Alcuni degli scatti di Mimmo Jodice in esposizione – Foto: Paola Germana Martusciello

In mostra fino al 1° settembre a Napoli gli scatti del fotografo partenopeo, affiancati dalle opere di De Chirico a cui si è ispirato.

Lo spazio metafisico che coglie Mimmo Iodice nella sua ricerca fotografica è il vero tessuto connettivo, la trama vivente che caratterizza i lavori in una splendida mostra fotografica su Napoli Metafisica, allestita presso il Castello angioino, in cui la città si configura come una metropoli silente, disabitata, sicuramente lontana dagli stereotipi fotografici delle categorie del bello e del brutto; uno sguardo diverso che accoglie, attraverso il silenzio, architetture trabeate, archi a tutto sesto, campanili, spiagge desolate, brandelli di piazze che accolgono memorie di un mondo classico disseminato sul territorio urbano ed extraurbano. Tutto questo trasforma il fruitore in un viaggiatore che percorre, come Ulisse, le tappe di una nuova odissea, non cantata da Omero, ma guardata attraverso un obiettivo che afferra dalla quotidianità modelli e stili di “un passato che non viene ‘fissato’ nella sua lontananza dell’oggi”, ma in esso rappresentato e custodito per modificare la realtà in cui si ritrovano intuizioni che riescono a trascendere il dato oggettivo. D’altra parte Iodice attraversa il pensiero della Metafisica di de Chirico e il suo obiettivo è concentrato sulla possibilità di catturare quel silenzio ipnotizzante, che rappresenta un enigma, sembra essere quasi un respiro trattenuto per raccontare, sicuramente, non la storia dei luoghi, ma per svelare, invece, l’identità di un territorio segnato da una dimensione spazio/tempo che contraddistingue la storia di un mito.

Uno degli scatti di Mimmo Jodice in esposizione – Foto: Paola Germana Martusciello – Giorgio de Chirico – Piazza d’Italia con fontana (1968) – Olio su tela

La Napoli raccontata da Iodice, in questa scelta di lavori, è una città dove, in effetti, la quiete è il tramite narrativo del lessico fotografico, così come delinea il curatore nella sua presentazione: “il silenzio che avvolge i luoghi, raro, impalpabile, si trasforma in un evento musicale dal sapore ancestrale, che trova la sua sede di acquisizione nelle note di un corpus più ampio, quello di un inconscio collettivo da cui emergono memorie che si rintracciano nelle penombre/ombre, che si proiettano negli angoli bui di una città sorprendentemente diversa, come in un sogno dove tutto è, e dove tutto può diventare altro, oltre quello che è, le cui presenze alle volte si determinano come enigmi il cui significato può essere racchiuso nelle architetture fotografate”. Cinquanta scatti che, insieme, nelle diverse collocazioni del castello come l’Armeria, la Cappella Palatina, la sala Consiliare, la Cappella delle anime al Purgatorio, indicano percorsi scanditi da archetipi metafisici ‘ombre’, forse distanze, colonne classiche con capitelli, apparizioni, miti che dibattono argomentazioni con le opere pittoriche di de Chirico, il maestro forse assoluto dell’enigma, ma anche delle architetture impossibili.

Una delle sale dell’esposizione – Foto: Paola Germana Martusciello

La Metafisica è, dunque, una poesia misteriosa e solitaria, altro non è che uno stato d’animo; scrive lo stesso de Chirico: “è un tempo sospeso”, una nostalgia malinconica, che suggerisce visioni che determinano sensazioni di spaesamento, atmosfere cristallizzate, per svelare una possibilità di realtà altra; il racconto di ombre cercate e riportate, i contorni definiti, dettagliati, così come anche Mimmo Iodice espone nei suoi scatti. E, quindi, l’intreccio visivo dei dipinti e delle fotografie sospende gli sguardi del visitatore, nel desiderio di ritrovare un oltre che esiste davvero.

Uno degli scatti di Mimmo Jodice in esposizione – Foto: Paola Germana Martusciello – Giorgio de Chirico – Interno metafisico con officina e vista sulla piazza (1969) – Olio su tela

La mostra, curata da Vincenzo Trione, si snoda nelle sale scarne di pietre medioevali, illuminate da grandi finestre con archi a punta, per ospitare il repertorio fotografico insieme ai dipinti del Pictor Optimus. Un filo invisibile ma delicato e sinuoso si instaura tra le opere dei due artisti aprendo un dialogo avvincente e misterioso.

