Etrich-Rumpler Taube, 1910, Deutsches Museum Monaco – Foto: Ad Meskens – Licenza: Wikimedia Commons

Ripercorriamo in questo articolo la storia di Giulio Gavotti, aviatore italiano che per primo effettuò un bombardamento da un velivolo militare.

Il primo ‘esperimento’ austriaco del 1849 

Il 2 luglio del 1849 è un giorno che segna il via della conquista dei cieli per motivi bellici. Molti anni prima che i fratelli Wright mettessero a punto il primo velivolo, gli austriaci, durante l’assedio alla città di Venezia, lanciarono in volo alcuni palloni aerostatici collegati tra loro a formare una ragnatela, frenati da funi alla quota di 500 metri. Da quest’altezza furono lanciate alcune bombe a miccia lunga sulla città lagunare che, comunque, non produssero molti danni. L’idea del colonnello d’artiglieria Benno Uchatius fu, però, subito abbandonata, dopo un secondo fallimentare tentativo che mise a nudo la difficoltà legata alla variabilità delle condizioni atmosferiche che non permettevano un governo dei mezzi utilizzati utile a consentire di mirare un bersaglio.

Gavotti: da ingegnere a pilota militare

Si registrerà dopo oltre 60 anni la prima vera incursione aerea con bombardamento ad opera di un pilota italiano: Giulio Gavotti,che sebbene poco noto ai più è in realtà una figura chiave nella storia dell’aviazione. Nato a Genova nel 1882, Gavotti è ricordato per aver compiuto il primo bombardamento aereo della storia moderna. Questo episodio avvenne il 1º novembre 1911 durante la Guerra Italo-Turca, quando l’Italia era impegnata nella conquista della Libia, allora parte dell’Impero Ottomano. Gavotti, ufficiale del Regio Esercito Italiano e aviatore appassionato, lanciò quattro bombe dall’aereo da lui condotto su un accampamento nemico, aprendo così una nuova era nella storia militare.

Giulio Gavotti iniziò la sua carriera come ingegnere, ma fu presto attratto dall’affascinante e allora nascente mondo dell’aviazione. In un periodo in cui il volo era ancora in una fase sperimentale, egli si unì al Corpo Aeronautico del Regio Esercito Italiano, diventando uno dei primi piloti militari del Paese. L’Italia, all’epoca, era tra le nazioni pioniere nell’uso degli aerei in ambito bellico e Gavotti si trovava così a far parte di un gruppo di aviatori che avrebbero cambiato per sempre il modo di condurre le guerre.

L’episodio del 1 novembre 1911 durante la guerra italo-turca

Durante il conflitto Italo-Turco (1911-1912) l’Italia cercava di conquistare la Tripolitania e la Cirenaica (attuali Libia e Tunisia), all’epoca sotto il controllo ottomano. In questo contesto, il Regio Esercito Italiano cominciò a utilizzare l’aviazione per le ricognizioni e per altre operazioni militari. Il 1º novembre 1911 Giulio Gavotti decollò dal campo di aviazione di Ain Zara a bordo di un monoplano Etrich Taube, uno dei primi aerei da ricognizione. Durante il volo portava con sé quattro bombe Cipelli, ciascuna del peso di circa due chilogrammi. Gli ordigni erano piccoli e rudimentali rispetto a quelli moderni, ma l’idea di usarli per un attacco aereo era completamente nuova e non sperimentata fino ad allora.

Giulio Gavotti su biplano Farman, 1910 – Autore foto: sconosciuto – Licenza: pubblico dominio da Wikimedia Commons

Volando sopra l’accampamento ottomano, condusse la sua azione lasciando cadere le bombe innescate al momento una dopo l’altra. Dal punto di vista operativo i danni furono minimi, ma la portata simbolica dell’evento fu straordinaria. Per la prima volta nella storia, una bomba era stata sganciata da un aeroplano su una postazione nemica: era l’inizio di una nuova era. Le guerre, sino ad allora condotte principalmente sul campo di battaglia terrestre o marittimo, con l’istituzione e l’uso dell’aviazione, ampliarono i loro confini introducendo una nuova dimensione nei conflitti: il dominio dell’aria. Quello che Gavotti fece quel giorno, sebbene in modo rudimentale, anticipava lo sviluppo dei bombardamenti aerei su larga scala che sarebbero diventati tristemente comuni durante la Prima e la Seconda guerra mondiale.  

L’evento segnò anche un punto di svolta nella percezione della guerra stessa. L’idea che un nemico potesse essere colpito dall’alto cambiò radicalmente le dinamiche delle battaglie, introducendo nuove preoccupazioni sia per i soldati al fronte che per i civili. Infatti, i bombardamenti aerei, negli anni successivi, avrebbero esteso i conflitti anche alle città e alle popolazioni civili, ampliando in modo devastante e drammatico i relativi raggi d’azione ed effetti nefasti.

Dall’esperimento di Gavotti agli attuali droni  

Nonostante l’importanza dell’impresa, la figura di Giulio Gavotti non raggiunse mai la fama di alcuni aviatori successivi, come Manfred von Richthofen, meglio noto come il Barone Rosso o Francesco Baracca, e continuò la sua carriera nell’aeronautica, rimanendo nell’oscurità fino a quando gli storici non riportarono alla luce il suo contributo pionieristico. Gavotti morì nel 1939, pochi anni prima che i bombardamenti aerei diventassero uno degli più distruttivi della Seconda guerra mondiale. Oggi, Giulio Gavotti è ricordato come un pioniere dell’aviazione militare e il suo bombardamento del 1911 rimane uno dei momenti simbolo della storia dell’aviazione. Sebbene l’episodio fosse all’epoca considerato quasi un esperimento, il suo impatto è stato enorme, poiché ha aperto la strada a nuove tattiche militari. L’evoluzione dell’aviazione da quel lontano novembre del 1911 è stata sorprendente: dagli aerei leggeri e vulnerabili dei primi anni del Novecento ai jet supersonici e ai droni senza pilota che oggi dominano i cieli. In questo contesto, il contributo di Gavotti ci ricorda quanto sia stata rapida e rivoluzionaria l’introduzione dell’aviazione nei conflitti.

Drone militare Elbit Hermes 200 – Foto: Hossein Zohrevand – Licenza: Tasnim News Agency CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

In un’epoca in cui l’aviatore era visto ancora come un avventuriero e un pioniere, Gavotti è stato il primo a usare un aeroplano non solo per volare, ma per cambiare il volto della guerra per sempre.

Specifiche foto
Titolo: Munich Deutsches Museum Etrich Rumpler 1901
Autore: Ad Meskens
Licenza: Ad Meskens, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, da Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Munich_Deutsches_Museum_Etrich_Rumpler_19_01.jpg?uselang=it
Foto modificata

Titolo: Giulio Gavotti on a Farman biplane, Rome 1910
Autore: sconosciuto
Licenza: Public domain, via Wikimedia Commons
Link: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/87/Giulio_Gavotti.jpg
Foto modificata

Titolo: Elbit Hermes 200 on public display in Iran
Autore: Hossein Zohrevand
Licenza: Tasnim News Agency, CC BY 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0, da Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Elbit_Hermes_200_on_public_display_in_Iran.jpg?uselang=it
Foto modificata

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