La ‘Sfera grande’ di Arnaldo Pomodoro, Pesaro – Autore foto: Luca Spinelli – Licenza: CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Il grande scultore italiano Arnaldo Pomodoro si è spento nella sua casa di Milano a 99 anni.
Il 22 giugno scorso ci ha lasciato uno dei più grandi scultori del Novecento italiano: Arnaldo Pomodoro, fratello maggiore di un altro grande artista, Giò Pomodoro. Scultore visionario e, allo stesso tempo, straordinariamente rivoluzionario, Arnaldo elabora un suo linguaggio espressivo, costruito attraverso ‘segni’ ricolmi di cifre significative perché estremamente simboliche, come quelle bocche digrignate con numerosi denti cuneiformi che si aprono sulle famosissime sfere di metallo; ma, soprattutto, è stata una personalità innovativa per le sue idee che parlavano di nuovi orizzonti, quelli che attraversavano la realizzazione mediante contaminazioni tra i vari linguaggi delle arti, per poter stringere un rapporto appassionato e sincero con il ruolo che avrebbe dovuto rivestire il vero intellettuale nel panorama della società moderna. Il suo profilo artistico si staglia con decisione per importanza innovativa nel panorama culturale del novecento; infatti, sin dagli inizi della sua carriera, i cui esordi si identificano con l’attività di geometra e orafo, si viene a consolidare una personalità poliedrica, ricca di sfaccettature sia nel campo applicativo che progettuale, mentre dal 1954 in poi prediligerà soltanto la lavorazione scultorea. Nei primi anni ‘60 si avvicina all’arte cinetica ed entra a far parte del movimento degli artisti informali Continuità a cui aderisce anche Lucio Fontana, indagando e fondando la sua ricerca nella elaborazione del concetto di equilibri esterni ed energie interne nella materia, la quale attraversa comunque lo spazio per animarsi attraverso la sua estensione, svelando una vera e propria passione per cubi, coni, parallelepipedi e sfere, strutturando un’arte geometrico/modulare che sembra quasi che esploda nello spazio. I meccanismi complessi che attraversano le sue opere sono le sfide che la tecnologia lancia sulla materia, la quale sembra piegarsi non tanto alla mano del maestro, ma soprattutto ad una ideologia che manifesti come tutto può essere trasformato. Le sue sperimentazioni attraversano materiali diversi come oro e argento nei monili della sua prima produzione artistica, poi saggia il legno, il cemento e infine il bronzo, che diventerà il suo materiale per eccellenza. Pomodoro raccoglie, quindi, le sue idee intorno ad un concetto fondante: trasformare il dato estetico per esplorare i temi dell’esistenza usando, appunto, un linguaggio fatto di segni e forme che esaminano la realtà e l’interiorità umana, per travalicare, in ogni modo, la rappresentazione della realtà. Per Pomodoro, la scultura è stata innanzitutto modellazione; le sue sfere di bronzo, lucide all’esterno e spaccate sulle superfici, non solo introducono gli sguardi del fruitore all’interno della materia, resa modellabile grazie alla sua abilità esecutiva diventando parte essenziale del processo esplorativo, ma aprono dialettiche ideologiche sul concetto dell’essere e dell’apparire.

‘Sfera con sfera’ – The Berkeley Library, Trinity University, Dublino, Irlanda – Jasonm at English Wikipedia.
Licenza: CC BY-SA 2.5 via Wikimedia Commons
Le sue sfere, diventate vere icone, sono sparse sul territorio di grandi spazi urbani in città italiane e straniere. La sfera rappresenta un’esplorazione visiva emotiva; come racconta Pomodoro, viene dalla magia, dai maghi; che sia di vetro o che sia di bronzo, è un oggetto straordinario perché riflette qualsiasi cosa ci sia intorno, la sua rottura serve per osservare il campo di forze e scoprirne le fermentazioni interne, mostruose, viventi, ed è proprio un atto creativo, da cui l’artista si libera di una forma assolutamente perfetta per distruggerla e allo stesso tempo moltiplicarla. Un approccio fondamentale nel suo gesto artistico è l’azione dello scavo, che diventa processo di indagine e svelamento della complessità della realtà. Le opere del maestro in genere sono di grandi dimensioni e si assemblano attraverso l’incastro di diversi piani; sembra che si scompongono e ricompongono nella spazialità circostante per definire comunque lo stesso processo dello spazio; sono deflorazioni della materia che diventa vivente attraverso il segno, traccia per raccontare inquietudini, emozioni, ma quel segno diventa anche una riflessione sulla condizione umana. L’artista si determina come l’artifex mundi per consegnare al mondo una realtà nuova, trasformata; diventa come un demiurgo. D’altra parte, tutto questo è una concezione esoterica, che svela dei misteri profondi, come quelli di poter quasi manipolare la realtà che ci circonda per esperire nuove conoscenze e mutare le inquietudini che attraversano la nostra esistenza umana, per volere perfino unire il tempo e lo spazio. Il lavoro di Arnaldo Pomodoro ha sicuramente delineato l’estetica su due aspetti: quello progettuale e quello della realizzazione tecnica che, per entrambi, sono la valenza della ‘Bellezza’ che l’artista vuole rappresentare attraverso la congiunzione dell’atto creativo puro. Nel 1962, il maestro realizza l’opera La colonna del Viaggiatore; di questo percorso sono anche le Sfere che si rompono, un lavoro che apre dialettiche intellettuali tra il concetto di ‘caos’ e il concetto di ‘ordine’, tra ciò che si mostra nella sua evidenza e ciò che si occulta.

