David Lynch – Autore foto: Sasha Kargaltsev – Licenza: CC BY 2.0 via Wikimedia Commons
Il 15 gennaio 2025 è venuto a mancare David Lynch, regista che, mescolando surreale, thriller e dramma psicologico, ha saputo esplorare la psiche umana.
David Lynch ha senza dubbio lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema. Il regista statunitense è infatti riuscito a costruire uno stile inconfondibile, mescolando in maniera innovativa surrealismo, horror psicologico, dramma e mistero in un’alchimia cinematografica in grado di stregare sia il pubblico che la critica. Lynch è stato sceneggiatore, produttore, artista visivo e compositore. Forse proprio questo approccio totale alla ‘settima arte’ gli ha permesso di osare e sperimentare, dando vita a prodotti sempre innovativi, in grado di sorprendere, spaesare, lasciare profondi interrogativi nello spettatore ma al tempo stesso catturarne l’attenzione ed affascinarlo.
Le radici di un grande talento nei viaggi e nella solitudine dell’infanzia
David Lynch nasce il 20 gennaio 1946 a Missoula, nel Montana, e durante l’infanzia si trasferisce molteplici volte in diversi stati degli USA seguendo gli spostamenti del padre, ufficiale dell’Air Force. I continui traslochi ebbero un impatto determinante sull’infanzia del regista poiché, non permettendogli di radicarsi in uno specifico posto, lo avvolsero in una solitudine che stimolò notevolmente la sua propensione all’introspezione. La dislocazione nello spazio e la percezione del tempo, l’esser soli e il coltivare mondi interiori divennero temi centrali nel suo pensiero, generando un filo conduttore che lo ha accompagnato nel corso di tutta la sua carriera cinematografica. Il primo impatto con il mondo dell’arte avviene negli ambiti della pittura e del disegno; dopo aver terminato le scuole superiori si iscrive infatti alla Corcoran School of Art di Washington, dove rimane folgorato dal movimento surrealista, in particolare da artisti come Renè Magritte e Salvador Dalì. Nel 1966, dopo essersi iscritto alla School of the Museum of Fine Arts di Boston, conosce il mondo del cinema grazie all’incontro con un gruppo di giovani cineasti e ne rimane folgorato.
Nel 1967 completa il suo primo lavoro dietro la macchina da presa, dal titolo Six Men Getting Sick; si tratta di un cortometraggio animato di circa un minuto che mostra, proiettate in loop su una scultura che fa da schermo, sei figure che si contorcono in preda al dolore. Successivamente Lynch si trasferisce a Los Angeles, dove si iscrive al California Institute of the Arts.
I primi lavori incentrati sulla ‘distorsione’ interiore e fisica
L’effettivo ingresso del regista nel mondo del cinema avviene circa dieci anni dopo, nel 1977, con il lungometraggio Eraserhead. Il film, realizzato con un budget estremamente ridotto, è una riflessione spiazzante sulla paternità, sull’ansia e sull’alienazione fortemente influenzata dalla fascinazione dell’autore per l’arte surrealista. Eraserhead è diventata una pellicola d’avanguardia e di culto che, mescolando elementi e atmosfere dell’arte visiva con la tecnica cinematografica, proietta lo spettatore in un mondo onirico e claustrofobico in maniera immersiva e impattante.
Nel 1980 Lynch realizza The Elephant Man, un dramma biografico basato sulla storia di Joseph Merrick, un uomo con gravi deformità fisiche, noto come “l’uomo elefante”. A differenza di Eraserhead, che esplorava la ‘distorsione’ dell’esistente e della psiche, The Elephant Man si concentra sulla distorsione fisica e corporea. Questa diversità concettuale con l’opera prima del regista è evidente anche nell’impostazione narrativa. The Elephant Man è un film più tradizionale nel suo approccio, con una narrazione più lineare ma che conserva quel senso di inquietudine claustrofobica, mediante il sapiente utilizzo di luci ed ombre, che ha poi contraddistinto l’intera carriera di Lynch. Il film riceve un grande successo di critica e porterà diverse candidature agli Oscar, tra cui quella per il miglior regista.
Nel 1984 Lynch si avventura in un progetto su scala più ampia: l’adattamento cinematografico del romanzo di Frank Herbert, Dune. A causa della complessità della trama, il film riceve una tiepida accoglienza di pubblico e critica, non riuscendo a replicare il successo delle opere precedenti.
Il grande successo con Blue Velvet e Twin Peaks
La consacrazione definitiva di Lynch arriverà nel 1986 con Blue Velvet, film che si pone come obiettivo quello di mettere in scena i lati più torbidi della provincia americana. La pellicola racconta la storia di Jeffrey Beaumont interpretato da Kyle MacLachlan, un giovane che scopre come sotto l’apparente ordinarietà della città in cui vive si celi un mondo di violenza e perversione. Uno dei focus principali di Blue Velvet è la corruttibilità della mente umana e le ossessioni che la possono affollare sino a scinderla e renderla duale. Il film, con le sue atmosfere noir e il costante senso di tensione psichica, viene acclamato dalla critica e segna l’inizio di una collaborazione duratura tra Lynch e l’attore Kyle MacLachlan, che diventerà una figura centrale in molte delle sue opere successive. Le atmosfere surreali, la mescolanza tra thriller e dramma psicologico, l’indagine sulla psiche umana nei sobborghi americani diventeranno da qui in avanti un marchio di fabbrica che caratterizzerà tutta la successiva filmografia del regista, a partire dalla sua opera successiva, questa volta per la televisione, ovvero Twin Peaks.

