Insula dei Casti Amanti – Foto (modificata) da comunicato stampa

Un percorso inedito, svelato da Alberto Angela in anteprima nel suo programma “Meraviglie”, consente ai visitatori una visione dall’alto di questa nuova insula e la possibilità di vedere gli archeologi mentre lavorano allo scavo.

Pompei rimase nascosta sotto le ceneri per quasi 1700 anni fino alla sua riscoperta nel 1748. Da allora, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce una straordinaria quantità di reperti, offrendo una finestra unica sul mondo antico. Ma le indagini continuano ancora oggi, rivelando continuamente nuove scoperte e arricchendo la nostra comprensione della vita e della cultura romana.

La conservazione di Pompei è una sfida continua e il sito è soggetto a danni dovuti all’erosione, al turismo di massa e agli agenti atmosferici. Negli ultimi anni, però, sono stati fatti notevoli sforzi per preservare e proteggere questo patrimonio mondiale dell’UNESCO e importanti iniziative, come il “Grande Progetto Pompei” (2014 – 2022) e altre che verranno, hanno lo scopo proprio di restaurare, conservare e ampliare il sito per far sì che le future generazioni possano continuare ad ammirare e studiare questo straordinario tesoro archeologico. A tal proposito il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ha affermato: “Periodicamente e sempre di più, Pompei ci rivela nuove scoperte meravigliose e si conferma uno straordinario scrigno di tesori. – … – Ecco perché noi in legge di bilancio abbiamo espressamente rifinanziato gli scavi a Pompei, dove adesso sono attivi tantissimi cantieri, che giorno dopo giorno portano all’attenzione generale nuove meraviglie. Dopo la conclusione del Grande Progetto Pompei noi vogliamo dare un assetto organico, un assetto stabile a questo meraviglioso sito che ogni giorno fa registrare decine di migliaia di visitatori” In quest’ottica, grazie anche ai lavori che hanno beneficiato di un finanziamento del PON Fesr 2014-2020 e che sono tuttora in corso, è stato reso possibile portare alla luce e rendere visitabile, in via dell’Abbondanza, al centro dell’antica Pompei, l’Insula dei Casti Amanti, un isolato sinora chiuso al pubblico e oggetto di approfonditi scavi. Proprio tale itinerario, attraverso un percorso sopraelevato su passerelle sospese, consente un’osservazione dall’alto dell’intera insula che include la Casa dei Pittori al Lavoro, la Casa del II Cenacolo Colonnato e la Casa dei Casti Amanti. Ciò permette al visitatore di scoprire ambienti inediti e reperti appena emersi, tra cui toccanti opere d’arte e oggetti di vita quotidiana, preservati dalla cenere vulcanica.

Insula dei Casti Amanti – Foto (modificata) da comunicato stampa

In uno dei locali scoperti, adibito probabilmente a panificio, sono visibili le macine smontate, verosimilmente per l’effettuazione di lavori di ristrutturazione dei locali, come dimostrerebbero evidenti pregressi interventi riparatori collegati a precedenti terremoti.

Accanto all’affiancato locale destinato a stalla (dove erano alloggiati i muli utilizzati per azionare le macine) è presente anche un piccolo salone affrescato, probabilmente adibito a triclinio, dove vengono rappresentate scene di incontri conviviali e, fra esse, l’immagine di un casto bacio tra un uomo e una donna che ha dato il nome all’intera insula.

Come accennato, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce altre due abitazioni nelle quali sono stati rinvenuti, oltre a stupendi affreschi, anche ulteriori informazioni sulla vita dei pompeiani e su ciò che accadde nel funesto giorno dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

La Casa dei Pittori al Lavoro deve il suo nome ad una scena ricostruita in uno dei suoi locali. Infatti in una stanza, in cui erano verosimilmente in atto dei lavori di ristrutturazione, sono stati trovati vasetti di terracotta con dei colori, nonché la base di intonaco sulle pareti e gli schizzi delle figure da affrescare, probabilmente abbandonati dai pittori che scapparono dall’abitazione impauriti dal terremoto.

