Una scena della commedia – Foto (modificata) : Amanda Annucci

La commedia Don Felice Sciosciammocca creduto guaglione ‘e n’anno, che vede protagoniste le due celebri maschere, dopo il Piccolo Bellini è andata in scena lo scorso 6 luglio a Villa Campolieto nel palinsesto del Festival delle ville vesuviane.

a cura di Mario Severino

Due grandi personaggi napoletani a confronto

Questa rappresentazione, ispirata a uno dei testi più celebri di Antonio Petito, si distingue per la sua capacità di riaccendere lo spirito del teatro di tradizione napoletana. Il testo mette in scena l’incontro tra due grandi personaggi ad esso afferenti: Pulcinella e Don Felice Sciosciammocca, che rappresentano rispettivamente l’identità collettiva e l’innovazione. È proprio questa dialettica tra passato e presente a rendere lo spettacolo così significativo: Don Felice, con il suo messaggio di rinnovamento e di valorizzazione dell’artificio teatrale, si scontra e si confronta con la storica figura di Pulcinella, simbolo di radici profonde e di tradizione.

L’interpretazione degli attori, Nello Provenzano, Miriam Della Corte e Valentina Martiniello, arricchisce ulteriormente lo spettacolo, portando in scena un teatro popolare che riesce a emozionare e a coinvolgere il pubblico, conservando un’inesauribile capacità di rinnovarsi e di parlare al cuore.

Una scena della commedia – Foto (modificata): Amanda Annucci

Don Felice Sciosciammocca creduto guaglione ‘e n’anno si configura come un omaggio nostalgico ma anche come un messaggio di speranza: il recupero delle radici e il desiderio di innovare sono le chiavi per preservare e rivitalizzare un patrimonio culturale che rischia di scomparire. È uno spettacolo che invita a riflettere sull’importanza di mantenere viva la tradizione, senza perdere di vista la necessità di adattarla ai tempi moderni, in un continuo dialogo tra passato e presente.

La vicenda ruota attorno a Don Felice, fantasioso ma squattrinato studente, che si imbatte in Pulcinella, uno scarparo irascibile e manesco, padre di una bella fanciulla e di un tenero pargolo. La trama si sviluppa attraverso una serie di equivoci e lazzi, tra il desiderio di Don Felice di conquistare il cuore della ragazza e le ostilità del padre, che si oppone con veemenza alla relazione. La storia culmina in un episodio esilarante, dove Don Felice, per restare vicino all’amata, si sostituisce al neonato nella culla, dando vita a una serie di gag che divertono e coinvolgono il pubblico.

Una scena della commedia – Foto (modificata): Flavia Tartaglia

Un viaggio unico nella commedia dell’arte tra comicità e improvvisazione

L’allestimento si distingue per scenografie e costumi volutamente improbabili, che sottolineano la natura teatrale e finta della rappresentazione, creando un’atmosfera ludica e caricaturale. Questa scelta permette di valorizzare l’aspetto più genuino e immediato del teatro di tradizione, riscoprendo elementi di un mondo ormai quasi perduto.

La regia di Roberto Capasso, già al terzo appuntamento con il teatro napoletano, conferma il suo talento nel rievocare le atmosfere della commedia dell’arte, mantenendo vivo l’interesse e la partecipazione del pubblico. La narrazione dell’incontro tra Don Felice Sciosciammocca e Pulcinella si trasforma così in un vero e proprio viaggio nel tempo, in cui le maschere e i lazzi si incarnano ancora una volta, regalando sorrisi e riflessioni su un patrimonio culturale di inestimabile valore. Don Felice Sciosciammocca creduto guaglione ‘e n’anno è uno spettacolo che non solo diverte, ma anche rende omaggio a un teatro popolare e universale, invitando a riscoprire la bellezza della maschera, dell’improvvisazione e della comicità pura. Un appuntamento da non perdere per chi desidera immergersi in un mondo di folklore e allegria.

Di admin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *