Poe, Graham’s Magazine 1845 – Autore foto: Thomas B. Welch – Murders in the Rue Morgue 1841, Edgar Allan Poe – Licenza: Public domain, via Wikimedia Commons

Lo scrittore americano pubblicò il 20 aprile 1841 The Murders in the Rue Morgue, racconto considerato dai critici come il primo giallo della storia della letteratura.

La lettura di un romanzo giallo è un rituale al quale, forse, nessuno si è sottratto almeno una volta nel corso della propria vita, in quanto è un tipo di narrativa che prende il lettore, nella sua estrema eterogeneità, senza che se ne renda conto. Tale genere letterario è stato per lungo tempo bistrattato, confinato in un ‘ghetto’ frequentato da autori e lettori considerati di ‘serie B’. Invero, a ben vedere, la storia della letteratura non dice questo, anzi tutt’altro. Molti titoli considerati classici e di grande successo, prodotti dai cosiddetti autori maggiori, hanno un impianto giallo: basta pensare a Delitto e Castigo di Dostojevskij, Amleto di Shakespeare, Cronaca di una morte annunciata di Gabriel García Márquez, Il nome della rosa di Umberto Eco e tanti altri. Se vogliamo, poi, i primi spunti del genere giallo sono rintracciabili addirittura nei testi classici; ne è un esempio l’Edipo Re di Sofocle, tra le più note tragedie greche, risalente ad oltre 2400 anni fa, dove appaiono un delitto misterioso, un’indagine e un finale a sorpresa.

Kylix attica a figure rosse raffigurante Edipo e la sfinge (480-470 a.C.) – Roma, Musei Vaticani – Foto: Giorgio Manusakis

Il giallo moderno

Nella sua accezione più moderna un romanzo giallo, per essere considerato tale, non può prescindere dalla presenza di tre caratteristiche fondamentali: un crimine (un omicidio violento, un avvelenamento, una sparizione o un semplice furto); un’attività investigativa; la risoluzione del mistero grazie a un protagonista che, tra indizi e deduzioni, arriva alla verità. Appare evidente che su questi tre elementi di base va a incidere, poi, una serie di variabili direttamente collegate allo stile dello scrittore che determina la caratterizzazione in uno dei numerosi sottogeneri, quali, ad esempio, l’hard boiled – con indagini dai risvolti reali e cruenti – o il thriller che fa della suspense il suo filo conduttore. Chiaramente nella trama sarà la figura del geniale investigatore ad avere un ruolo fondamentale – sia che si tratti di un carismatico poliziotto, di un investigatore privato, di un prete o di una tenera anziana signora – ma non mancano romanzi in cui il protagonista può essere cattivo, intelligente, psicologicamente forte e spesso con un suo codice d’onore. Va precisato che il termine ‘giallo’ in Italia nasce quando la casa editrice Arnoldo Mondadori, nel 1929, pubblicò una collana di libri polizieschi che avevano una copertina di questo colore.

Richard Austin Freeman – L’affare D’Arblay (The D’Arblay Mystery) – I Gialli Mondadori 1931
Autore foto: Archivi Mondadori – Licenza: CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Il primo romanzo giallo moderno: The Murders in the Rue Morgue

La detective story è senza dubbio uno dei generi più amati e letti della narrativa moderna e in molti si sono chiesti: chi ha inventato il romanzo poliziesco come lo intendiamo oggi? La risposta risale alla prima metà dell’Ottocento quando il crimine diventa materia di riflessione e il genere narrativo comincia anche a esplorare i meandri della mente umana.

Il primo testo universalmente riconosciuto come antesignano del romanzo poliziesco e/o giallo è The Murders in the Rue Morgue (Gli omicidi della Rue Morgue), un racconto scritto da Edgar Allan Poe (Boston, 1809 – Baltimora 1849) e pubblicato il 20 aprile 1841 sulla rivista The Graham’s Lady’s and Gentleman’s Magazine di Filadelfia, con cui in quel tempo lo scrittore collaborava.

Pur trattandosi di un racconto breve e non di un romanzo stricto sensu, è strutturato con tutti gli elementi fondanti del genere: c’è un crimine inspiegabile, un investigatore geniale, un narratore-assistente (non identificato) e la deduzione logica come strumento d’indagine. Per non rovinare le aspettative di chi volesse leggerlo ci si limita a dire che la vicenda si svolge a Parigi, dove due donne vengono brutalmente uccise nel loro appartamento in Rue Morgue. Il caso sembra irrisolvibile per la polizia poiché le porte dell’abitazione sono chiuse dall’interno e i testimoni forniscono testimonianze contraddittorie sulla lingua dell’assassino. L’enigmatico e brillante Auguste Dupin – che non è un poliziotto – con l’aiuto del narratore decide di indagare e attraverso le sue osservazioni dettagliate deduce chi è il colpevole.