Nel resto della casa, tuttavia, sono emerse raffinate pareti affrescate in IV stile, o anche stile fantastico, secondo la classificazione di August Mau, alla quale appartiene il maggior numero di pareti dipinte a Pompei, perlopiù datate dopo il terremoto del 62-63 d.C. In una delle stanze, nella parte superiore delle pareti a sfondo bianco, sono riprodotti vari personaggi mitologici (centauri, sirene, grifi) che fanno da contorno all’immagine di diverse divinità presenti su ciascun lato e riconoscibili in Afrodite, Apollo e Dioniso, nonché una quarta divinità non leggibile a causa della crepa sul muro.

Casa dei Pittori al Lavoro – Ambiente affrescati IV stile – Foto (modificata) da comunicato stampa

In posizione sottostante, in pannelli a fondo rosso, sono affrescati dei quadretti direttamente sul colore. In particolare, di grande suggestione è la scena di Andromeda e Perseo con la testa recisa di Medusa che i due personaggi guardano riflessa in una pozza d’acqua per non essere pietrificati e quella del rito di purificazione. Nelle immagini sono presenti tutti i tratti distintivi dei nobili romani: lei di carnagione bianca e ben curata, lui atletico e abbronzato.

Casa dei Pittori al Lavoro – Perseo, Andromeda e la testa di Medusa – Foto (modificata) da comunicato stampa

Casa dei Pittori al Lavoro – Purificazione di un eroe – Foto (modificata) da comunicato stampa

Su un’altra parete un quadretto, più piccolo e dalla rappresentazione inedita, raffigura un bambino con cappuccio (nell’antica Roma chiamato cucullus) e mantello da viaggiatore, seduto e circondato da grandi grappoli d’uva e melagrane, in compagnia di un piccolo cane. Tante ipotesi si fanno sul soggetto del dipinto fra le quali quella di un bambino, membro di famiglia importante, prematuramente scomparso, vista la presenza sullo sfondo di un monumento funebre e del cane.

Casa di Pittori al Lavoro – Bambino con cappuccio e mantello da viaggiatore – Foto (modificata) da comunicato stampa

Sempre nella Casa dei Pittori al Lavoro, in un altro ambiente identificato come l’ingresso principale dell’abitazione attraverso il vicolo occidentale rispetto a via dell’Abbondanza, sono stati rinvenuti gli scheletri di due vittime, un uomo e una donna in età senile che nella prima fase dell’eruzione, entrati dalla porta sul vicolo, avevano cercato rifugio nelle fauces, un piccolo spazio che intercorre tra l’accesso dalla via e l’ingresso vero e proprio alla casa, rimanendo poi intrappolati dalla successiva massiccia caduta dei lapilli grigi che inevitabilmente si accumularono.

Casa di Pittori al Lavoro – Scheletri – Foto (modificata) da comunicato stampa

Nella Casa del II Cenacolo Colonnato, verosimilmente destinata a locanda, nel locale cucina, su una delle pareti di un corridoio nei pressi di un cortile di servizio, a circa 1,50 m dal piano pavimentale, durante le attività di scavo e svuotamento dal materiale eruttivo sono stati individuati dei disegni fatti a carboncino sulle pareti, chiaramente infantili, nei quali sono rappresentate scene di caccia, con due bestiarii (gli uomini che combattevano con gli animali nell’arena), che con una lancia affrontano probabilmente una coppia di cinghiali, una scena gladiatoria e, a destra, una testa di rapace, forse di aquila. Inoltre, sempre negli stessi locali, sono state rinvenute anfore ed oggetti da cucina, pentole e persino una griglia.

Casa del II Cenacolo Colonnato – Disegni dei bambini a carboncino: gladiatori, cinghiali, rapace – Foto (modificata) da comunicato stampa

In uno spazio aperto della stessa casa, individuato come area utilizzata per lo stoccaggio di anfore, rinvenute capovolte a scolare, su alcune pareti sono apparsi altri disegni fatti con carboncino, posti ad un’altezza dal piano pavimento non superiore ai 50 cm. Si tratta di tre piccole mani scontornate con il carboncino, un animale, verosimilmente un cinghiale, una scena di pugilato, che ritrae uno dei due pugili atterrato dall’avversario esultante, nonché due scene gladiatorie.

