Statua di Athena promachos (I sec. a.C.) – Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) –  Foto: Giorgio Manusakis

La statua raffigurante la dea Atena è stata rinvenuta con ogni probabilità nella sua collocazione originaria, tra l’intercolumnio centrale del tablinum della Villa dei Papiri. La testa, rivolta nella direzione del braccio disteso, è protetta da un elmo attico, decorato a rilievo con grifi sui lati; una Gorgone compare sulla visiera.

Anticamente, la scultura doveva avere le vesti completamente dorate, in modo da imitare, attraverso il contrasto con il bianco marmoreo delle braccia, del viso e dei piedi, le statue crisoelefantine (in oro ed avorio) comuni nel mondo greco.

L’opera è stata variamente interpretata o come una copia di una statua greca del V sec. a.C. o come pastiche romano della prima età imperiale; è più probabile, però, che si tratti di una creazione del tardo ellenismo; in tal senso, può essere datata per contesto ed analisi stilistica tra il terzo e l’ultimo quarto del I sec. a.C. (fonte: pagina Facebook del Mann)

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