Uno degli scatti di Mimmo Jodice in esposizione – Foto: Paola Germana Martusciello – Giorgio de Chirico – Piazza di Santo Stefano vista in sogno (1973) – Matita, carboncino acquerellato e acquerello nero e a colori su cartoncino

Grande maestro dell’arte dello scatto, Iodice svela nei suoi lavori i palpiti della poetica metafisica dechirichiana, risolvendone il respiro nelle forme ricercate, con attenzione, di chiara struttura classica: uno sguardo intimistico legato alla ricerca pittorica di de Chirico, come si evidenzia in quelle connessioni continue tra le piazze, le strade, gli angoli della città, le ombre allungate che definiscono spazi semivuoti di cose, di persone, in cui si ritrovano le ricchezze di quelle memorie stratificate, per inseguire un continuo ritorno tra spazio e tempo.

Alcuni degli scatti di Mimmo Jodice in esposizione – Foto: Paola Germana Martusciello

Fotografie unite da un continuo gioco visivo che ci offrono una chiave di accesso importante di lettura: quella della rappresentazione di una nuda verità che mette tutto in discussione, poter osservare Napoli attraverso un viaggio visivo, un lavoro ‘sull’assenza’ che diventa presenza, un perdersi insieme, proprio in quell’assenza, attraverso un bianco e nero di una essenzialità sorprendente, in quelle eleganti impaginazioni delle prospettive che creano profondità straordinarie attraverso i drammatici giochi chiaroscurali; una ricerca raffinata della luce che scrive le storie dei luoghi, un dono che viene offerto dal maestro per poter osservare il nostro territorio, per poter dialogare con esso con il fine ultimo di poterlo interrogare.

Alcuni degli scatti di Mimmo Jodice in esposizione – Foto: Paola Germana Martusciello

La fotografia di Iodice diventa un portale di ingresso verso ciò che conduce ad un’altra realtà; ed è questa la capacità visionaria del maestro che restituisce, attraverso forme di lirismo estetizzante, al fruitore ipnotizzato da tanta bellezza, i codici, appunto, essenziali e cruciali dell’estetica metafisica, per volerlo accompagnare verso una strada che abbia la forza emotiva di esorcizzare le inquietudini del ‘nulla’, che da sempre sono l’assillo di tutta l’umanità.

Paola Germana Martusciello

Di admin

12 pensiero su “Una misteriosa Napoli metafisica nelle foto di Mimmo Jodice”
  1. Avevo visto la mostra di Jodice ma questo articolo di Paola Martusciello è riuscito a esplicitare in maniera perfetta le sensazioni che ho provato e che non sarei stata capace di esprimere. Ringrazio Paola per il suo bellissimo lavoro.

  2. Non ho ancora visitato la mostra ma mi riprometto di farlo al più presto sia perché apprezzo molto le opere di Iodice sia per la location che le ospita ma soprattutto perché quest’articolo della dottoressa Martusciello descrive in modo realistico le foto, ne eviscera il significato comunica la loro ubicazione, invoglia il lettore ad una esperienza concreta da vicino

    1. Corposa, esaustiva, approfondita l’analisi della Prof Martusciello sulla mostra del Maestro Jodice negli spazi del Castello Angioino. Scatti espressi in chiave metafisica, come del resto quasi tutta l’opera del celebre artista partenopeo. l’articolo ci narra di 50 “bianchi e neri” che fermano il tempo,
      restuendoci il senso di eternità e sospensione, il lirismo di una città consapevolmente mitica. Grazie per questo ennesimo contributo.

  3. Anche se non ci sono stata la descrizione dettaglia e realistica mi ha fatto immaginare di essere lì .. bellissimo articolo .. complimenti

  4. Complimenti alla professoressa Martusciello per il puntuale e suggestivo articolo che è un ulteriore omaggio a Mimmo Iodice con la mostra che presenta una selezione di fotografie di Napoli ispirate all’estetica metafisica di De Chirico, con “obiettivo” su paesaggi e vedute della città

  5. Articolo di grande impatto emotivo nel racconto delle foto di una Napoli metafisica. Complimenti

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