L’intervento del direttore generale dei musei, prof. Massimo Osanna – Foto: Giorgio Manusakis

Inaugurato il 30 giugno il nuovo allestimento Domus. Gli arredi di Pompei, composto in gran parte da reperti custoditi finora nel famoso deposito “Sing Sing”.

È noto che il Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), soprattutto a partire da circa un decennio, è un museo estremamente vivo e sorprendente che, oltre a valorizzare ulteriormente le infinite e stupende opere d’arte custodite tra le sue mura, organizza mostre sempre molto interessanti che consentono ai suoi visitatori di scoprire meraviglie che, altrimenti, non potrebbero apprezzare perché esibite in musei lontani oppure perché mai esposte prima. È ancora visitabile, fino al 30 settembre, la mostra Tesori ritrovati – Storie di crimini e reperti trafugati in cui è possibile ammirare capolavori finora mai mostrati in quanto oggetto di sequestro giudiziario e custoditi nel deposito del museo. Ma i reperti custoditi nel deposito del Mann sono ancora innumerevoli e se alcuni sono finalmente visibili, sia pure temporaneamente, nell’esposizione Tesori ritrovati – Storie di crimini e reperti trafugati e molti altri sono stati mostrati da Alberto Angela in una puntata di “Passaggio a Nord-Ovest” in cui il famoso divulgatore ha fatto conoscere a tutti, rendendolo ancor più famoso, il deposito chiamato dagli addetti ai lavori “Sing Sing”, dal 30 giugno una nuova esposizione, denominata Domus. Gli arredi di Pompei, rende finalmente visibili al pubblico altri stupendi reperti finora mai esposti. Dei circa duecentocinquanta reperti di cui si compone l’allestimento, infatti, buona parte proviene dai depositi del Mann. Visitare questa esposizione, che non è temporanea ma permanente, non significa solo entrare nelle case dei pompeiani, capire come vivevano, scoprire i loro oggetti di uso quotidiano, dove dormivano o su quale tavolo consumavano i loro pasti o, ancora, come adornavano e abbellivano le loro case, ma significa anche comprendere in che modo questi oggetti hanno influenzato successivamente l’arte e il design moderno.

Alcuni dei reperti esposti – Foto: Giorgio Manusakis

L’esposizione inizia con un’esperienza immersiva, ispirata alla Casa del Fauno, che, grazie alle nuove tecnologie, ci consente di ‘entrare’ nella vita quotidiana di Pompei. Si passa, in seguito, nelle sale in cui inizia la mostra vera e propria; lo sguardo del visitatore è colpito dai capolavori con cui venivano arredate le case dei pompeiani: tavolini riccamente decorati con immagini in bronzo che riproducono motivi come la sfinge o un busto della dea Atena; statuette di Narciso o di Apollo, ma anche una splendida Vittoria alata in bronzo. D’altra parte il fruitore resta sorpreso nel poter ammirare un bellissimo tavolo realizzato nell’800 assemblando un ripiano coevo eseguito a mosaico con quattro piedi marmorei antichi provenienti dalla Casa del Fauno di Pompei.

Statuetta in bronzo della Vittoria alata – I sec. d.C. – Foto: Giorgio Manusakis

Come abbiamo prima accennato, le scoperte di Pompei hanno avuto una forte influenza sull’arte e nel design non solo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, ma anche successivamente. Infatti, tra coloro che ammirarono i reperti pompeiani e furono influenzati da essi, figurano anche personalità come architetti, tra cui Le Corbusier, e artisti come Pablo Picasso, nelle cui opere che rappresentano immagini di uccelli si possono ritrovare riferimenti all’arte pompeiana, come in un affresco del I secolo d.C., presente nell’esposizione, in cui è raffigurato un rigogolo.

Affresco con raffigurazione di un rigogolo – I sec. d.C. – Foto: Giorgio Manusakis

Tra i capolavori esposti possiamo ammirare opere come il rilievo con Orfeo, Euridice e Hermes. Inoltre, curiosità suscitano anche gli arredi come una cassaforte o il ‘famoso’ letto triclinare su cui i romani banchettavano; in questo caso il triclino è arricchito da intarsi di argento e rame, oltre che da ornamenti metallici a rilievo, che dimostrano perizia tecnica/esecutiva.

Rilievo in marmo bianco raffigurante Orfeo, Euridice e Hermes – Copia romana del I sec. d.C. da un originale greco del V sec. a.C. – Foto: Giorgio Manusakis

Le sale che ospitano questo nuovo allestimento, curato dal direttore generale dei musei, prof. Massimo Osanna, Andrea Milanese e Ruggiero Ferrajoli, con la collaborazione di Luana Toniolo, si trovano al secondo piano del museo, realizzando l’obiettivo di far ‘entrare’ il visitatore e partecipare degli ambienti pompeiani in cui sono state ricreate quelle atmosfere di quotidianità e semplicità di vita. Inoltre è stato possibile fruire del nuovo riallestimento delle grandi pareti affrescate e restaurate della villa di Numerio Popidio Floro a Boscoreale e della nuova illuminazione realizzata per le sale dedicate agli affreschi di Pompei. Infatti, quest’ultimo aggiornamento in particolare, ha notevolmente migliorato la visione degli stupendi dipinti esposti, che ora appaiono come se fossero stati restaurati di recente.

Stucco policromo raffigurante Eracle e due donne – Pompei, Casa del Meleagro – 62-79 d.C. – Foto: Giorgio Manusakis

2 pensiero su “E il Mann svela i suoi ‘segreti’ pompeiani…”

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