Giovani restauratrici all’opera – Foto: Paola Germana Martusciello
L’importante iniziativa, che punta a inserire giovani studenti di restauro direttamente sul campo, si è tenuta il 12 novembre presso la splendida chiesa gotica di Santa Maria dell’Incoronata.
Il 12 novembre si è aperta la quarta edizione di IncontroIntorno al Restauro 2025-2026 nella bellissima chiesa gotica di Santa Maria dell’Incoronata, sita in via Medina a Napoli. Quest’anno l’iniziativa della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il comune di Napoli, curata da Rosalia D’Apice, con Barbara Balbi, Chiara Isernia e Giuliana Boenzi, è stata dedicata allo stimato restauratore Giuseppe Giordano che ci ha da poco lasciato; un’occasione per molti amici e colleghi che lo conoscevano, di portarne una testimonianza. IncontroIntorno al Restauro è una iniziativa importante: si tratta dell’istituzione di piccoli cantieri di restauro destinati alla città di Napoli; infatti, grazie alla Soprintendenza ABAP per il Comune di Napoli e alla Ditta Dafne Restauro, è possibile effettuare visite per visionare la struttura architettonica della chiesa, che è rimasta chiusa per anni al pubblico perché interessata dai numerosi interventi strutturali che, soltanto da poco tempo, l’hanno resa agibile. La chiesa, carica di un fascino storico ed anche leggendario, è legata al periodo medioevale napoletano e rappresenta una delle pochissime testimonianze gotiche della città; fu costruita nell’antico Largo delle Corregge, un tempo scenario di tornei cavallereschi, a due passi dal celebre Castel Nuovo.

Il porticato esterno della chiesa – Foto: Paola Germana Martusciello
Fondata per volere della regina Giovanna I D’Angiò, per la sua incoronazione avvenuta nel 1352 e quella del marito Luigi di Taranto, fu intitolata alla “Corona di Spine” di Gesù in virtù della reliquia donata dal re di Francia Carlo V alla sovrana, proveniente dalla Sainte Chapelle di Parigi; tale reliquia trasformò la chiesa in un punto di riferimento spirituale e dinastico. Venne edificata su di una preesistente struttura (1309-43) risalente all’epoca di Roberto D’Angiò e destinata alla funzione di Tribunale Regio, di cui fa parte la navata principale e il porticato esterno; la navata minore, invece, venne aggiunta in occasione della realizzazione dell’edificio di culto nel 1352. La costruzione monumentale si presenta caratterizzata da un importante portale trecentesco cuspidato in marmo bianco sul cui architrave è scolpita la “Corona di Spine”, sorretta da due angeli.

Il portale con la corona di spine – Foto: Paola Germana Martusciello
Gli affreschi trecenteschi, che coprivano la volta e le pareti, sono stati realizzati da Roberto d’Oderisio, pittore medioevale seguace, tra gli artisti napoletani, di Giotto, come riferisce lo studioso Cavalcaselle, ma non solo: nel linguaggio pittorico di d’Oderisio si evincono anche riflessioni stilistiche tipiche del Cavallini e di Simone Martini (Berenson, Bologna).

Gli affreschi sulla volta – Foto: Paola Germana Martusciello
La sua produzione artistica fu influenzata, in questi anni, da Maso di Banco, impegnato ad affrescare Castel Nuovo; ed è infatti proprio l’attenzione ai diversi piani di luce che d’Oderisio realizza nelle sue raffigurazioni quell’input che coglie da Maso per inserirlo a sua volta negli affreschi della chiesa dell’Incoronata. Le opere sono state oggetto di un importante restauro storicizzato, visibile oggi nelle parti distaccate ed esposte all’interno della chiesa su pannelli che raccontano non solo la storia del luogo e degli eventi, ma rappresentano anche le varie fasi del restauro in atto; si intravedono sinopie, si scoprono così le preparazioni del muro con vari strati: arriccio, rinzaffo, lacune ripristinate correttamente con il colore ocra senza aggiunta di interventi, e si comprendono i tempi esecutivi, le così dette “giornate”, per la loro esecuzione.

Affreschi esposti – Foto: Paola Germana Martusciello
D’altra parte, purtroppo, i cicli pittorici che decoravano le pareti sono stati recuperati solo in parte, poiché la chiesa, a seguito del rialzamento del piano stradale dovuto ai lavori per i nuovi bastioni della reggia aragonese di Castel Nuovo, nel XIV secolo fu sottoposta alla strada e successivamente inglobata in un edificio abbattuto, che doveva essere, come citano le fonti, un ospedale. Grazie al progetto dei cantieri per il restauro, la Sovrintendenza consente, in alcuni giorni della settimana, come nelle mattine del lunedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 12, di poter visitare tutto l’impianto, accompagnati da specialisti che ne illustrano la storia e le vicende dei luoghi vicini, attraverso i diversi periodi storici che l’hanno caratterizzata. D’altra parte i piccoli cantieri di restauro, che occupano gli spazi interni della chiesa, sono stati organizzati come laboratori attivi; possono, quindi, essere fruiti anch’essi dai turisti, diventando parte della struttura e rendendo possibile osservare le varie operazioni di restauro in itinere, che sono condotte dai giovani restauratori. I cantieri-scuola hanno, quindi, l’obiettivo di svolgere azioni di recupero delle opere d’arte che hanno subito l’usura dei danni del tempo, dell’incuria e dei restauri sbagliati.

