Ritratto di Giacomo Puccini – Foto: Attilio Badodi – Licenza CC BY-SA 4.0 tramite Wikimedia Commons

Nel panorama della musica classica, pochi compositori hanno lasciato un’impronta indelebile come Giacomo Puccini.

Dalla passione musicale ereditata in famiglia ai primi lavori

Nato il 22 dicembre 1858 a Lucca, in Toscana, Puccini è universalmente riconosciuto come uno dei massimi esponenti del melodramma italiano e un innovatore dell’opera lirica. La sua straordinaria capacità di fondere melodie indimenticabili, drammaturgia intensa e raffinata orchestrazione ha reso intramontabili i suoi capolavori.

La passione per la musica era già presente nella famiglia Puccini. Il nonno e il padre erano entrambi musicisti e Giacomo fin da giovane dimostrò un talento eccezionale. Dopo aver studiato al Conservatorio di Milano, iniziò a comporre le sue prime opere, riscuotendo un successo crescente.

Il primo lavoro del grande compositore, che di fatto segnò l’inizio della sua brillante carriera, fu Le Villi. L’opera-ballo in due atti, rappresentata per la prima volta il 31 maggio 1884 al Teatro dal Verme di Milano, nata in occasione di un concorso indetto dall’editore Sonzogno, riscosse un discreto successo e segnò anche l’inizio del suo sodalizio con l’editore Ricordi. Si tratta di un testo di stampo romantico, ambientato in un contesto fiabesco, che presenta già alcuni elementi tipici dello stile di Puccini, come l’attenzione per la melodia e l’orchestrazione. Il neonato rapporto con Ricordi, che lo stipendiava, gli permise di continuare a comporre, anche se la sua seconda opera, Edgar, del 1889, non riscosse lo stesso successo della precedente e fu molto criticata per la sua complessità, a detta dei critici, dovuta al tentativo del musicista di allontanarsi dal più tradizionale stile che aveva contraddistinto Le Villi.  Si tratta di due opere che, tuttavia, lasciarono già intravedere gli elementi che caratterizzeranno i suoi lavori seguenti. Dopo Edgar, Puccini maturò ulteriormente il suo stile, abbandonando le sperimentazioni più ardite e concentrandosi su un linguaggio musicale più diretto e accessibile. Saranno le opere composte tra il 1893 e il 1900 a consacrarlo come uno dei più grandi compositori di opera del suo tempo e non solo: Manon Lescaut, del 1893, un dramma appassionato basato sul romanzo di Abbé Prévost; La bohème, del 1896, che ritrae la vita dei giovani artisti bohémiens a Parigi, con arie indimenticabili come Che gelida manina; Tosca, del 1900, un melodramma in tre atti ambientato nella Roma dei primi dell’Ottocento, con un’intensa storia d’amore e intrighi politici.

Manifesto pubblicitario per ‘La bohème’ di Giacomo Puccini – Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons

Gli anni successivi sono stati contrassegnati da altre opere di successo che ancora oggi sono inserite ogni anno nei cartelloni delle stagioni liriche dei più importanti teatri del mondo: Madama Butterfly, del 1904, un’opera che esplora temi come l’amore, la cultura e l’alienazione, con un finale tragico.

‘Madama Butterfly’, di Byam Shaw, 1910 – Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons

La fanciulla del West, del 1910, ambientata nel Far West, che racconta una storia d’amore tra una donna forte e un bandito; La rondine, del 1917, nella quale Puccini è più leggero e brillante, narrando la vicenda di una cortigiana che sogna l’amore vero; Il trittico, del 1918, che è una raccolta di tre opere in un atto: Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi.

