La locandina dell’evento
La 28esima edizione della rassegna Second Hand – Di Seconda Mano ha preso il via giovedì 11 dicembre a Napoli, presso Sala Assoli, con una serata ricca di emozioni, riflessioni e spunti teatrali.
a cura di Mario Severino
Una kermesse dedicata alla coreografia d’autore giovanile
Curata da Gabriella Stazio e organizzata da Movimento Danza – Organismo di Promozione Nazionale, questa rassegna promuove la coreografia d’autore, con un’attenzione speciale agli artisti under 35, stimolando un continuo dialogo tra autori locali, nazionali e internazionali. Second Hand si conferma così come uno spazio di ricerca, sperimentazione e confronto sulla danza contemporanea, affrontando temi profondi della nostra realtà culturale e sociale. Con quattro appuntamenti in calendario sino al 14 dicembre, la kermesse si è rivelata una vera e propria piattaforma di innovazione ed espressione corporea. Il programma della serata inaugurale di giovedì 11 dicembre ha visto alternarsi tre performance che, pur nella loro diversità, hanno saputo parlare al pubblico con un linguaggio universale e contemporaneo. Ogni pezzo ha messo in luce nuove prospettive sulla danza e sul nostro rapporto con l’emotività, la natura e la narrazione.
Oscure luminiscenze
La prima performance della serata, Oscure luminiscenze, ha proposto una riflessione sul conflitto interiore, ovvero la lotta emotiva che spesso si manifesta nei luoghi più remoti della nostra psiche. Coreografata da Lucas Monteiro Delfino, Flavia Dule e Angela Valeria Russo, interpretata da Flavia Dule, questa breve ma intensa esibizione ha catturato lo spettatore con il suo linguaggio corporeo evocativo. La danzatrice è apparsa sulla scena stretta da lacci, provando a liberarsi da essi durante tutta la coreografia. Quando sembrava esserci riuscita, il senso di costrizione non l’ha comunque abbandonata, in quanto i suddetti lacci che prima la avvolgevano hanno poi formato un perimetro intorno alla sua figura. I movimenti lenti e aggraziati hanno raccontato l’emancipazione da uno stato di prigionia interiore. Il corpo, pur nella sua condizione di blocco e di angoscia, è riuscito infine a liberarsi in un’esplosione finale di vita e speranza.

‘Oscure luminiscenze’ – Flavia Dule – Foto: Mario Severino
Dilatazione di un attimo
Il secondo pezzo, Dilatazione di un attimo, ha portato in scena una riflessione filosofica sul tempo e sullo spazio. Creata da Noemi De Rosa e Pierfrancesco Vicinanza, la coreografia ha esplorato la fusione tra corpo e ambiente, inducendo lo spettatore a riflettere sul valore del rallentamento, dell’osservazione e del rispetto per il mondo che ci circonda. La musica evocativa e le luci delicate hanno amplificato l’atmosfera sospesa e meditativa della performance, mentre il corpo di Noemi De Rosa ha attraversato la scena in una danza che sembrava sfidare la nozione stessa di tempo. La performance ha offerto una visione quasi metafisica dell’interazione tra corpo, spazio e tempo, invitando lo spettatore a rallentare il proprio ritmo e a riflettere sull’importanza di ogni singolo momento. Un lavoro delicato e potente, che ha vinto la residenza trampolino del Bando MUD C.Re.A.Re. Campania, dimostrando il talento emergente della compagnia Borderlinedanza.

‘Dilatazione di un attimo’ – Noemi De Rosa – Foto: Mario Severino
Desdemona
L’ultima performance, Desdemona, è stata senza dubbio il punto culminante della serata. Questa creazione della Compagnia Artemis Danza ha offerto una rilettura intensa e drammatica della celebre tragedia di Shakespeare, concentrandosi sulla figura di Otello e sulla sua discesa verso la follia. In questo lavoro coreografico il duetto tra i danzatori Alfonso Donnarumma e Christian Pellino ha dato vita a un rapporto complesso tra il suddetto protagonista e Iago, esplorando il tradimento, la gelosia e la morte. La danza ha tradotto magnificamente la psicologia di Otello: dapprima fiducioso nei confronti di Iago, il protagonista si lascia gradualmente sopraffare dai sospetti e dall’inganno. Il momento cruciale si verifica quando quest’ultimo, attraverso il simbolo del fazzoletto – segno tangibile del tradimento – capisce la verità e precipita nel baratro della disperazione. Il corpo di Otello, ora devastato dalla rabbia e dalla disperazione, lotta per trattenere la sua lucidità, mentre la figura di Iago si avvolge in una danza sempre più sinistra e manipolatrice.
Il finale, carico di emozione, arriva con la morte di Otello: un suicidio che non è solo fisico, ma anche il simbolo della distruzione di un uomo che ha visto crollare tutte le sue certezze. La scelta di rappresentare in danza questa scena ha conferito al dramma shakespeariano una nuova dimensione emotiva, con il movimento che ha reso tangibile l’agonia e la solitudine di Otello. La musica di Giuseppe Verdi, rielaborata da Luca Vianini e Fabio Fiandrini, ha accompagnato perfettamente questo viaggio nelle tenebre dell’anima, facendo risuonare le note della tragedia in maniera intensa e coinvolgente. Tale lavoro ha dunque messo in scena la corruzione dell’uomo attraverso la manipolazione e il potere. In quest’ottica la danza diventa il mezzo per esprimere l’ineluttabilità del destino e innesca un’affascinante riflessione sulla natura umana.

‘Desdemona’ – Alfonso Donnarumma e Christian Pellino – Foto: Mario Severino
Second Hand: una rassegna che racconta in danza storie immortali
La serata di giovedì 11 dicembre di Second Hand ha offerto un programma variegato che ha spaziato dalla riflessione sull’interiorità e sul tempo fino all’esplorazione dei conflitti umani più complessi. La qualità delle performance e l’intensità delle emozioni trasmesse hanno reso questo evento un’esemplare apertura della rassegna, confermando la sua forza innovativa e il suo alto livello artistico. Ogni pezzo ha contribuito a tracciare un percorso di scoperta e introspezione, facendo della danza una lingua universale capace di raccontare storie senza tempo. L’atmosfera accogliente della Sala Assoli, il pubblico attento e l’energia degli artisti hanno reso questo giovedì di dicembre un’esperienza memorabile, che ha confermato il ruolo centrale della kermesse nella promozione della danza contemporanea e nel dialogo tra culture e generazioni.
