Gubbio: Palazzo dei Consoli – Autore: Zyance – Licenza: Zyance, CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons

15 maggio: la Festa dei Ceri e la sua magia ancestrale.

Nella splendida città medievale di Gubbio, addossata al monte Igino, il 15 maggio di ogni anno, vigilia della festa di sant’Ubaldo, suo patrono, si svolge una delle celebrazioni più antiche e affascinanti d’Italia: la Festa dei Ceri. Questo evento, che affonda le sue radici nel profondo della storia e della cultura umbra, è un rito vibrante e coinvolgente per le migliaia di visitatori che si riversano in città, detta anche la città dei matti, da tutto il mondo.

Raccontare la festa in un articolo, anche se eugubino di natali, non è stato semplice non solo per la sua articolata storia che risale a tempi antichi, ma anche e soprattutto per la difficoltà di tradurre in parole i sentimenti, le emozioni e il significato che essa ha da sempre per i suoi cittadini.

Come accennato, la sua nascita si perde nella notte dei tempi, un po’ come per tutte le feste di antica tradizione, e viene associata ad una trasformazione cristiana di antichi riti silvani. Un fatto certo, però, è che nella sua forma attuale, da quasi novecento anni, essa è strettamente legata alla devozione religiosa e alla venerazione di sant’Ubaldo. Ubaldo Baldassini, vissuto nel XII secolo, fu vescovo di Gubbio e la leggenda narra che durante un periodo di carestia aiutò la popolazione locale donando il grano della sua riserva personale, per cui, dopo la sua morte avvenuta il 16 maggio 1160, il popolo continuò a onorare la sua memoria, dando vita alla festa.

Riproduzione di una miniatura del gonfalone di Sant’Ubaldo – Foto: Giuseppe Schiattarella

Secondo lo storico locale Pio Cenci la Festa dei Ceri è l’evoluzione di una reale offerta di cera degli eugubini al santo patrono; documenti medioevali parlano, in generale, di offerte di grandi ceri su strutture in legno nelle feste della Vergine Assunta, di san Giovanni Battista e altre ancora. Storiograficamente, comunque, la sua celebrazione rimane nel mistero almeno sino al ‘500. Intorno alla fine del XVI secolo si assiste all’evoluzione della festa e da alcuni documenti si deduce che i ceri vennero sostituiti da tre architetture in legno montate su strutture a forma di H maiuscola chiamate “barelle”, sulle cui sommità vennero collocate tre statuette lignee: quella di sant’Ubaldo, di san Giorgio e di sant’Antonio Abate, quali protettori delle corporazioni dei muratori, dei commercianti e dei contadini. Le strutture dei ceri, ancora oggi in uso, formate da due prismi ottagonali sovrapposti, alte quasi 5 metri e dal peso di circa 300 chili, risalgono alla fine del XIX secolo e conservano la forma tradizionale. Quella del cero di sant’Ubaldo è più elaborata e le sue facce sono riccamente decorate con gli stemmi della città, dei suoi quartieri e con immagini di santi mentre, per quanto riguarda i ceri di san Giorgio e di sant’Antonio Abate, le strutture più lineari sono decorate semplicemente con motivi floreali.

Fatta la necessaria, seppur molto sintetica premessa, ci caliamo nel clima della festa che inizia già dalle 6 del mattino e si svolge in più fasi spettacolari durante l’intera giornata e sino a notte fonda. Le strade vengono addobbate con bandiere e drappi colorati e i canti e i suoni festosi della musica popolare riempiono l’aria della città.

Alle 8, preceduta dalla commemorazione dei ceraioli defunti presso il cimitero, si svolge la messa presso la chiesa di San Francesco della Pace, meglio nota come la “chiesa dei muratori”, al termine della quale i tre Santi, da collocare in cima ai ceri, sono portati in processione sino alla sala Maggiore del Palazzo dei Consoli. Dopo la colorita e tranquilla sfilata dei ceraioli, alle 11:30, in un bagno di folla traboccante dove dominano il giallo delle camicie dei ceraioli di Sant’Ubaldo, l’azzurro di quelli di san Giorgio e il nero di chi parteggia per sant’Antonio Abate, accompagnato dai rintocchi ritmati del “campanone”, si svolge il primo spettacolare atto della festa. Al rituale montaggio dei ceri in piazza, segue il lancio della brocca (i cui cocci, come ricordo, sono contesi dalla gente presente), l’alzata dei Ceri, le tre “birate” (girate) al centro della piazza, intorno al pennone, cui segue una prima corsa per la città, ognuno per proprio conto, per omaggiare le famiglie di più antica tradizione ceraiola.

Festa dei Ceri di Gubbio. Le tre “birate” in piazza Grande – Foto (modificata): Photostudio Gubbio

Si tratta di un momento, quello in piazza Grande, in cui il turista curioso che non conosce la festa rischia di trovarsi smarrito, impaurito, quasi trascinato dal movimento e dalle urla della folla che ondeggia, seguendo il movimento dei ceri che vengono portati a spalla da otto ceraioli sostenuti da otto “bracceri” e guidati dal ‘capodieci di corsa’. Si tratta, però, solo di un piccolo antipasto di quanto accadrà nel pomeriggio, dove l’adrenalina dei ceraioli è destinata a raggiungere il suo picco.

L’orario del pranzo, con i ceri collocati in bella mostra in via Savelli della Porta, è l’occasione buona, soprattutto per i turisti, per ammirarli più da vicino e toccarli, cosa impossibile durante lo svolgimento della corsa, il tutto mentre i ceraioli sono intenti nel rito della ‘tavola bona‘ (pranzo con il baccalà alla ceraiola), all’interno del Palazzo dei Consoli. 

