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La casa editrice Sellerio ha pubblicato lo scorso novembre la ristampa di La lunga ombra, noto romanzo thriller del 1975 scritto da Celia Fremlin.
a cura di Simona Colletta
Un lutto e una famiglia da ricomporre
Se Imogen Barnicott avesse potuto scegliere come trascorrere il primo Natale dopo la morte improvvisa del marito Ivor, si sarebbe ritirata nella pace e nel silenzio, cercando nel ristoro della solitudine il recupero degli spazi lasciati vuoti dall’affascinante e ambizioso consorte, stimato docente di lettere classiche. Nella “casa del lutto” si sarebbe finalmente respirata un’aria distesa se, a due mesi dal funerale, non fossero arrivate le feste natalizie con i cliché imposti, i tanti ospiti e un processo di ricostruzione familiare in atto di cui la vedova avrebbe fatto volentieri a meno.
Ivor lasciava dietro di sé una scia di rapporti ostili e irrisolti che dopo la sua morte necessitavano di un nuovo assetto. Le feste non erano altro che la buona occasione per le ex mogli, i figliastri, i nipoti e la giovane amante di raccogliersi sotto il tetto della casa patriarcale per sciogliere i rispettivi nodi esistenziali. Accresce la tensione un’ombra lunga che si aggira tra gli ospiti, lasciando indizi del suo passaggio: forse un poltergeist, di cui solo i bambini avvertono la presenza.
Il mystery si articola in una serie di colpi di scena che catturano l’attenzione attraverso una sequenza di rivelazioni che, di capitolo in capitolo, delineano il profilo e la psicologia dei personaggi, lasciando il lettore con il fiato sospeso fino ad arrivare ad un finale inatteso, ironico ed amaro.
Un romanzo che fa luce sulle ‘oscurità’ della borghesia inglese
La lunga ombra è un thriller scritto da Celia Fremlin, pubblicato in Gran Bretagna nel 1975, recuperato dalla casa editrice Sellerio e uscito in libreria l’11 novembre 2025 con la traduzione di Chiara Rizzuto (già in ristampa). La scrittrice, apprezzata dal pubblico e dalla critica per i suoi romanzi noir, vinse nel 1960 il premio Edgar Award. Nei suoi libri affronta con toni umoristici e dissacranti le contraddizioni e le ipocrisie della società inglese, mettendo in luce i limiti dei rapporti fondati sugli stereotipi sociali.
Il racconto tratta il tema del lutto e del recupero della quotidianità dopo un grande dolore, con un linguaggio sincero e senza giri di parole, scavando nella psicologia di chi resta e deve fare i conti con le questioni non risolte. La Fremlin tratteggia anche diverse figure femminili che ruotano attorno alla personalità narcisistica di Ivor, ognuna con un livello diverso di autonomia rispetto alla capacità manipolatoria del defunto. Imogen è il perno intorno al quale ruotano tutti gli altri personaggi: la più consapevole della capacità di controllo del marito e la più desiderosa di rivalsa dopo la liberazione da un rapporto restrittivo e castrante. Fra tutte le donne della storia ce n’è una che sfugge dai meccanismi di controllo maschile, creando un’alleanza al femminile e concludendo la narrazione con una sottile vena ironica, che riporta luce sulle ombre.
