Bacheca con i papiri di Ercolano carbonizzati – Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) – Foto: Giorgio Manusakis

Una recente analisi scientifica sui papiri carbonizzati dell’antica Ercolano ha svelato dettagli finora sconosciuti, alcuni dei quali riguardano il fondatore dello Stoicismo.

I papiri ercolanesi: una miniera da esplorare mediante la tecnologia

I papiri di Ercolano, rimasti sepolti sotto la cenere vulcanica per quasi 2.000 anni, provengono da un’antica villa romana che si ritiene appartenesse a Lucius Calpurnius Piso Caesoninus, il suocero di Giulio Cesare. L’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. ha carbonizzato la biblioteca di questa residenza, trasformando i rotoli in tubi fragili e anneriti, considerati illeggibili per secoli senza essere distrutti.

Uno dei papiri di Ercolano carbonizzati – Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) – Foto: Giorgio Manusakis

In un nostro articolo del 27 aprile 2024, pubblicato anche sul magazine n.37 dell’11/05/2024, segnalammo come grazie all’A.I. e ad altre metodologie sia stato possibile leggere parte degli antichi documenti e come essi abbiano riscritto fatti storici e filosofici in modo diverso da come li abbiamo studiati fino ad oggi. La tecnologia avanza e, più recentemente, un gruppo di studiosi dell’Università di Pisa e del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha ottenuto ulteriori brillanti risultati nello studio dei papiri carbonizzati, applicando avanzate tecniche di termografia e imaging a infrarossi. L’indagine, condotta nell’ambito del progetto europeo ERC Advanced Grant 885222 – GreekSchools, coordinato da Graziano Ranocchia del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo pisano, è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports di Springer Nature. L’analisi scientifica condotta sui documenti, che sono conservati nella Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli, ha portato alla luce alcune testimonianze sulla figura di Zenone di Cizio, fondatore dello Stoicismo, che offrono uno sguardo inedito sulla sua vita.

La rivoluzione della termografia

Il successo nel decifrare questi antichi manoscritti è dovuto all’applicazione di tecnologie all’avanguardia non invasive. In particolare, è stata utilizzata la termografia attiva (o pulsed thermography). Questa tecnica, precedentemente impiegata nell’ingegneria aerospaziale per rilevare difetti nei materiali, è stata adattata per gestire l’estrema fragilità dei papiri. Il metodo usato dai ricercatori dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (CNR-Ispc) e dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti “Eduardo Caianiello” (CNR-Isasi) per rendere possibile la lettura, consiste nel riscaldare delicatamente i rotoli con un lampo di luce e registrare il processo di raffreddamento con telecamere termiche. L’inchiostro, a base di carbonio, si raffredda in modo diverso dal papiro carbonizzato, creando schemi leggibili nelle immagini termiche che risultano invisibili ad occhio nudo.

Analisi papiri di Ercolano – Foto da comunicato stampa CNR

Il testo decifrato proviene da un’opera di Filodemo di Gadara intitolata Storia della scuola stoica (PHerc. 1018). Grazie a queste nuove tecnologie, la nuova edizione di essa, curata da Kilian Fleischer, contiene il 10% in più di versione in greco rispetto all’edizione precedente del 1994, aggiungendo nuovi dettagli sulla vita di Zenone e sulla cronologia degli stoici successivi come Crisippo e Panezio, il filosofo che portò lo stoicismo a Roma.

Analogamente, il papiro PHerc. 1508, nella nuova edizione di Eleni Avdoulou, ha rivelato un contenuto di natura medico-biografica riguardante, tra gli altri, i greci   Acrone di Agrigento, fondatore della scuola medica empirica, ed Eurifonte di Cnido (dunque non una storia della scuola pitagorica, come si era a lungo creduto) grazie alla restituzione di circa il 45% in più di testo greco. Inoltre, il PHerc. 1780, riedito da Carlo Pernigotti, che ha restituito circa il 30% in più della versione in greco, si è rivelato essere una raccolta di testamenti di esponenti epicurei: unico documento di tale genere nell’intero corpus ercolanese.