Velluto Blu: scena – Autore screenshot: Killb94 – Licenza: screenshot copyrighted by Wikimedia Commons articolo 70 comma 1 della legge 22 aprile 1941 n. 633 modificata dalla legge 22 maggio 2004 n. 128
La serie, creata nel 1990 con la collaborazione di Mark Frost, è un mix di dramma, horror e mistero. Il tema centrale è il misterioso delitto di Laura Palmer, interpretata da Sheryl Lee, che sconvolge radicalmente la vita di una piccola cittadina americana. Ciò che rende Twin Peaks un prodotto unico è il suo approccio cinematografico, ovvero l’idea di trasporre sul piccolo schermo la qualità registica, di sceneggiatura e di ripresa tipica della ‘settima arte’. Questa intuizione è stata l’apripista di una televisione di alta qualità, caratterizzata da trame complesse e ricchezza stilistica che hanno aperto nuove frontiere di sperimentazione ai successivi autori di serie televisive. Twin Peaks è stata cancellata dopo sole due stagioni a causa di una drastica diminuzione degli ascolti. Ciò però non ha certo impedito la consacrazione di Lynch come grande innovatore; la serie ha anche poi dato vita a un prequel cinematografico, Twin Peaks: Fire Walk with Me (1992), che esplora gli eventi precedenti alla morte di Laura Palmer.
L’apice della carriera con Mulholland Drive
Nel 1997 Lynch torna al cinema con Lost Highway, un film che continua a focalizzarsi sul tema della percezione della realtà attraverso una trama enigmatica e una narrazione non lineare che, anche per merito della colonna sonora firmata da Trent Reznor, lo rendono uno dei lavori più inquietanti e spiazzanti mai prodotti dal regista. È però nel 2001 che la carriera di Lynch arriva al culmine con l’uscita di Mulholland Drive. Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio per miglior regia al Festival di Cannes e una candidatura Golden Globe per il miglior film drammatico del 2002. La pellicola, ambientata nella Hollywood degli anni 40, è un thriller psicologico estremamente complesso, che porta in scena alcune delle tematiche più care a Lynch, soffermandosi in particolare sull’illusorietà della realtà, sulla confusione tra il mondo reale e le illusioni, portando lo spettatore in un vortice di non linearità che induce lo stesso a dubitare di ciò che sta vedendo, come se si trovasse nel mondo onirico.
Nel 2006 Lynch darà vita alla sua ultima pellicola per il grande schermo, Inland Empire, che indaga sul potere della violenza e del desiderio attraverso una narrazione estremamente frammentata e non lineare che lo rende uno dei lavori più complessi del regista.
L’ultima opera realizzata da Lynch è per la televisione. Nel 2017 infatti ritorna su Twin Peaks sempre in collaborazione con Mark Frost, dirigendo ogni episodio dell’ultima stagione, regalando ai tantissimi appassionati quel finale che, a causa della cancellazione anticipata dello show avvenuta degli anni ’90, non avevano mai potuto vedere.
La straordinaria eredità cinematografica di Lynch
La carriera di David Lynch può essere definita nel complesso un monumento alla coerenza stilistica, all’amore per il cinema, all’ossessione caparbia per le infinite sfumature dell’animo e della psiche umana e per la loro rappresentazione scenica. L’estetica visiva, che attraverso il sapiente utilizzo di luci e ombre confonde il reale con ciò che non lo è; le ambientazioni misteriose, che creano un costante senso di disorientamento nello spettatore; la narrazione spesso frammentaria che, con l’avanzare della sua carriera, si spinge sempre oltre nella sfida alle convenzioni narrative tradizionali, lo rendono una delle figure più originali, coraggiose, innovative e rappresentative dell’intera storia del cinema, influenzando, come da loro stessi dichiarato, registi come Quentin Tarantino e Christopher Nolan.
Inoltre, l’adozione di formati televisivi più complessi e sofisticati, come dimostrato con Twin Peaks, ha contribuito ad elevare il medium televisivo a livelli artistici precedentemente impensabili. Probabilmente, senza di lui non avremmo avuto prodotti come Lost o The Sopranos che, cavalcando il solco aperto da Lynch, hanno confermato la possibilità per il piccolo schermo di mettere in scena mondi complessi, elaborati e in grado di lasciare il segno nello spettatore.
David Lynch, con il suo stile unico e la sua visione profonda e inquietante del mondo, ha rivoluzionato il cinema contemporaneo, lasciando un’eredità che continuerà a influenzare e ispirare le generazioni future.

David Lynch, 2008 – Autore foto: Gabriel Marchi – Licenza: CC BY 2.0 by Flickr
Specifiche foto dal web
Titolo: David Lynch by Kargaltsev
Autore: Sasha Kargaltsev, CC BY 2.0 via Wikimedia Commons
Licenza: CC BY2.0, via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:David_Lynch_by_Kargaltsev.jpg
Foto modificata
Titolo: Velluto Blu scena
Autore: Killb94
Licenza: screenshot copyrighted by Wikimedia Commons articolo 70 comma 1 della legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio, modificata dalla legge 22 maggio 2004 n. 128
Link: https://it.wikipedia.org/wiki/File:VellutoBlu.png
Foto modificata
Titolo: david lynch, 2008
Autore: Gabriel Marchi
Licenza: CC BY 2.0 by Flickr
Link: https://www.flickr.com/photos/gab_marchi/2911762386/in/photostream/
Foto modificata
