La locandina e una scena del film

Dopo poco tempo dall’uscita di Povere Creature! Yorgos Lanthimos torna nelle sale e divide la critica a Cannes.

Kind of Kindness, il nuovo lungometraggio di Yorgos Lanthimos, è un film spiazzante, volutamente provocatorio, volto a scandagliare i lati più bui dell’esistenza umana. Il regista divide il Festival di Cannes e propone storie in cui la violenza, l’assurdo e il grottesco appaiono come connotazioni naturali del quotidiano. Il film è diviso in tre episodi solo apparentemente separati, ma con un filo conduttore composto da continui richiami circolari sulle tematiche dell’amore e delle conflittualità insanabili che emergono dalle coscienze frantumate dei protagonisti. Ogni capitolo dell’opera è caratterizzato da un’atmosfera cupa e sordida, i cui dialoghi si riducono ad un livello minimale, tutto a vantaggio della mimica facciale ed espressiva che fa risaltare le personalità contorte e dirompenti degli attori.

Nel primo episodio intitolato La morte di R.M.F, Robert è sotto il totale controllo mentale del suo capo Raymond, uomo sadico e ossessionato dalla smania di dominio che riesce ad esercitare sulle vite dei suoi sottoposti. Raymond detta le regole di tutti gli aspetti dell’esistenza del suo impiegato, dalla dieta allo stile nel vestire, dalla scelta delle letture alla regolarità dei rapporti sessuali con la moglie. In cambio di questo terribile asservimento l’impiegato riceve in dono preziosi regali e una dimora lussuosa in cui vive apparentemente soddisfatto. La vita condotta da Robert inizia però a palesarsi allo stesso come straniante e ossessiva, facendo emergere continue spaccature della sua coscienza divorata dal rimorso e dal dubbio, fino all’episodio che segnerà un punto di rottura inevitabile tra l’impiegato e il suo aguzzino. Robert, ormai con una personalità devastata, lotterà invano per liberarsi definitivamente dalle psicosi di Raymond, ricadendo miserevolmente nella consuetudine dei propri misfatti attraverso un’azione criminosa.

Nel secondo episodio, R.M.F. vola, il protagonista, Daniel, è un poliziotto disperato per la presunta morte della moglie Liz in seguito ad un incidente avvenuto in mare. All’inaspettato ritrovamento di Liz iniziano a manifestarsi una serie di eventi apparentemente insignificanti che inducono Daniel a sospettare che la moglie in realtà sia una sorta di clone. In un’escalation di paranoia e distaccamento dalla realtà Daniel sottopone Liz dapprima ad una serie di umiliazioni sempre più crescenti e degradanti, per poi chiederle sacrifici amorosi che raggiungono la soglia del sadismo più feroce attraverso la pratica dell’automutilazione. L’episodio si chiude in un crescendo schizofrenico che ha però l’effetto allucinatorio di riportare Daniel in una dimensione serena e di ritrovata pace familiare.

Nel terzo e ultimo episodio dal titolo R.M.F. mangia un sandwich i protagonisti, Emily e Andrew, sono ferventi sostenitori di una setta che, attraverso elaborati riti di consacrazione dell’acqua, è alla ricerca spasmodica di un “illuminato” in grado di riportare in vita i morti. In un contesto sempre più paranoide che alterna momenti di apparente normalità a pratiche sessuali grottesche e scene orrorifiche, la storia raggiunge il suo climax sovrapponendo eventi e personaggi fino alla sua beffarda e tragica conclusione. Il film si chiude con l’unica scena di autentica gentilezza che dà il titolo ad esso: una cameriera porge in modo cortese un tovagliolino ad R.M.F., personaggio secondario ma reale filo conduttore dell’intera opera.

Il cast del film ripropone due icone assolute già viste in Povere creature!, Emma Stone e Willem Dafoe che interpretano magistralmente più protagonisti dalle personalità deformate. Gli episodi, solo apparentemente senza punti di contatto, trovano coesione attraverso il misterioso R.M.F. che compare per tutta la durata del film. L’opera è stata presentata alla 77° edizione del Festival di Cannes ricevendo pareri contrastanti che oppongono una netta stroncatura, da parte della critica, per eccessivo compiacimento di scene crudeli e disturbanti, alla promozione della pellicola per aspetti di originalità, stravaganza e solennità. Il regista Yorgos Lanthimos ha scritto la sceneggiatura a quattro mani con Efthymis Filippou: inizialmente il film avrebbe dovuto intitolarsi And, mentre, curiosamente, la pellicola è stata girata durante il montaggio di Povere creature!

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