Scoccano le 17 ed è l’ora che segna l’inizio di un pomeriggio pieno di emozioni, con i ceri che cominciano la loro folle corsa per le vie della città preceduti dai due capitani, l’alfiere e il trombettiere al galoppo, lungo un percorso predefinito da sempre. Vengono affrontate importanti discese e curve a gomito, intervallate da pause, che mettono a dura prova la resistenza delle mute dei ceraioli che, sempre di corsa, si avvicendano sotto il cero effettuando i cambi al volo ogni 50 metri.

Festa dei Ceri di Gubbio. Corsa del pomeriggio, transito in corso Garibaldi – Foto (modificata): Photostudio Gubbio

Non è infrequente che in queste concitate fasi di corsa le strutture di legno si inclinino pericolosamente, oscillino paurosamente, toccando le finestre e i muri delle case, sempre tra ali di folla, e talvolta finiscano a terra, ma poi si rialzano e riprendono la loro marcia. In ogni caso una cosa che non potrà mai accadere è che l’ordine di corsa dei tre ceri possa essere alterato. Sant’Ubaldo la dovrà sempre guidare, seguito da san Giorgio e da sant’Antonio Abate che, essendo l’ultimo della fila, in caso di caduta rischia di dover rincorrere per non subire l’onta del distacco. L’ultimo e più importante sforzo è l’ascesa del Monte Igino. Si tratta di un epilogo faticoso e spettacolare se si pensa che i 1500 metri circa di salita, sullo sterrato dei 9 stradoni e 8 tornanti che conducono alla basilica del santo Patrono, con i ceri in spalla, ad una pendenza media del 15%, vengono compiuti in una manciata di minuti.

Festa dei Ceri di Gubbio. Ascesa del monte Igino – Foto (modificata): Photostudio Gubbio

L’estenuante corsa finale si conclude ai piedi della gradinata della Basilica di Sant’Ubaldo dove le macchine si abbassano al volo in posizione orizzontale per salire le scale ed entrare nel chiostro del complesso. Questo è il momento in cui i santubaldari devono dare prova di abilità e coraggio in quanto dovranno riuscire a chiudere il portone prima che entri anche il cero di San Giorgio, anche a costo di farsi male.

La corsa è finita e, dopo una breve celebrazione comunitaria in basilica, i tre Santi smontati, con una suggestiva fiaccolata di tutti i ceraioli, vengono riportati in processione alla chiesa di San Francesco della Pace, mentre i ceri vengono ricollocati al loro posto in basilica, come statue imponenti da mirare sino alla prossima festa.

Si tratta di una corsa dall’esito scontato, ma ogni volta, da centinaia di anni, i ceraioli di qualsiasi fazione danno tutto loro stessi per il suo buon esito, non perdendo di vista il fine precipuo della celebrazione che è l’omaggio al santo patrono a cui sono molto devoti.

La giornata, però, non è conclusa e in città, fino a notte, le strade si riempiono di gioia e le taverne accolgono eugubini e turisti per mangiare e bere in allegria.

La Festa dei Ceri, però, non è solo una celebrazione religiosa, ma anche un tributo alla storia, alla cultura e alla spiritualità della città e del suo popolo. L’importanza della festa per gli eugubini è dimostrata non solo dall’analoga manifestazione che si svolge negli U.S.A., a Jessup (Pennsylvania), dove la comunità di immigrati eugubini è numerosa, ma soprattutto da una foto scattata il 15 maggio 1917 a Col di Lana (BL) durante la prima guerra mondiale. Un’immagine forte e struggente che riproduce il rituale della festa dei ceri organizzata dai soldati eugubini che, sebbene al fronte, in zona di guerra, con il rischio di essere vittime dei cecchini austriaci, non vollero interrompere la tradizione.

Festa dei Ceri a Col di Lana (BL) 15 maggio 1917 – Autore: Rinaldo Chelli – Creative Commons

Il valore della celebrazione ai tempi nostri è diventato tanto importante da valicare i confini cittadini. I ceri non rappresentano più solo Gubbio, ma anche l’intera regione Umbria, che da oltre 50 anni li riporta nello stemma stilizzato della sua bandiera, e la stessa Italia, visto che nel 2024 sono stati i protagonisti di un’importante mostra che si è tenuta a Strasburgo, nella sede del Parlamento Europeo, nella settimana di lavori di Plenaria dal 15 al 19 gennaio. Il mio consiglio è quello di andare a Gubbio il 15 maggio del prossimo anno per assistere ad una festa che riesce sempre a trasportare i partecipanti in un viaggio nel tempo e che non mancherà di offrire un’esperienza travolgente, ma anche unica e indimenticabile. Se, poi, si vuole solo avere un corposo assaggio della tradizione, si può pianificare una visita a Gubbio, un po’ più tranquilla, nei giorni in cui si svolge la festa dei ceri mezzani (riservata agli adolescenti) o quella dei ceri piccoli (riservati ai bambini), che si svolgono, rispettivamente, la prima domenica dopo il 17 maggio e il 2 giugno, con modalità esattamente identiche alla festa maggiore.

Specifiche foto:
Titolo: Gubbio: Palazzo dei Consoli
Autore: Zyance
Licenza: Zyance, CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gubbio_Palazzo_dei_Consoli_z02.jpg
Foto modificata

Titolo: Festa dei Ceri a Col di Lana (BL) 15 maggio 1917
Autore: Rinaldo Chelli
Licenza: Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale
Link: https://www.facebook.com/ilsoldatodimenticato/photos/a.127684968804006/333510811554753/
Foto modificata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *