Uno scatto di Mimmo Jodice – Foto: Paola Germana Martusciello
Naòs ricorda il maestro della fotografia metafisica.
Mimmo Jodice, maestro assoluto della fotografia, uno sguardo unico e penetrante, interprete profondo della bellezza, ha lasciato la sua dimensione terrena dopo aver trasmesso una impronta geniale ed esercitato una svolta sostanziale nel panorama artistico dell’universo fotografico del secondo Novecento, con significative elaborazioni, attraverso scatti pronti a catturare verità nascoste e profonde, riconosciuti come opere d’arte in tutto il mondo, accolti con grande entusiasmo negli spazi museali delle grandi metropoli come Filadelfia e New York. Gli scatti di Jodice raccontano in che modo la sua cifra stilistica e il suo stile elegantemente metafisico non abbandonano mai il gusto per il mondo classico, da cui rielabora forme e concettualizzazioni visive che incantano la visione dei fruitori per quei silenzi che sanno di storia. Infatti, i lavori fotografici di Mimmo Jodice recuperano segni architettonici del mondo classico come archi, colonne spezzate, architravi e capitelli, per determinare atmosfere che sembrano avere il ruolo di bloccare il tempo, restituendone percezioni che evocano intensi lirismi.

Uno scatto di Mimmo Jodice – Foto: Paola Germana Martusciello
Il maestro ricerca incessantemente il significato delle cose, siano statue, alberi, spiagge, ritratti, luoghi o paesaggi; per questo motivo, la sua fotografia diventa manifestazione dell’invisibile, e non fotografia del ricordo, ma quella del presente: un continuo lavoro sull’assenza che diventa presenza per tracciare i percorsi di una umanità la cui natura vibra attraverso i valori inequivocabili della luce. Jodice ha sempre ricercato ‘l’essenza del tutto’, infatti la sua filosofia fotografica si concentra in ogni modo in quel concetto che rappresenta un fondamento, ripetuto più volte nelle sue interviste: “quando fotografi devi fermare il tempo, prima che lui se ne accorga e si vendichi.” Infatti, è proprio in questo tempo bloccato che prende l’avvio il suo incipit artistico, quasi attraverso una meditazione visiva che diventa linguaggio di luce; è come se scrivesse un racconto, con i punti, le soste, le pause negli angoli più bui e meno evidenti: oggetti, cose, luoghi, paesaggi, che svelano verità nascoste dal tempo, nascoste dalle sue impalpabili polveri, spazzati via dalla forza della luce, risistemati, ricomposti dal suo sguardo altamente lirico. Il suo lavoro evidenzia un continuo interrogarsi sul presente, un guardare al passato per proiettare il suo futuro verso urgenze artistiche in cui poter trasformare la propria esistenza.

Uno scatto di Mimmo Jodice – Foto: Paola Germana Martusciello
Le origini del maestro le troviamo nel quartiere della Sanità: il ventre di Napoli, ricolmo di luoghi significativi, di vibranti luci ed ombre violente, che lui ha incontrato ogni giorno, che ha vissuto come motivo esistenziale, introiettato nei suoi sguardi interiori, da cui ha catturato realtà sociali, ma soprattutto ha cercato di restituire, al fruitore inconsapevole, in quegli aspetti che lo caricano di emotività. Da ragazzino inizia ad osservare la sua città negli aspetti più veri ed inquietanti nei quali ritrovava il suo anelito di luce: vicoli bui, palazzi nobiliari dalle architetture possenti che ricordano fasti e glorie di una città decadente a cui lui si lega sempre di più nel corso degli anni, come se la sua fosse una missione non solo estetica ma anche spirituale, per riconciliare quegli aspetti che avrebbero potuta renderla brutta; un riscatto per una città cosmopolita, una città mai oleografica, ma colta in attesa per poter vivere cambiamenti, sospesa in una luce di alta, sublime bellezza.

Uno scatto di Mimmo Jodice – Foto: Paola Germana Martusciello
Nel 1969 inizia a collaborare con il gallerista napoletano Lucio Amelio, il cui clima artistico e culturale stimola e rende costruttiva la sua visione artistica, e affronta la ricerca sulle origini di Napoli. Successivamente incontra il maestro Roberto De Simone che divenne un supporto essenziale per riscoprire i valori del mito e del mistero che impregnano i luoghi di Napoli, tutto per ancorare i nostri sguardi, quelli dell’anima, ad una città che rappresenta la nostra identità. Forme, materia, come pietre, luce, spazio e tempo, come luoghi subliminati da uno sguardo intelligente che oltrepassa lo stesso obiettivo fotografico: questa è stata la ricerca artistica del grande fotografo che lascia una eredità culturale ed estetica di inestimabile valore a noi tutti che lo abbiamo conosciuto, vissuto ed amato.
Paola Germana Martusciello

Uno scatto di Mimmo Jodice – Foto: Paola Germana Martusciello

La professoressa Martusciello condensa nella parte finale del ricordo del grande Artista il suo lavoro: materia,forma,luce,spazio e tempo
E così lo ricordiamo
Commento preciso e profondo al contempo
Grazie Paola Germana che ci hai fatto rivivere attraverso le foto di Mimmo Jodice l’incessante ricerca di senso e significato, ricerca che ci accompagna nei luoghi, nelle cose e negli oggetti.
Grazie Paola per aver condiviso questo tuo ricordo così sentito e personale.
Avendolo conosciuto solo di sfuggita, il mio ricordo è legato più alle sue opere e alle sue mostre. Immagini di grande impatto, che mi hanno sempre trasmesso una certa intensità, a tratti quasi severa.
Attraverso la presentazione della dottoressa Martusciello possiamo ammirare le opere di Mimmo Iodice che superano forme e materie
Il ricordo preciso e accorato fatto dalla dottoressa Martusciello ci fa apprezzare il genio di Mimmo Jodice, una delle voci più limpide e profonde della fotografia italiana che lascia un patrimonio di immagini che ci restituiscono il mondo in una forma sospesa, quasi metafisica.
È davvero bello quando un articolo riesce a rendere giustizia all’artista di cui parla — soprattutto uno come Mimmo Jodice, che ha saputo raccontare Napoli e l’animo umano con uno sguardo unico.
Le parole della dottoressa Martusciello, unite alla scelta delle fotografie, evidentemente hanno saputo trasmettere quella profondità e quella poesia che caratterizzano l’opera di Jodice.
Articolo molto bello .. le foto suggestive .. complimenti all autrice
Ottime foto per ricordare questo triste evento.
L’articolo di Paola è senz’altro molto esplicativo e sintetico del percorso umano e artistico di Mimmo Jodice.Bravissima !
Ricordo con orgoglio di aver assistito e partecipato, insieme ad altri studenti amici a l’ inizio del percorso di
di maestro in Accademia (1970), quando allestimmo la prima camera oscura, a fianco del teatro.Anche noi coinvolti e travolti dalla passione del maestro, ancora oggi ci ritroviamo con il fuoco della fotografia dentro. Grazie Mimmo, la terra ti sia lieve 🙏