Fossa (AQ), chiesa di Santa Maria ad Cryptas – Autore foto: Pietro – Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

La Chiesa di Santa Maria ad Cryptas a Fossa (AQ) è un vero e proprio museo di immagini che abbracciano tre secoli di storia.

La chiesa, situata ai margini di un piccolo centro a pochi chilometri da L’Aquila (che affannosamente sta cercando di recuperare la sua parte più antica dopo il terremoto del 2009), sorge sull’antico agglomerato romano di Aveia ed è nota per la sua straordinaria conservazione e per la profusione di opere d’arte al suo interno.

Il Romanico abruzzese

Girando per il territorio abruzzese non è difficile imbattersi in abbazie, cattedrali, monasteri e chiese minori, aventi caratteristiche distintive – come le facciate massicce, i portali decorati con motivi vegetali e zoomorfi e la prominenza di amboni e cibori – e spesso realizzati da maestranze locali; tutti tratti tipici dell’architettura sacra in Abruzzo, che tra l’XI e il XV secolo si sviluppò secondo i canoni stilistici romanici. Nella maggior parte dei casi si tratta di capolavori, non solo dal punto di vista architettonico, ma anche artistico stricto sensu, grazie all’opera di pittori e scultori medievali, nella maggior parte dei casi ignoti, che hanno lasciato, con i loro affreschi, pregevoli e indelebili testimonianze del passato. Basti pensare, fra tutte, alla chiesa di 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐀𝐬𝐬𝐮𝐧𝐭𝐚 e soprattutto all’annesso Oratorio di San Pellegrino,ubicati nella frazione di Bominaco (Caporciano, AQ).

La chiesa, internamente suddivisa in tre navate con dodici colonne con capitelli corinzi, secondo tradizione, fu originariamente realizzata nell’VIII secolo e successivamente riedificata in una data incerta, sicuramente, però, anteriore al 1180, anno indicato sul pregevole ambone; di rilievo anche la cattedra abbaziale del 1184, il ciborio del 1224-1233 e gli sparuti affreschi ancora rimasti.

Bominaco, Abbazia di Santa Maria Assunta – Autore foto: Pietro – Licenza: CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

Annesso a quello che era un complesso monastico esistente fin dal IV secolo vi è, poi, lo splendido Oratorio dedicato a San Pellegrino, dichiarato nel 1996 Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO e da molti definito la “Cappella Sistina d’Abruzzo” per il suo interno a navata unica, con volta a botte ogivale interamente ricoperta da un ciclo di affreschi del XIII secolo. I dipinti, disposti su tre registri, narrano la vita e la passione di Cristo, nonché il Giudizio Universale e la vita di San Pellegrino (il missionario laico siriano che nel III – IV secolo subì il martirio a Bominaco); inoltre è presente un raro ciclo del calendario, conservato solo in parte, che descrive per ogni mese le attività dell’uomo e le festività della diocesi valvense. La struttura architettonica, semplice, con un portico a tre arcate, fu realizzata nel 1263 per volere dell’abate Teodino. Lo stile degli affreschi è attribuito a tre maestri diversi e rivela per gli studiosi un linguaggio tipico del naturalismo gotico, con richiami benedettini e bizantini.

Bominaco, Oratorio di San Pellegrino – Autore foto: Pietro – Licenza: CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

L’elenco potrebbe continuare ma lo scopo di questo articolo è dare spazio a una delle chiese meno celebrate che, al contrario, merita grande attenzione per gli stupendi dipinti che ne adornano l’interno: stiamo parlando della chiesa di Santa Maria ad Cryptas, ubicata nel territorio del comune di Fossa.

La chiesa di Santa Maria ad Cryptas: origini e struttura

Seguendo la strada provinciale che da L’Aquila conduce alle grotte di Stiffe – in realtà si tratta di una risorgenza carsica, cioè il punto in cui un fiume torna a scorrere in superficie dopo aver percorso un tratto sotterraneo – ci si imbatte, nella parte mediana della valle dell’Aterno, in Fossa, un piccolo centro ai piedi del Monte Circolo.