Analisi papiri di Ercolano – Foto da comunicato stampa CNR

Secondo Costanza Miliani, direttrice del CNR-Ispc, i risultati ottenuti confermano come la diagnostica non invasiva, attraverso l’integrazione di tecniche ottiche avanzate, stia ampliando in modo significativo le possibilità di accesso alle testimonianze materiali del patrimonio scritto antico. Ivo Rendina, direttore del CNR-Isasi, dal canto suo sottolinea come l’esperimento costituisca un caso emblematico dell’efficacia dell’imaging infrarosso nel campo dei beni culturali, restituendo alla comunità scientifica testi che si ritenevano irrimediabilmente perduti.

Analisi papiri di Ercolano – Foto da comunicato stampa CNR

Un ritratto inedito di Zenone

In particolare, il papiro 1018 rivela un ritratto di Zenone di Cizio molto più complesso e umano rispetto all’immagine del saggio austero tramandata dalla tradizione filosofica. Secondo il testo di Filodemo, egli era un immigrato fenicio ad Atene, che soffriva di problemi di salute e viveva in relativo isolamento. Era anche oggetto di scherno per la sua insufficiente padronanza del greco: un dettaglio che, peraltro, getta luce sul disprezzo che i nativi dell’Ellade provavano per gli stranieri. 

Inoltre, l’immagine di Zenone come asceta intento alla riflessione filosofica è confermata da dettagli sulla sua debolezza fisica, probabilmente dovuta a un’alimentazione sobria, e della sua tendenza a rifuggire i banchetti. Proprio in una di queste circostanze (secondo un’altra ipotesi si trattò di un bagno termale), si lamentò di essere stato messo vicino all’ingresso e fu deriso per la sua presunta incapacità di procurare un calderone d’acqua calda, venendo anche accusato di infastidire i giovani con chiacchiere e rimproveri.

Nonostante tutto, Zenone godette di un’elevata fama filosofica che gli valse solenni funerali pubblici ad Atene: un onore raro per uno straniero. Il testo decifrato rivela anche gli elementi più controversi e radicali della dottrina di Zenone, molti dei quali furono apparentemente oscurati o soppressi dalle generazioni successive di stoici.

In particolare, come spiega Graziano Ranocchia, la sua opera La Repubblica è descritta come “moralmente discutibile” e conteneva “raccomandazioni di pratiche sessuali e sociali considerate imbarazzanti” dai successivi pensatori. Tra le sue idee più estreme vi era la proposta di abolire il matrimonio privato e promuovere relazioni comunali. Zenone sosteneva anche la piena uguaglianza di genere e l’accettazione delle relazioni omosessuali.

Oltre alla sfera sociale ed erotica, il papiro delinea una visione radicale di società utopica: senza denaro, tribunali o proprietà privata, basata interamente sulla virtù collettiva e sul consenso razionale tra i cittadini. Questo modello, che sfidava le fondamenta della famiglia, dell’economia e della giustizia nelle antiche Atene e Roma, fu ritenuto troppo estremo per le realtà politiche e culturali dell’epoca; per tale ragione, dunque, le idee di Zenone non furono tramandate dalla dottrina stoica dominante. La riscoperta di questi dettagli, anche se filtrati attraverso la prospettiva di Filodemo di Gadara (che era un epicureo e quindi potenzialmente prevenuto contro gli stoici), non solo conferma la sofisticatezza dei dibattiti filosofici antichi ma solleva nuove domande su come le eredità ideologiche vengano modellate, ricordate o riscritte nel corso dei secoli. La tecnologia ha così restituito un patrimonio di conoscenze rimasto inaccessibile per duemila anni.

Specifiche foto dal web

Autore: Consiglio Nazionale delle Ricerche
Licenza: foto da comunicato stampa
Link: https://www.cnr.it/it/comunicato-stampa/13813/dai-papiri-carbonizzati-nuovi-dettagli-su-zenone-fondatore-dello-stoicismo
Foto modificate

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