Giovani restauratrici all’opera – Foto: Paola Germana Martusciello
I manufatti soggetti a restauro non sono solo quelli presenti nella chiesa, ma vi sono altre opere che provengono anche da altri siti e hanno l’urgenza di essere restaurate. Infatti, oggetto di recupero attualmente è l’interessante tela di Andrea Vaccaro, una pala d’altare, proveniente della chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella (1668), che raffigura la comunione di Maria Egiziaca con padre Zosimo, Madonna e angeli. Il dipinto presentava in origine diversi tagli nella tela e quindi lacerazioni anche dei pigmenti; inoltre erano presenti diverse ridipinture soprattutto nelle zone ammalorate dai tagli. La tela originale presenta una foderatura con un’altra tela in lino, testimonianza di successivi restauri avvenuti, la vernice molto ossidata; all’osservazione diretta emerge anche un paesaggio di fondo reso poco visibile dalle successive ridipinture che sono state effettuate nei secoli precedenti.

La tela di Andrea Vaccaro (1668) – Foto: Paola Germana Martusciello
Il laboratorio è gestito dalla Dafne restauri, specializzata proprio in interventi su opere di altissimo pregio, in attesa dell’istituzione ufficiale del primo laboratorio interno della SABAP di Napoli, previsto a breve, e sta conducendo un lavoro di grande qualità, attenendosi ai protocolli nazionali del restauro. D’altra parte l’obiettivo primario è quello di poter inserire giovani studenti di restauro direttamente sul campo, offrendo loro una esperienza unica, concreta e altamente formativa; si intende, così, superare una impostazione esclusivamente scolastica, obsoleta e inefficace, basata soltanto sui principi teorici, in favore di una preparazione scientifica, conforme ai più moderni princìpi del restauro. Gli studenti del Suor Orsola Benincasa sono seguiti dalle professoresse Maria Rosaria Vigorito e Chiara Scippa. Oggetto di recupero è anche, attualmente, un bellissimo Cristo ligneo, probabilmente di Michelangelo Naccherino, o sicuramente di scuola campana, che presenta numerose crettature del colore e forti pigmentazioni dovute ai momenti ossidativi del colore; avvolto da tamponi per le puliture, è sotto la stretta osservazione e cura degli studenti che lo stanno restituendo al suo originario splendore.
Paola Germana Martusciello

Il Cristo ligneo oggetto di restauro – Foto: Paola Germana Martusciello

Grazie per questa bellissima notizia, per i fatti storici raccontati e documentati e per rendere fruibile la lettura artistica
Molto interessante questo progetto di ‘cantiere-scuola’. Un’ottima opportunità formativa per gli studenti e un bene per le nostre opere d’arte. Bravi!
Queste iniziative hanno la duplice valenza di salvaguardare il patrimonio artistico-culturale della nostra città e di tramandare la preziosa arte del restauro alle nuove generazioni.
Complimenti a Paola Martusciello, autrice dell’accurato articolo e della suggestiva fotografia.
L’articolo e le fotografie realizzate dalla dottoressa Paola Germana Martusciello per la preziosa iniziativa dedicata ai giovani studenti di restauro, svoltasi il 12 novembre nella splendida chiesa gotica di Santa Maria dell’Incoronata, sono davvero straordinari. Un lavoro accurato, sensibile e di grande valore culturale. Complimenti sinceri.”
L’articolo e le fotografie realizzate dalla dottoressa Paola Germana Martusciello per la preziosa iniziativa dedicata ai giovani studenti di restauro, svoltasi il 12 novembre nella splendida chiesa gotica di Santa Maria dell’Incoronata, sono davvero straordinari. Un lavoro accurato, sensibile e di grande valore culturale. Complimenti sinceri.”
Progetto interessante .. molto bello vedere come i giovani si impegnano a salvaguardare le opere … le foto molto belle e suggestive ..complimenti ..
L’onorevole iniziativa che avvicina i giovani all’arte e al lavoro è lo spunto per la dr Martusciello per descrivere minuziosamente la pregevole chiesa dell’Incoronata soffermandosi sulle importanti opere d’arte racchiuse in essa.
Ottima iniziativa e belle foto.