Graham’s Magazine, April, 1846 – Licenza: Public domain, da Wikimedia Commons

Con il suo racconto e con il suo protagonista Poe va a inaugurare il modello del detective razionale, l’archetipo dell’investigatore solitario, sagace, che viene contattato dalla polizia quando non riesce a risolvere il crimine. Dupin osserva e fa notare al narratore ciò che è importante considerare, per poi rendere disponibili gli indizi durante la storia, dando la possibilità al lettore di ragionare e di risolvere l’arcano. Insomma, egli è un investigatore che si affida non al caso e all’improvvisazione, ma ad un processo mentale strutturato, applicando tecniche specifiche che oggi chiamiamo di criminal profiling, basate sul metodo induttivo, deduttivo, scientifico e geografico.

Il detective immaginario di Poe, Dupin, peraltro è presente in tre racconti dello scrittore, che così introduce un’altra caratteristica del genere poliziesco: il personaggio ricorrente, che diventerà nel tempo la fortuna di numerose serie di libri.

Sebbene si tratti di un breve racconto, esso, quindi, come importanza non può che essere considerato il capostipite del romanzo poliziesco. I primi veri testi strutturati arriveranno solo qualche decennio dopo con opere come The Notting Hill Mystery, del 1865, attribuito a Charles Felix; The Moonstone (La pietra di luna) del 1868, di Wilkie Collins, uno dei primi gialli inglesi a tutti gli effetti; e soprattutto A Study in Scarlet (Uno studio in rosso) del 1887, il primo di una serie di opere di Sir Arthur Conan Doyle con protagonista il celebre e iconico detective Sherlock Holmes.

L’evoluzione del romanzo giallo nel mondo: da Doyle a Christie e Stieg Larsson

Il romanzo Uno studio in rosso e il suo infallibile investigatore segnano l’inizio di un periodo in cui tale tipo di narrazione vive un periodo d’oro soprattutto in Inghilterra dove, negli anni Venti e Trenta del Novecento, vedono la luce i romanzi di autori come Agatha Christie, Dorothy L. Sayers e G.K. Chesterton, nelle cui trame, ambientate in contesti eleganti, a farla da padroni sono l’intuito e l’osservazione di personaggi come Poirot e Miss Marple.

C’era una volta sull’Orient Express – Mostra all’Istituto del Mondo Arabo – Autore foto : Yann Caradec from Paris, France – Licenza: CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons

Contemporaneamente negli Stati Uniti, nella prima metà del secolo scorso, le trame dei romanzi di genere poliziesco si fanno più dure, realistiche, richiamando temi come la corruzione, la solitudine e i contesti sociali degradati. Gli investigatori sono, molto spesso, persone ciniche, disilluse e, in alcuni casi, con tratti ambigui. Così, dai romanzi di Dashiell Hammett (Il falcone maltese) e Raymond Chandler (Il grande sonno) nascono altri personaggi molto conosciuti come Sam Spade e Philip Marlowe. Il noir rinuncia all’eleganza del crimine ‘da salotto’ per abbracciare la violenza, la tensione e l’ambiguità morale, occupandosi anche dell’introspezione psicologica dei protagonisti. Un caso a parte è lo scrittore statunitense Rex Stout che nelle sue storie, con protagonista l’obeso detective Nero Wolf, appassionato di cucina e di orchidee, riesce a far coesistere il giallo d’azione americano e quello più deduttivo e raffinato proprio della letteratura di genere inglese.

Il crescente consenso del pubblico, che sin dai primi momenti dimostrò di apprezzare queste storie, diede impulso alla stesura di opere letterarie con trame gialle in tutto il mondo e i loro autori divennero popolarissimi. Basta ricordare anche Georges Simenon, il romanziere francese di origine belga, creatore del celebre personaggio del commissario Maigret, o anche Manuel Vázquez Montalbán, con le imprese dell’investigatore Pepe Carvalho.

In tempi più recenti il genere giallo ha assunto connotazioni diverse, e così nascono il legal thriller (Carofiglio, Grisham), il procedural (Cornwell), il giallo storico (Eco, Follett), fino ad arrivare al successo globale del giallo nordico con autori come Stieg Larsson, con la trilogia Millenium, Uomini che odiano le donne e Jo Nesbø e le avventure del detective Harry Hole, solo per citare i più noti.

Il giallo italiano: Montalbano, Ricciardi e gli altri

Anche in Italia il giallo ha una lunga tradizione che nasce nel 1851-1852 quando viene pubblicato, prima a puntate sulla rivista letteraria napoletana Omnibus e successivamente in volume unico, il romanzo Il mio cadavere di Francesco Mastriani. Altri testi della seconda metà dell’Ottocento che vale la pena ricordare sono: Il cappello del prete di Emilio De Marchi del 1887; L’assassinio nel Vicolo della Luna di Giulio Piccini, in arte Jarro, del 1891; I misteri delle soffitte di Carolina Invernizi, del 1901.

