Decreto della fratria degli Artemisi – Marmo – 194 d.C. – Casoria, contrada Carbonella – Inv. 250165 – Iscrizioni greche d’Italia. Napoli I, n. 44 – Collezione epigrafica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) – Foto: Giorgio Manusakis

Dopo la menzione dei consoli romani e del demarco il decreto ricorda le numerose benemerenze di Munazio Ilariano, il quale:”…vedendo che la nostra fratria era disadorna e antiquata, con una decisione nobile e magnanima abbellì la sede con marmi variopinti, i più belli e rari per sontuosità di allestimento, e fece il tetto d’oro senza risparmio alcuno nel dispendio di ricchezze e nelle spese destinate a ciò, e allestì per i fratri Artemisi una sala da pranzo più bella delle altre e costruì un tempio per la dea Artemide, da cui la fratria prende il nome, degno della dea e della comune pietà…”. A seguito di tanta generosità gli Artemisi decretano per Munazio Ilariano e per suo figlio Mario Vero l’erezione di due statue ciascuno e la dedica di ritratti su scudi d’oro. A tutto ciò viene aggiunto il dono di 50 chorai, da intendere probabilmente come particelle di terreno. Al decreto fa seguito, in greco e latino, la risposta di Munazio Ilariano, il quale, nel ringraziare la fratria, rifiuta con modestia gran parte degli onori concessi. (fonte: didascalia museo)
