Screenshot tratto dal trailer

Dopo una lunga attesa durata 9 anni il sequel di Inside Out continua ad emozionare gli spettatori.

Arriva quest’anno nelle sale cinematografiche di tutto il mondo il sequel dell’acclamatissimo Inside Out, film d’animazione della Pixar distribuito nel 2015 e campione d’incassi. Inside Out 2, uscito nelle sale italiane lo scorso 19 giugno, si è già aggiudicato il record di film d’animazione con il più alto incasso di sempre nel nostro Paese guadagnando circa 30 milioni di euro nelle sole prime due settimane e portando al cinema oltre 4 milioni di spettatori. Se le aspettative per il sequel erano già da tempo altissime, il risultato finale appare a dir poco fenomenale: il lungometraggio animato ha superato il miliardo di dollari al botteghino mondiale e i numeri sono in costante crescita.

Inside Out 2, diretto da Kelsey Mann, mette in scena i nuovi sentimenti adolescenziali della protagonista Riley, che vanno a sommarsi a quelli che la ragazza ha sviluppato fino alla soglia della pubertà. Riley sta per intraprendere nuove ed eccitanti esperienze, segnate dall’ingresso al liceo, che sconvolgeranno letteralmente le sue già radicate emozioni: Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che fino a quel momento hanno gestito l’equilibrio emotivo della ragazza da una sorta di centro di controllo nevralgico situato nella mente di Riley. Le emozioni preesistenti si trovano letteralmente spiazzate di fronte all’emergere di nuove e sconosciute percezioni da parte dell’adolescente. Tra esse spicca Ansia, freneticamente angosciata dall’idea dell’insuccesso, in grado di stravolgere tutti gli equilibri che hanno tenuto in piedi le certezze di Riley. Ad Ansia fa da contrappunto, in una sorta di turbinante e ironico gioco al massacro, Invidia, con una sortita molto fugace ma significativa: spinge, infatti, Riley ad una esasperante gelosia di tutto ciò che la circonda e che non riesce ad ottenere, cadendo inevitabilmente nella disperazione. Si aggiungono Ennui, sintomo tipicamente puberale di noia e apatia (significati legati alla stessa parola francese ennui), in grado di inserire dosi micidiali di indifferenza adolescenziale al quadro emotivo sempre più complicato di Riley. Per finire, l’ultima emozione a emergere è Imbarazzo (voce di Paul Walter Hauser), solitario e taciturno che appare, in una sorta di gigantesco ossimoro, come un tipo belloccio e robusto, ma schivo quel tanto da far passare Riley per la classica adolescente asociale. Il successo di questo capolavoro dell’animazione sta nella misura in cui arriva a tutti, indipendentemente dall’età dello spettatore. Le riflessioni piccole e grandi che accompagnano Riley sul senso di ciò che la circonda, in base al condizionamento di nuovi e prepotenti sentimenti, altro non è se non l’osservazione più ampia di ciò che siamo o siamo stati in un determinato periodo della nostra vita.

A seguito del grande successo al botteghino di Inside Out (2015), Pixar Animation Studios e Walt Disney Pictures hanno scelto di realizzare il sequel affidando la direzione della pellicola a Kelsey Mann, al suo esordio alla regia, mentre Pete Docter – già regista nel 2015 – ha offerto la propria esperienza come produttore accanto a Mark Nielsen. Rispetto al primo capitolo della serie resta, invece, invariata la sceneggiatura affidata a Meg LeFauve. Il filo conduttore tra i due film è sicuramente nell’animazione: le caratteristiche fisiche e distintive dei personaggi sono mantenute pressoché invariate. Nonostante il passaggio di consegne alla regia, il secondo film mantiene lo stesso livello qualitativo sia da un punto di vista tecnico che contenutistico. L’unica pecca sta forse un po’ nel finale, dove la sceneggiatura appare frettolosa e la storia si conclude senza ulteriori colpi di scena. Il cast delle voci originali ha visto riformarsi quasi in toto il consolidato team del primo Inside Out: Amy Poehler, Phyllis Smith e Lewis Black prestano ancora una volta le voci rispettivamente ai ruoli di Gioia, Tristezza e Rabbia. Mindy Kaling e Bill Hader hanno declinato l’offerta di interpretare ancora i ruoli di Disgusto e Paura e sono stati sostituiti da Liza Lapira e Tony Hale. Ma è la presenza nel cast di Maya Hawke – nota per il ruolo di Robin in Stranger Things – nel ruolo di Ansia a segnare un arricchimento eccezionale dei sentimenti messi in campo. Per l’edizione italiana la scelta dei doppiatori ha riguardato: Pilar Fogliati, Deva Cassel, Marta Filippi e Federico Cesari, le cui voci corrispondono rispettivamente ai personaggi di Ansia, Ennui, Invidia e Imbarazzo – insieme a Sara Ciocca nel ruolo di Riley.

Specifiche foto: screenshot del trailer riprodotto in osservanza dell’articolo 70 comma 1 della legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio, modificata dalla legge 22 maggio 2004 n. 128.

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