La cittadina si presenta oggi come un borgo medievale, ma la sua storia affonda le radici molto più indietro nel tempo. Nel 1992, nella zona, quasi per caso, emerse una vasta necropoli risalente al X secolo a.C., con tumuli, menhir e tombe a camera: un ritrovamento che ha dimostrato quanto antica fosse la presenza umana nel sito. Su una superficie relativamente limitata, di pochi chilometri quadrati, convivono oltre tremila anni di storia: dalla necropoli attribuita ai Vestini, popolazione italica dell’area, si passa all’insediamento preromano del Monte Cerro; quindi alla città di Aveia Vestina, che divenne in seguito municipio, per arrivare, infine, alla rinascita medievale di Fossa, poco prima del 1200.

Lungo la strada che conduce nel cuore antico del paese – che porta ancora le ferite del terremoto del 2009 e dove lentamente si procede al suo recupero – si incontra la chiesa di Santa Maria ad Cryptas, edificio che più di altri testimonia la stratificazione storica del luogo.
L’aspetto è sobrio, con muratura in pietra, realizzata in parte con l’utilizzo di materiali di spoglio provenienti dalla più antica città di Aveia. Alcuni studiosi propendono per una datazione tra IX e X secolo e non escludono che sotto l’edificio, nella cripta, potesse trovarsi un ipogeo legato al culto della dea Vesta. La facciata a capanna si distingue per un portale in stile gotico-cistercense, con arco a sesto acuto, pilastri a fascio e colonnine ornate da capitelli scolpiti con piccoli rosoni, motivi floreali e palmette. Ai lati dell’arco, così come all’apice, erano collocati leoni di pietra, uno dei quali è andato probabilmente perduto. La posizione dell’edificio, costruito in pendenza, rese necessari, già nel Trecento, interventi di consolidamento, tra cui il robusto rinforzo laterale sul lato sinistro; la finestra quadrata che oggi sovrasta il portale, invece, appartiene a un rifacimento successivo.

Fossa (AQ), chiesa di Santa Maria ad Cryptas, particolare del portale – Autore foto: Pietro – Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

Entrando nella chiesa la sobrietà dell’architettura, però, cede il passo ad una sorprendente ricchezza di affreschi che rivestono le pareti e le parti della volta rimasta. Un apparato iconografico che non aveva una funzione strettamente artistica, bensì di guida per il popolo (definibile come Biblia Pauperum – Bibbia dei poveri), in quanto permetteva a tutti, anche ai più poveri e ignoranti, di comprendere i dogmi della fede e la storia della salvezza attraverso la contemplazione delle scene dipinte del Vecchio e del Nuovo Testamento.

Gli interni affrescati: un racconto che avvolge e rapisce il visitatore  

La Chiesa di Santa Maria ad Cryptas a Fossa può essere considerata un vero e proprio museo di arte figurativa, che stilisticamente si estende nell’arco di 300 anni di storia. Il suo interno, composto da una sola navata rettangolare, è suddiviso in tre campate mediante lesene perimetrali, con il presbiterio quadrato rialzato su tre gradini con volta a crociera, i cui angoli sono sostenuti da quattro colonnine cilindriche.

La copertura, attualmente a capriate lignee, era forse in origine a volta in muratura, come testimoniano alcuni pilastri e l’accenno di archi. Tutte le superfici interne della chiesa sono ricoperte da due distinti cicli d’affreschi, che la rendono un prezioso scrigno d’arte, paragonabile al citato Oratorio di San Pellegrino a Bominaco.

L’interno della chiesa di Santa Maria ad Cryptas – Foto: Giuseppe Schiattarella

Il ciclo bizantino-cassinese (XIII secolo),attribuito ad artisti di questa corrente e databile tra il 1264 e il 1283 circa (uno degli ipotizzati autori, Gentile da Rocca, è documentato tra il 1271 e il 1296), orna l’abside, la parete meridionale (quella posta a destra entrando in chiesa), l’arco trionfale e la parete di contro-facciata.

Nell’abside sono rappresentati, secondo l’usanza della cultura bizantina, gli episodi della Passione di Cristo. Tra questi, una bellissima Ultima Cena sulla parete di sinistra, dove Cristo è all’estremità sinistra della scena, con Giuda raffigurato più piccolo e posto al di qua del tavolo. Seguono il Bacio di Giuda, la Flagellazione, la Crocifissione con la Madonna e San Giovanni Evangelista e la Deposizione.

L’abside della chiesa di Santa Maria ad Cryptas – Foto: Giuseppe Schiattarella

Nella parete destra dell’arco trionfale e su quella meridionale sono rappresentate le storie della Genesi, con episodi dedicati alla creazione – con un giovane Dio senza barba che separa il sole dalla luna – seguiti dalle scene della prima campata che presentano, nei diversi registri, la creazione degli angeli, degli animali e degli uccelli e, a seguire, la creazione dell’uomo e della donna fino alla Cacciata dal Paradiso terrestre.

Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, dettaglio degli affreschi sulle storie della Genesi – Foto: Giuseppe Schiattarella

Nella seconda campata sono raffigurati sei Profeti con messaggi scritti in latino, tra i quali il nome Isaias è leggibile sul primo cartiglio. Molti dipinti in quest’area sono andati perduti a causa della costruzione del sottostante altare in pietra realizzato nel 1597.

Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, dettaglio della parete meridionale con i Profeti – Foto: Giuseppe Schiattarella

Nell’ultima campata si trovano affreschi disposti su tre registri, tra cui San Giorgio che trafigge il drago e San Martino; quindi le Allegorie dei mesi (presenti anche in pitture di diverse altre chiese, le quali avevano la funzione di collegare la vita quotidiana e il lavoro dell’uomo ai concetti di fede e di ordine divino del mondo, al fine di rendere i messaggi religiosi più accessibili e comprensibili attraverso immagini familiari e concrete) e poi i tre Patriarchi (Abramo, Isacco e Giacobbe) che recano in braccio piccole figure rappresentanti gli Eletti in cielo.

Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, dettaglio della parete meridionale con i tre Patriarchi – Foto: Giuseppe Schiattarella

Nella parte inferiore dell’abside, inoltre, sono presenti alcune iscrizioni che riporterebbero i nomi dei committenti dell’opera: Guglielmo Morelli di Sant’Eusanio (documentato nel 1259, fu forse un cavaliere), sua moglie, un abate di nome Guido e tre giovani donne.

Il ciclo bizantino-cassinese termina sulla contro-facciata, dove viene raffigurato il Giudizio Universale, uno tra i più antichi d’Abruzzo. Sono presenti su cinque registri: il Cristo in maestà e angeli musicanti; le anime elette e dannate, separate da angeli con cartigli recanti la sentenza divina (“VENITE BENEDICTI PATRIS MEI POSSIDETE REGNI” e “ITE MALEDICTI IGNE ETERNI); la resurrezione dei morti; in basso, San Michele Arcangelo che pesa le anime e una cruenta descrizione dell’Inferno.

Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, controfacciata con il Giudizio universale – Foto: Giuseppe Schiattarella

Il secondo ciclo di affreschi, di stile protogiottesco, sarebbe invece attribuibile a pittori di scuola toscana (seconda metà del XIV secolo) e riguarderebbe la sola parete settentrionale, riedificata in seguito al terremoto del 1313.

Il tema dominante delle pitture murarie è la vita della Madonna. Le scene, che si leggono dall’alto in basso e da sinistra a destra, includono, fra le altre, l’Annunciazione, la Natività, la Malattia della Vergine, la Morte della Vergine, il Trasporto del corpo di Maria da parte degli Apostoli, la Deposizione della Vergine e l’Assunzione di Maria.

