I sette giorni della creazione – Foto (modificata) Antonio Caporaso & Iacopo Naddeo
L’artista Antonella Pagnotta esprime la sua coinvolgente poetica in una mostra a Nocera Superiore, allestita nel Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore.
Una location affascinante e ricca di storia
Siamo nella valle campana dell’Agro nocerino-sarnese, tra Napoli e Salerno, dove sorge la città di Nocera Superiore che, fino al 1851, assieme a Nocera Inferiore. costituiva l’antichissima “Nuceria Alfaterna”, città di origini osco-etrusche divenuta poi sannita e romana.
Tra le tante testimonianze storico-artistiche presenti in questa città spicca, senza dubbio, la presenza del Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore, detto “la Rotonda” per la forma circolare e a doppio anello della sua pianta, simile a quella del Mausoleo di Santa Costanza di Roma e a quella di molti edifici battesimali coevi orientali ed africani.
Eretto in epoca bizantina, nella seconda metà del VI secolo, è uno degli edifici paleocristiani meglio conservati ma è testimone di molto altro ancora. Infatti, dal ritrovamento di parti di pavimento mosaicato, si evince che fu costruito sui resti di un complesso termale romano. Inoltre, esso fu realizzato con il reimpiego di materiali di spoglio di templi ed edifici pubblici più antichi. Ciò è ben visibile sia nelle sue mura di delimitazione esterna che nelle 15 coppie di colonne, tutte diverse tra loro, che, circondando l’ambiente centrale del fonte battesimale ottagonale, sostengono la cupola di copertura.
Nel corso dei secoli, il battistero ha subito una serie di trasformazioni, come si evince dalla presenza di due nicchie medievali, poste alla sinistra dell’entrata, decorate con affreschi di scuola giottesca realizzati tra il 1300 e il 1400, di cui uno, raffigurante la Vergine col Bambino, attribuibile a Roberto d’Oderisio, uno dei massimi esponenti della pittura napoletana del ‘300. Tanto altro ancora potremmo raccontare di questo monumento, identitario della fede cristiana e della storia dei luoghi in cui si trova, che negli ultimi anni offre un motivo in più per essere visitato attraverso l’organizzazione di eventi che intendono farlo diventare un luogo di incontro tra architettura sacra e arte contemporanea.
L’eclettismo artistico di Pagnotta
È in questo spirito che si colloca l’esposizione dal titolo Aspicio Sic Sentio, inaugurata lo scorso 8 marzo e che sarà visitabile fino al prossimo 29 marzo 2025. Le opere sono state realizzate dall’artista salernitana Antonella Pagnotta, che ha maturato, lungo il suo interessante percorso evolutivo, una pratica artistica ‘glocal’ da cui traspare il proprio humus culturale, frutto di una mescolanza millenaria di diverse culture che si snodano tra oriente e occidente. Come mezzo di espressione, inizia con la pratica dell’intarsio in legno, attraverso cui realizza mosaici sagomati composti da pittura e decorazione lignea ad incastro. Successivamente, alla metà del primo decennio degli anni 2000, Pagnotta passa alla pittura ad olio, senza abbandonare mai “l’effetto intarsio” composto da uno o più soggetti presenti contemporaneamente ma che si riferiscono a livelli temporali diversi. L’artista sperimenta l’utilizzo del plexiglass e la produzione scultorea per la creazione di opere componibili e di ‘micro-sculture’, oltre a mettere in scena delle performance che, a volte, richiedono una partecipazione in senso collettivo, come nel caso dell’esperienza svolta in Albania a Tirana con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti. Antonella Pagnotta si interroga sull’importanza di acquisire una “consapevolezza corporea” che rivolge, in maniera personale, a sé stessa al punto da utilizzare, per le sue opere, il proprio corpo e la propria immagine che l’artista stessa definisce «come quel ponte attraverso il quale entrare ed uscire in e da ogni situazione, il soggetto e l’oggetto del teatro come finzione o realtà nello spettacolo della mia arte-vita dove l’arte e la vita si confondono».
All’interno del battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore, un luogo tanto intriso di spiritualità che un tempo era deputato all’iniziazione alla fede cristiana, Antonella Pagnotta attraverso le sue opere esprime l’urgenza di ristabilire, con un linguaggio contemporaneo, una connessione tra questo luogo e il senso primigenio e dialogante dell’arte. Il suo è un percorso specifico di ricerca artistica che mira ad una rilettura dei temi cristiani, attraverso cui auspica di indurre il fruitore ad una particolare riflessione sulla maternità di Maria come via possibile per comprendere i concetti di “cura” ed “accudimento”.

Il sogno di Maria – Foto (modificata) Antonio Caporaso & Iacopo Naddeo
Le tre componenti fondamentali della personale
Per ciascuna opera esposta, Antonella Pagnotta sceglie come ‘luogo’ del dialogo il proprio volto che, spersonalizzato, diviene uno ‘spazio altrui’, uno spazio interiore plurale, collettivo e, allo stesso tempo, intimo e personale entro cui poter rielaborare concetti e valori universali.
Nello specifico, l’installazione Aspicio Sic Sentio è composta da tre gruppi di opere: Il sogno di Maria, I sette giorni della creazione e Tri-unità. Essi propongono la visione del dolore attraverso gli occhi di una donna, ma soprattutto di una madre: Maria; lo stupore nel contemplare l’opera più bella che ci sia, cioè la creazione dell’universo e, infine, la vita che si vive in pienezza attraverso l’unità di spirito, anima e corpo.
Il Sogno di Maria è un trittico di opere che racconta di come Maria vive la crocifissione del Figlio, cioè attraverso un Prima, un Durante e un Dopo quelle ore di oscurità vissute da Cristo. L’artista, come donna e madre, con le sue realizzazioni, vuole cogliere questi tre tempi: guarda e sente con i suoi occhi il volto di Maria per provare e mostrare il suo dolore.
L’opera Il sogno di Maria – Prima, realizzata su tre lastre in vetro, distanziate tra loro, con cornice in legno di cedro e con tecnica mista di incisione su vetro, smalto e colori ad olio, esprime le parole «Donna, ecco tuo figlio» e «Ecco tua madre». La Madre piange per il dolore del Figlio, quel dolore diventa il suo dolore. L’opera Il sogno di Maria – Durante, realizzata attraverso una stampa fotografica su vetro e l’utilizzo di legno di cedro e olio su vetro, contiene l’espressione «… In verità vi dico, oggi sarete con me in Paradiso». Qui il dolore si espande in ogni direzione e diventa condivisione con gli altri. L’opera Il sogno di Maria – Dopo, una scultura posta su una base di legno di cedro e ottenuta dalla lavorazione della cartapesta attraverso la doratura di fogli di ottone, racconta di: «Ho sete», «È finita» e «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». È l’ultimo istante che racchiude in sé tre stati d’animo: la paura della sofferenza del corpo, la paura del distacco dal corpo e l’infinito dono del ‘sé’.

Il sogno di Maria – ‘Durante’ – Foto (modificata) Antonio Caporaso & Iacopo Naddeo
I Sette Giorni della Creazione è un’installazione composta da sette opere dipinte ad olio su plexiglas e poste su telai in legno. Sono sette i giorni che servirono a Dio per creare l’universo con le acque, la vegetazione, il sole, la luna e le stelle, il mondo animale, l’uomo, e poi … il riposo. Antonella Pagnotta, attraverso le sue sette opere, diventa ‘lo sguardo’ che vuole cogliere l’origine dello stupore misto a meraviglia e la conoscenza dello spettacolo, che non avrà mai fine, della creazione.
Con Tri-Unità si chiude il ciclo di installazioni di Aspicio Sic Sentio. Si tratta di un’opera composta da tre unità scultoree realizzate attraverso la lavorazione, con tecnica mista, di ferro – sottoposto ad invecchiamento e doratura – cartapesta e vetro inciso. Sono tre busti stilizzati che si ispirano alle sagome delle finestre classiche dell’architettura veneziana ed il cui riflesso, sul pavimento, ricompone le aperture sagomate. Su ciascun corpo vi è un capo con il volto dell’artista, riprodotto in cartapesta, sul quale è sovrapposta una struttura, come un cappello, composta da piccole lastre in vetro inciso. La prima sagoma, che rappresenta Lo spirito, ha un volto etereo e sul capo presenta delle scale che, inserite in un semicerchio, portano all’infinito attraverso un’apertura d’ingresso. Nella seconda sagoma, che rappresenta L’anima, colei che agisce, e quindi crea, ha il volto svelato dalla presenza di due mani e sul capo vi sono dei vetri su cui sono incise gocce d’acqua, simbolo dell’origine della vita. La terza sagoma, che rappresenta Il corpo, ha il capo contornato di merletti, simbolo di sacralità, e i capelli, come scompigliati dal vento, diventano linee curve, incise su pezzi di vetro, che si intrecciano e si dividono così come i percorsi della vita che attraversano il corpo. Dunque le finestre, che si affacciano ovunque, rappresentano i tre varchi di accesso alla vita: spirito, anima e corpo.

Tri-Unita – Foto (modificata) Antonio Caporaso & Iacopo Naddeo
Un invito a guardare e ‘sentire’ nel caotico mondo attuale
In definitiva, bellezza, arte e storia si fondono in questa esposizione, che è una vera e propria esperienza immersiva nella quale il visitatore è invitato, attraverso le opere di Antonella Pagnotta, a fare esperienza diretta dell’Aspicio Sic Sentio: soffermarsi a guardare, con atteggiamento disposto al dialogo, per poi ‘sentire’ il significato profondo che ciascuna opera può trasmettere. La mostra, curata dallo storico e critico d’arte Marcello Francolini, ci offre un bellissimo esempio di come le espressioni artistiche contemporanee possano rapportarsi con il passato e possano fornire, in questo nostro mondo globalizzato, omologante ed estraniante, uno stimolo alla riflessione sui valori fondanti per il vivere umano.
Una interpretazione ricca di pathos questa di Matilde , capace di comunicare profondi sentimenti ed un’intensa religiosità. un’ottima lettura senza dubbio.
Bellissima mostra e ottima interpretazione critica della prof.ssa Matilde Di Muro
Mario Lanzione