“Il tempo, la nostra prigione: passato presente futuro. Presto tardi oggi ieri domani. Sempre. Mai. Il greco antico al tempo badava poco, o punto. I Greci si esprimevano in un modo che considerava l’effetto delle azioni sui parlanti. Loro, liberi, si chiedevano sempre come. Noi, prigionieri, ci chiediamo sempre quando. Non il troppo tardi o il troppo presto delle cose, ma come avvengono le cose. Non il momento delle cose, ma lo sviluppo delle cose. Non il tempo, ma l’aspetto.” (Andrea Marcolongo – La lingua geniale)