Al centro della parete una raffinata cappella accoglie l’Annunciazione, datata 1486,opera di Sebastiano di Nicola da Casentino, considerato uno dei maggiori rappresentanti del Rinascimento abruzzese. L’iscrizione riportata sotto il dipinto testimonia la committenza: “QUISTI SANTI ELLA CHAPPELLA A PEGNERE ANTONIO DE PAULU DE FOSSA – SEBASTIANO PISIS 1486”.

Ai lati della cappella dell’Annunciazione vi sono, inoltre, pitture votive del 1506, tra cui una Madonna col Bambino, un santo non identificato e Sant’Antonio da Padova. A seguire, all’interno dell’edicola, vi è poi la copia (l’originale è oggi conservata al Museo Nazionale d’Abruzzo de L’Aquila) di un’opera in tempera su legno: la Madonna del latte di Gentile da Rocca, datata 1283, che è considerata una delle più antiche d’Abruzzo e che rappresenta il Bambino che benedice alla latina, reggendo un volume con parole del Vangelo di Giovanni: “EGO SUM LUX MUNDI QUI SEQUITUR (“Io sono la luce del mondo, chi segue me non camminerà nelle tenebre…”).

Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, dettaglio della Madonna del latte – Foto: Giuseppe Schiattarella

Nella parete sinistra, all’interno dell’edicola, è raffigurato l’Incontro tra la Vergine e Sant’Elisabetta e nel cielo l’Incoronazione della Vergine con i simboli dei quattro Evangelisti.

Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, incoronazione della Vergine con i simboli dei quattro Evangelisti – Foto: Giuseppe Schiattarella

Al di sotto della chiesa è presente una piccola cripta – originariamente un ipogeo, secondo gli esperti, dedicato al culto della dea Vesta, successivamente riadattato a cappella sotterranea – che ospita un altare in pietra e un frammento di affresco raffigurante la Crocifissione.

Santa Maria ad Cryptas e i suoi misteri.

La chiesa, per alcuni versi, viene collocata in una zona grigia tra storia e mistero, strettamente collegata a una ricerca sulla presenza dell’Ordine templare in Abruzzo e addirittura sui possibili indizi circa l’autenticità della Sacra Sindone.

A parlarne è stata, nel 2020, la trasmissione Freedom – Oltre il confine che, nel mostrare l’edificio riaperto al pubblico dopo la sua messa in sicurezza, parla di “tracce templari” nella rappresentazione di Gesù deposto (che chiude il ciclo di affreschi dedicati alla Passione) e nella raffigurazione di San Giorgio e San Martino (presenti nella terza campata su descritta), vestiti con abiti dell’ordine al quale, forse, sarebbe appartenuto il committente. Inoltre, sorprendente è la presenza di simboli massonici posti nella parte esterna dell’edicola trecentesca.

Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, dettaglio della cripta – Foto: Giuseppe Schiattarella

Per chiudere, nel sottolineare la bellezza, ma anche la suggestione legata agli affreschi, vale la pena menzionare una leggenda secondo la quale Dante Alighieri, da qui passato in occasione della nomina a papa di Celestino V, fu talmente colpito dai dipinti del Giudizio da trarne ispirazione per la sua Commedia. Per visitare la chiesa, che normalmente è chiusa, è preferibile contattare il Comune di Fossa (protocollo@comune.fossa.aq.it) almeno 72 ore prima e chiedere informazioni sui giorni in cui è possibile farlo. Le visite, gestite da associazioni di volontariato, sono ad ingresso libero ma, laddove interessati, si può fruire anche di una guida.

Specifiche foto dal web

Titolo: Fossa (AQ) – Chiesa di Santa Maria ad Cryptas
Autore: Pietro
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Titolo: Bominaco-Abbazia di Santa Maria Assunta
Autore: Pietro
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Titolo: Bominaco-Oratorio di San Pellegrino
Autore: Pietro
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Titolo: Fossa (AQ) – Chiesa di Santa Maria ad Cryptas – Ritaglio del dettaglio del portale
Autore: Pietro
Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Fossa_(AQ)_-_Chiesa_di_Santa_Maria_ad_Cryptas_01.jpg
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