Vincenzo Gemito, ‘Atalanta’ (1925) – Argento – Roma, Chines Collection – Foto: Giorgio Manusakis

ATALANTA o ATALANTE, Ἀταλάντη in greco, figlia di Schenèo, re di Sciro. Allevata da un’orsa divenne esperta cacciatrice e velocissima nella corsa dove nessuno era capace di raggiungerla.

Quando il padre volle darle marito, Atalanta ricordò quanto le era stato detto dall’oracolo, secondo il quale se si fosse sposata, pur restando in vita, non sarebbe più stata una creatura umana.

Allora, per liberarsi dalle molestie dei pretendenti, disse che avrebbe scelto colui che fosse stato capace di vincerla nella corsa durante la quale, armata di arco, avrebbe ucciso quelli che non fossero riusciti a superarla.

Atalanta si fidava caparbiamente della propria agilità, anche perché già altre volte era stata messa vittoriosamente alla prova nei giochi funebri in onore di Pelia, e un’altra volta, inseguita da due centauri, non solo li aveva sorpassati ma li aveva anche uccisi entrambi con le sue frecce.

Sebbene le condizioni dettate fossero crudeli e la davano vincente, i pretendenti non mancarono, più di uno pagò con la morte l’amoroso cimento.

Poi si presentò Ippomene, il quale prima di rischiare la vita aveva chiesto aiuto alla dea Afrodite, che gli aveva regalato delle mele d’oro, indicandogli anche che uso farne.

Cominciata la gara Ippomene, fingendo di lasciar cadere inavvertitamente i vistosi frutti, proseguiva imperterrito nella corsa, mentre Atalanta, vinta dalla curiosità, si chinava a raccogliere ed ammirare le insidiose mele, con questo trucco Ippomene toccò vittorioso la mèta ottenendo così l’ambito premio.

La gioia fu tale che il giovane dimenticò di ringraziare la dea che lo aveva aiutato, e così causò lo sdegno di Afrodite che abbandonò al loro destino la coppia la quale, per aver profanato il tempio della dea Cibele, fu da ella mutati uno in leone e l’altra in leonessa (Teocrito, Idilli III, 40 ss.; Ovidio, Metamorfosi X, 560 ss.; Igino, Favole 185. Nella tradizione, il nome del suo vincitore si alterna fra Melanione e Ippomene).

Non va confusa con Atalanta figlia di Iàso re di Arcadia, che ferì il cinghiale di Calidone e ne ebbe in dono le spoglie da Meleagro. (fonte: www.miti3000.it)

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