La scultura di Porta Sarno – Foto (modificata) Alfio Giannotti, da comunicato stampa
Una delle tombe presenti in quest’area funeraria di Pompei ha restituito, di recente, due sculture raffiguranti una coppia di coniugi.
Uno straordinario rinvenimento è emerso dagli scavi nell’area della Necropoli di Porta Sarno, fuori dalle mura della città di Pompei, che già negli anni Novanta aveva portato alla scoperta di oltre cinquanta deposizioni a cremazione. Si tratta di una coppia di statue, un uomo e una donna, di dimensioni reali, che rappresentano un’importante testimonianza del periodo tardo repubblicano.
La storia della città di Pompei e della sua gente si va sempre più arricchendo grazie alla paziente opera degli archeologi del Parco, ma anche di istituzioni nazionali e internazionali che, partecipando a diversi progetti, hanno il privilegio di essere compartecipi delle ricerche in corso in un sito fra i più noti al mondo.

La scultura di Porta Sarno – Foto (modificata) Alfio Giannotti, da comunicato stampa
Un programma di ricerca sull’‘archeologia della morte’ a Pompei
Nel 2024, in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei, è nato il programma di ricerca Investigating the Archaeology of Death in Pompeii, coordinato da Llorenç Alapont, archeologo e bioantropologo, ricercatore dell’Università di Valencia, finalizzato a indagare l’’archeologia della morte’ a Pompei.
Gli scavi presso le necropoli di Porta Nola e Porta Sarno sono stati avviati per studiare e comprendere la gestione e l’evoluzione dello spazio funerario in base all’urbanizzazione, alla religione e alla storia della città. Tali contesti hanno evidenziato l’esistenza dei diversi strati sociali. Dalle tombe monumentali dei più ricchi si passa, infatti, alle sepolture delle guardie pretoriane, fino alle cosiddette ‘tombe povere’ posizionate lungo le mura della città. Come evidenziato dai ricercatori spagnoli, la gestione della morte è lo specchio di ciò che la persona ha rappresentato in vita e il riflesso del suo status sociale. Per questo lo studio delle necropoli è un’eccezionale opportunità di analisi della popolazione pompeiana e, più in generale, del popolo romano, con le loro abitudini, usi e costumi.

La scultura di Porta Sarno – Foto (modificata) Alfio Giannotti, da comunicato stampa
Come accennato, le aree di scavo hanno riguardato la zona di Porta Sarno. Nel sito, già nel 1998, in occasione dei lavori di realizzazione del doppio binario della Circumvesuviana, erano state rinvenute oltre 50 sepolture a cremazione, identificate da stele e da un monumento funerario ad arco, dove nel 2021 è venuta alla luce la tomba di Marco Venerio Secundio con resti umani mummificati.
La più recente attività del team italo-spagnolo ha invece portato alla scoperta di una sepoltura monumentale. Essa presenta un ampio muro, formato da diverse nicchie e coronato da due figure, una maschile e una femminile, che probabilmente rappresentano due coniugi.
Come dettagliatamente spiegato nell’articolo a cura di Llorenç Alapont, pubblicato sull’E-Journal degli scavi di Pompei, le immagini a loro volta si trovano al di sotto di un frontone, decorato con intarsi (come indicato dai resti di legno carbonizzato) e da un architrave ornato con volute e fiori dipinti in rosso. Le sculture, sempre secondo i ricercatori, apparterrebbero a una vasta classe di rilievi funerari, anche se molto rari nell’Italia meridionale, che per le loro caratteristiche suggerirebbero una datazione riferibile al periodo tardo repubblicano. Una particolarità del ritrovamento riguarda la figura femminile. In virtù dei suoi simbolici attributi (ad esempio il grano), essa potrebbe raffigurare una sacerdotessa di Cerere.

Dettaglio della scultura femminile – Foto (modificata) da comunicato stampa
Il possibile significato religioso e sociale della figura femminile
Ciò che renderebbe insolita la statua non sarebbe solo il fatto che possa trattarsi di una sacerdotessa (visto che sono conservate solo poche rappresentazioni di natura generica che spesso mostrano un’iconografia poco chiara), quanto la circostanza che essa venga rappresentata con in mano i propri oggetti religiosi. È stato ipotizzato, tra l’altro, che il rilievo potrebbe richiamare l’attenzione sul ruolo attivo delle donne, le quali potevano rivestire la carica di sacerdotesse nella vita religiosa della comunità. Inoltre, da ciò si potrebbe dedurre come Cerere avesse avuto un posto importante nella religione ufficiale praticata a Pompei, tanto da meritare una sacerdotessa a lei dedicata.
“Questa campagna è un’occasione preziosa per ampliare le ricerche e le attività di valorizzazione nell’area fuori le mura di Pompei – sottolinea il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – Grazie alla collaborazione con l’Università di Valencia, a cui dobbiamo anche la scoperta alcuni anni fa della Tomba di Marco Venerio Secundio nella stessa area, è stato possibile lavorare a un progetto multidisciplinare che ha visto nelle varie fasi il coinvolgimento di diverse professionalità tra i quali archeologi, architetti, restauratori, antropologi.”

Dettaglio della scultura maschile – Foto (modificata) da comunicato stampa
Il gruppo scultoreo, trasferito presso la Palestra Grande degli scavi, attualmente è in fase di restauro, ma potrà essere ammirato da tutti i visitatori nel corso della mostra Essere donna nell’antica Pompei, che sarà inaugurata il 16 aprile prossimo e rimarrà aperta sino al 31 gennaio 2026. Sarà un viaggio nel mondo femminile ricco di sfaccettature, reso possibile dal pregevole stato di conservazione di Pompei, nel quale si conosceranno molteplici aspetti inerenti alla vita quotidiana delle donne e alla posizione che esse occupavano nella casa e nella società romana. Durante il periodo di apertura della mostra, nell’ottica di una partecipazione diretta del pubblico alla vita del parco archeologico, potranno essere osservati i delicati interventi di restauro sulle due statue di Porta Sarno.

La locandina della mostra – Foto da comunicato stampa