‘Colonna del viaggiatore’, Spoleto – Autore foto: Silvio sorcini – Licenza: CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Ed è questo svelarsi continuo che si legge in tutte le opere del maestro, è questo approccio squisitamente esoterico che rende la complessità delle opere le quali non possono essere sottovalutate da nessun punto di vista, ma godibili sia visivamente che concettualmente. Il maestro ha esposto in molti prestigiosi spazi artistici di grandi complessi museali in città come Milano, Parigi, Ferrara, Hakone in Giappone, nel 1994, Copenaghen, Dublino, Los Angeles, nel Campus dell’ONU. Arnaldo Pomodoro, inoltre, è stato docente in dipartimenti di arte di università americane – Stanford, BerKeley, Mills College – contribuendo alla formazione di nuove generazioni; lascia in dono una grande eredità attraverso la bellezza delle sue opere riconosciute in tutto il mondo, ma soprattutto per l’energia del suo pensiero che, sicuramente, attraverserà i campi di forze creativi di tutti coloro che vorranno vivere intensamente e lungamente come lui ha vissuto la sua arte.
Paola Germana Martusciello
Specifiche foto dal web
Titolo: Sfera grande di Arnaldo Pomodoro
Autore: Luca Spinelli Cesena
Licenza: CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sfera_grande_di_Arnaldo_Pomodoro.jpg
Foto modificata
Titolo: Arnaldo Pomodoro’s Sphere Within Sphere sculpture stands outside the Berkeley Library, Trinity University, Dublin, Ireland
Autore: The original uploader was Jasonm at English Wikipedia.
Licenza: CC BY-SA 2.5 via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Trinity_Pomodoro.jpg
Foto modificata
Titolo: Colonna del viaggiatore.
Autore: Silvio sorcini
Licenza: CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Colonna_del_viaggiatore.jpg
Foto modificata
OPERE POTENTI , CONTENUTI MAI SCONTATI.
EPPURE IMMEDIATANENTE PERCEPIBILI
Scrittura elegante e approfondimenti filosofici di notevole qualità. Complimenti per l articolo
Grazie dottoressa Paola Martusciello per questo articolo veramente interessante!
Articolo d interesse perché esplicita con accurata analisi le famose sfere d Arnaldo Pomodoro… grazie alla professoressa Martusciello
Ci ha lasciati un artista davvero particolare nel suo genere, complimenti per l’articolo che descrive in maniera esemplare il mondo e l’unicità di questo grande artista
Un grazie alla professoressa Martusciello per aver voluto ricordare, con una sapiente descrizione, l’opera di uno dei più grandi maestri del nostro tempo.
Articolo molto interessante da rileggere e studiare.
Grazie professoressa Martusciello.
Ancora studente di liceo vidi per la prima volta una sua mostra in una galleria a via Carducci e ne rimasi folgorato. Allora capii il concetto di “materia nello spazio” e le sue interazione con l’intelletto e la psiche.
Ottimo l’articolo della prof Martusciello, che è sempre interessante leggere. Ci fa comprendere come il grande maestro di origine romagnola sia riuscito ad intravedere e a farci intuire i “segreti” reconditi della materia, non solo di quella fisica…
Molto interessante la disamina sulle famose sfere di Arnaldo Pomodoro complimenti per l’articolo che esamiba con cura e stile professionale le opere di uno dei più grandi scultori del novecento grazie alla professionalità della giornalista.
Ottimo articolo x un ottimo artista che ha lasciato capolavori
La professoressa Martusciello ha descritto con competenza e chiarezza l’attività e le opere del maestro Pomodoro. Una grande perdita
Complimenti per l’articolo ! Molto interessante!!
Artista post-moderno esecutore di opere di grande impatto. Grazie per averlo ricordato con questo articolo!
Articolo molto interessante .. complimenti !