Il rapporto con il tenore Enrico Caruso

Gli inizi del ‘900 segnano anche l’inizio di un rapporto, non solo professionale ma anche di stima reciproca, tra Giacomo Puccini e il grande tenore napoletano Enrico Caruso che segnerà un momento importante nella storia dell’opera: un connubio che ha dato vita ad alcune delle interpretazioni più celebri e amate di sempre. Sebbene non esista un’ampia documentazione diretta sul loro rapporto personale, è innegabile l’influenza reciproca che hanno avuto sulla loro carriera e sulla storia della musica. Per quanto non vi siano prove concrete di un incontro tra i due durante la prima rappresentazione de La Bohème (1896), come spesso si racconta, è certo che le loro strade si incrociarono poco dopo. L’esordio del giovane Caruso alla Scala avvenne nel 1900 proprio nella stessa opera pucciniana, sostituendo un altro tenore ammalatosi all’ultimo momento. Questo evento segnò l’inizio di una collaborazione artistica che sarebbe durata per anni e che avrebbe portato alla nascita di alcune delle più celebri interpretazioni di arie pucciniane.

Enrico Caruso in uno dei poster dell’epoca – Casa Museo ‘Caruso’, Napoli – Foto: Giorgio Manusakis

La voce di Caruso, potente e versatile, si adattava perfettamente alle parti scritte da Puccini. La sua capacità di esprimere un’ampia gamma di emozioni, dalla passione alla tenerezza, lo rendeva l’interprete ideale per le composizioni dell’autore lucchese. Allo stesso tempo, Puccini, scrivendo per Caruso, poteva contare su una voce straordinaria che gli permetteva di spingere al massimo le potenzialità espressive delle sue opere. Come accennato, tra Puccini e Caruso si instaurò un profondo legame. Il compositore ammirava la voce e l’interpretazione del tenore mentre Caruso riconosceva in Puccini un genio della musica. Questa amicizia artistica si rifletteva nelle loro lettere e nelle testimonianze di chi li conosceva. A conferma dell’importanza del connubio tra i due artisti, va evidenziato che nella villa di Torre del Lago, che ospita il Museo Puccini, al tenore partenopeo è dedicato anche un auditorium. La sua carriera di compositore si interrompe con la sua morte avvenuta a Bruxelles il 29 novembre 1924, quando era ancora intento nella stesura della Turandot, un’opera orientaleggiante con un finale enigmatico, che fu portata a termine da Franco Alfano nel 1926.

Manifesto promozionale per la ‘Turandot’ di Giacomo Puccini – Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons

Il fascino esercitato da Parigi sulla produzione di Puccini

Oltre alle opere citate Puccini fu autore anche di un’elegia per orchestra composta in memoria di Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, ma anche di diverse arie e romanze per voce e pianoforte, nonché di una Messa di Gloria, composizione sacra composta in gioventù. Oltre che all’amata Torre del Lago, dove compose gran parte dei suoi successi, Giacomo Puccini fu molto legato a Parigi. La capitale francese ha giocato un ruolo cruciale nella vita e nella carriera del compositore lucchese, influenzando profondamente la sua musica e le sue scelte artistiche.

Alla fine del XIX secolo, Parigi era il centro pulsante della vita culturale europea. L’Opéra Garnier era un tempio dell’opera e la città era un crogiolo di nuove idee e tendenze artistiche. Puccini si recò spesso nella capitale francese per seguire le ultime novità del mondo musicale e teatrale ed entrò in contatto con la musica di compositori, come Massenet e Debussy, che lo influenzarono profondamente. La vivacità culturale di Parigi offriva all’autore lucchese, sempre alla ricerca di nuove sonorità e di nuove forme espressive, uno stimolo costante e nuove idee per le sue creazioni.

Il capolavoro che più chiaramente riflette l’influenza di Parigi sulla musica di Puccini è sicuramente La bohème, il cui libretto fu scritto da Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, con i quali collaborò molte volte, e tratto da Scènes de la vie de bohème di Henri Murger. Ambientata nell’atmosfera bohemien della metà del XIX secolo, l’opera cattura l’atmosfera della città, i suoi vicoli, i suoi caffè e la vita dei suoi artisti. Puccini trascorse del tempo a Parigi per immergersi nell’ambiente e raccogliere materiale per la sua composizione.

Oltre a La bohème, anche altre opere di Puccini mostrano un legame con Parigi: in Manon Lescaut, sebbene la vicenda sia ambientata in Francia, ma in un periodo storico precedente, Puccini si ispirò all’atmosfera parigina per creare alcune scene. L’opera La Rondine, la cui trama si svolge nella Parigi mondana della Belle Époque, è un vero e proprio omaggio alla città e al suo stile di vita.