Casa del II Cenacolo Colonnato – Disegni in carboncino mano e gladiatore – Foto (modificata) da comunicato stampa

I disegni, come dichiarato dal direttore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel, probabilmente rappresentano la trasposizione grafica di scene viste da bambini negli anfiteatri: “Insieme alle psicologhe della Federico II, siamo giunti alla conclusione che con ogni probabilità i disegni dei gladiatori e di cacciatori sono stati eseguiti in base a una visione diretta e non da modelli pittorici- … – Probabilmente uno o più dei bambini che giocavano in questo cortile, tra cucine, latrina e aiuole per coltivare verdure, avevano assistito a dei combattimenti nell’anfiteatro, venendo così a contatto con una forma estrema di violenza spettacolarizzata, di cui potevano far parte anche esecuzioni di criminali e schiavi. I disegni ci mostrano l’impatto di questo sull’immaginario di un bambino o di una bambina di tenera età, soggetto alle stesse fasi di sviluppo che si riscontrano ancora oggi. I cefalopodi, ovvero le figure con gambe e braccia che escono direttamente dalla testa, caratterizzano un modo di disegnare la figura umana che possiamo ritrovare nei bambini di oggi. Evidentemente si tratta di una costante antropologica che prescinde da mode artistiche e culturali.” La parete est, oltre a testimoniare la presenza di un’altra scena di pugilato, sempre in carboncino, riporta invece una scena più complessa realizzata con l’ausilio di un pigmento minerale di color rosso, forse ocra, probabilmente risalente a un periodo anteriore. I disegni, sebbene parzialmente coperti da una scialbatura (una sovrapposizione di strato di calce) color crema forse proprio per nasconderli, rappresentano in maniera schematica, ma con un forte intento ironico, una scena marina dove troviamo due grandi navi circondate da pesci, oggetti che si riferiscono alla pesca e, sotto un pesce che presenta lunghi bargigli, plausibilmente una triglia, di maggiori dimensioni, due membri maschili uno dei quali preso all’amo.

Casa del II Cenacolo Colonnato – Scena di pugilato in carboncino e scena marina – Foto (modifiata) da comunicato stampa

Sempre nell’ottica di una visione complessiva della struttura archeologica, è stato anche deciso di lasciare a vista alcune porzioni di sezioni geologiche, in modo da rendere evidenti le stratigrafie del prodotto delle eruzioni rinvenute durante gli scavi. Dal 28 maggio 2024 l’insula è accessibile tutti i giorni dalle ore 10.30 alle 18.00, con un percorso interamente accessibile che va a implementare l’itinerario senza barriere architettoniche “Pompei per tutti”. Il percorso comprende un ascensore per raggiungere le passerelle sospese, offrendo una visione innovativa e globale dell’intera insula, dell’architettura delle case romane e delle attività di cantiere in corso, nell’ottica di una migliore fruizione pubblica e di un approccio di “archeologia pubblica”. L’ingresso sarà, ovviamente, contingentato proprio per garantire un’accessibilità ottimale e una fruizione in sicurezza del percorso.

Queste le dichiarazioni del direttore generale dei musei, Massimo Osanna, in occasione della preannunciata apertura al pubblico delle ultime scoperte: “Con l’itinerario di visita facilitato “Pompei per tutti”, avviato nel 2016 e da allora oggetto di progressive implementazioni e sviluppi, nonché con le nuove campagne di scavo che negli ultimi anni hanno regalato al mondo incredibili sorprese, è stato inaugurato un nuovo approccio, inclusivo e coinvolgente, alla valorizzazione del sito. – aggiunge – L’apertura di oggi, traguardo di un cantiere complesso e importante, avviato in seno al Grande Progetto Pompei, appare in questo senso assai significativa. Offre infatti il valore aggiunto dell’accessibilità e della piena inclusione di tutti i visitatori, anche rispetto a tutte quelle attività dietro le quinte, quali gli interventi di scavo e restauro propri di un cantiere, che sono rese visibili a tutti senza barriere.”

Da ultimo va anche segnalato che, per rendere più agevole e piacevole la lunga visita al Parco, è previsto un ampliamento dell’offerta ristorativa. A partire dai primi giorni di giugno, infatti, visitatrici e visitatori potranno godere di esperienze enogastronomiche grazie a percorsi di degustazione previsti presso i chioschi di nuova apertura siti nel cortile interno di Casina dell’Aquila, al termine del percorso dei Casti Amanti e lungo via dell’Abbondanza.

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