori sardi. Il protagonista è stato interpretato dall’attore non professionista Giuseppe Ignazio Loi, pastore ottantaquattrenne di Terralba. Il film, che ha aperto la ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma per la sezione Gran Public, è al cinema dal 23 ottobre.

Specifiche foto:

le immagini sono screenshot del trailer del film, inserite nell’articolo in osservanza dell’articolo 70 comma 1 della legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio, modificata dalla legge 22 maggio 2004 n. 128, poiché trattasi di «riassunto, […] citazione o […] riproduzione di brani o di parti di opera […]» utilizzati «per uso di critica o di discussione», o per mere finalità illustrative e per fini non commerciali.

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