Villa Puccini di Torre del Lago – Foto: Sailko – Licenza CC BY-SA 3.0 by Wikimedia Commons

La casa-museo di Torre del Lago

È però Torre del Lago il luogo simbolo di Puccini, con la villa in stile liberty che fu la sua dimora per circa trent’anni e dove si dilettava anche con la caccia, sua seconda passione. La struttura dopo la sua morte è stata trasformata in uno splendido museo e in questi ultimi anni è stata oggetto di diversi interventi di riqualificazione, portati avanti nell’ambito di un più ampio programma che mira non solo a conservare, ma anche a valorizzare l’eredità materiale e artistica lasciata da Puccini. L’iniziativa, condotta dalla Fondazione Simonetta Puccini – intitolata alla nipote e ultima erede diretta dell’insigne maestro – nata allo scopo di onorare e rendere imperitura la figura del nonno, attraverso la conservazione e la divulgazione del suo patrimonio culturale e artistico, mira a rendere fruibili a tutti spartiti musicali, stampati, documenti familiari e professionali, fotografie, lettere e migliaia fra autografi e manoscritti inediti.

Eventi ed iniziative per commemorare il grande musicista

Ogni anno, inoltre, il compositore è ricordato con un festival estivo a lui dedicato, giunto alla sua settantesima edizione, e da un’altra manifestazione, Mese Pucciniano, che si svolge dal 29 novembre al primo gennaio per ricordare la data della sua morte e quella del suo genetliaco. Per il centenario della sua scomparsa la struttura museale, sede, tra l’altro, di una biblioteca che raccoglie il materiale bibliografico pucciniano, l’Archivio Puccini, l’Auditorium Simonetta Puccini e una foresteria, tra novembre e dicembre è stata e sarà al centro di importanti iniziative celebrative, che potranno essere dettagliatamente individuate nei diversi siti internet a lui dedicati.

Anche i più importanti teatri di tutto il mondo nel corso dell’anno si sono resi protagonisti di iniziative per ricordare Puccini. Il giorno 29 novembre, il Teatro alla Scala di Milano ha organizzato un concerto diretto da Riccardo Chailly, con un’antologia di pagine giovanili e capolavori del grande compositore. Anche Napoli ricorderà Giacomo Puccini con un tributo teatrale in cui l’autore viene rappresentato nella sua veste di uomo, con i suoi pregi, i suoi difetti e le sue passioni. La rappresentazione, intitolata L’altro Giacomo, di Renato Raimo, andrà in scena al Teatro Politeama di Napoli il prossimo 19 dicembre.

Specifiche foto dal web

Titolo: Giacomo Puccini (1858-1924)
Autore: Attilio Badodi
Licenza: CC BY-SA 4.0 by Wikimedia Commons
Link: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Giacomo_Puccini_%281924%29_-_Archivio_Storico_Ricordi_FOTO003293.jpg
Foto modificata

Titolo: Advertisement for the music score of La Bohème, 1895 – Original
Autore: Adolf Hohenstein (1854-1928) for G. Ricordi & C., Milan, Public domain, via Wikimedia Commons
Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Advertisement_for_the_music_score_of_La_Boh%C3%A8me,_1895_-_Original.jpg
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Titolo: Madame Butterfly by Byam Shaw
Autore: Byam Shaw
Licenza: Pubblico dominio by Wikiart.com
Link: https://www.wikiart.org/en/byam-shaw/madame-butterfly-by-byam-shaw-1910
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Titolo: Promotional poster for Giacomo Puccini’s opera “Turandot”, on 25 April 1926
Autore: Di Leopoldo Metlicovitz – Originally from here, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2998314
Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons
Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Turandot#/media/File:Poster_Turandot.jpg
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Titolo: Villa puccini di torre del lago
Autore: I, Sailko, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
Licenza: CC BY-SA 3.0 by Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Villa_puccini_di_torre_del_lago_04.JPG
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