Quanto ai giorni nostri, ho accennato a Umberto Eco. Il nome della rosa, con le sue dotte citazioni, pubblicato nel 1980, può essere considerato, senza timore di essere smentito, il più famoso romanzo giallo ambientato in età medievale, tanto da essere conosciuto in tutto il mondo e apprezzato anche da chi non è un appassionato di questo genere. Ulteriori opere del filosofo e semiologo, pur non essendo veri e propri gialli, ne contengono alcuni elementi, ossia Il pendolo di Fucault, Baudolino, L’isola del giorno prima, Il cimitero di Praga.

Guardando invece ai tanti scrittori italiani la cui produzione è caratterizzata da filoni crime, non possiamo non citare:

  • Andrea Camilleri e il suo commissario Montalbano, impegnato in storie ambientate nell’immaginaria cittadina di Vigàta, che rappresenta lo specchio della cultura, delle tradizioni e delle problematiche sociali della Sicilia. Nella scrittura delle sue opere Camilleri arricchisce i dialoghi con espressioni e termini dialettali, creando un linguaggio particolare che rende ancora più autentiche le storie raccontate;
  • Maurizio De Giovanni, con i suoi gialli dalle tinte gotiche ambientati nella Napoli degli anni ‘30 del secolo scorso ed il relativo protagonista, il commissario Ricciardi, dotato di un ‘dono’ particolare: può vedere i morti;
  • Gianrico Carofiglio e le storie seriali che vedono protagonisti l’avvocato Guerrieri, il maresciallo Fenoglio o l’ex P.M. Spada, in buona parte ambientate a Bari, dove vengono affrontati temi sentiti come la giustizia, l’umanità, il senso di colpa, i dilemmi etici e morali.

Porto Empedocle, murales di Andrea Camilleri – Autore foto: Antonio Pignato – Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

Dai romanzi ai film e alle serie TV

Molti personaggi nati dalla penna e dalla tastiera dei maggiori scrittori di successo sono diventati, poi, noti a tutti, e quindi anche a coloro che non fanno della lettura il proprio passatempo, grazie alla loro comparsa sul grande e sul piccolo schermo. Chi è un po’ meno giovane non può non ricordare la serie TV con Nero Wolf (interpretato da Tino Buazzelli), o gli sceneggiati degli anni Sessanta con protagonista il commissario Maigret (con Gino Cervi), riproposti nei decenni successivi in versioni più moderne.

Arnoldo Mondadori, Georges Simenon, Gino Cervi – Autore foto : Archivi Mondadori – Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

In tempi più recenti, sempre molto seguite sono le fortunate fiction televisive che hanno per protagonisti gli investigatori Miss Marple ed Hercule Poirot, così come gli adattamenti televisivi sceneggiati dai romanzi di Camilleri e De Giovanni, con protagonisti il commissario Montalbano e il commissario Ricciardi, solo per citare i più noti. Tutto è partito da I delitti della Rue Morgue. Il testo rappresenta la visione pionieristica di un nuovo genere narrativo rivoluzionario, che ha messo al centro del racconto il processo mentale che conduce alla scoperta del colpevole e non l’azione criminale. Lo stesso Poe definirà questo tipo di narrativa come “tales of ratiocination” (“racconti del ragionamento”), delineando quegli elementi che gli scrittori successivi avrebbero sviluppato ulteriormente. L’autore americano ha insegnato ai lettori, per la prima volta, che dietro ogni enigma si cela una logica, facendo scoccare la scintilla della passione per l’indagine e del piacere di risolvere i casi più indecifrabili, già durante la lettura, attraverso la deduzione e l’osservazione.

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Titolo: Poe-Graham’s-Magazine-1845
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Titolo: Murders-in-the-Rue-Morgue-1841
Autore: Edgar Allan Poe
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Titolo: Richard Austin Freeman – L’affare D’Arblay (The D’Arblay Mystery) – I Gialli Mondadori 1931
Autore: Archivi Mondadori
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Titolo: Graham’s April 1846 Poe Phil Comp
Autore: Edgar Allan Poe, “The Philosophy of Composition”, Graham’s Magazine, April, 1846.
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Titolo: Il était une fois l’Orient Express – Exposition à l’Institut du Monde Arabe (14)
Autore: Yann Caradec from Paris, France
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Titolo: Porto Empedocle, murales di Andrea Camilleri
Autore: Antonio Pignato
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Titolo: Arnoldo Mondadori Georges Simenon Gino Cervi archivi Mondadori AA205957
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