Tomba di San Paolino – Foto (modificata) da comunicato stampa

Dalla metà del XVIII secolo Pompei non ha mai smesso di svelarsi al mondo e continua a stupire con i suoi ritrovamenti.

I continui lavori di scavo, i restauri, ma anche gli ordinari lavori di messa in sicurezza, effettuati per i più vari motivi, finiscono per portare alla luce nuovi spazi, suppellettili, iscrizioni e affreschi che arricchiscono le nostre conoscenze della vita e della società dell’antica Roma, in tutta la loro complessità. Basta guardare, per rimanere ai tempi più recenti, ai preziosi affreschi in IV stile, fra i quali un quadro della mitologia greca che rappresenta Frisso con la sorella Elle che scappa sull’ariete dal vello d’oro, venuto alla luce nel marzo 2024 nel corso di lavori che mirano a restituire l’intero impianto planimetrico della casa di Leda, dove fu rinvenuto il quadretto con la famosa scena mitologica di Leda e il cigno.

Casa di leda, affresco raffigurante Elle e Frisso – Foto (modificata) da comunicato stampa

Come non menzionare, poi, l’insula dei Casti Amanti, l’intima finestra sulla vita romana che, nonostante sia ancora in fase di work in progress, è stata resa visibile a tutti dal 28 maggio di quest’anno, come meglio decritto nell’articolo dedicato alla sua inaugurazione.

Insula dei Casti Amanti – Foto (modificata) da comunicato stampa

Oppure alla Casa del carpentiere, l’ultima scoperta del giugno scorso nel quartiere servile della villa di Civita Giuliana: un ambiente conservato in maniera eccezionale, che ha consentito di realizzare i calchi di mobili e altri oggetti di materiali deperibili, come legno, tessuti, corde.

Attrezzi rinvenuta presso la Civita Giuliana – Foto (modificata) da comunicato stampa

Si potrebbero citare tanti altri piccoli e grandi progressi che i lavori nell’antica città di Pompei offrono durante le quotidiane attività di studio e di scavo, e ci si aspetta che da esse arrivi sempre qualcosa di straordinario. Ma questa volta è stato il caso ad aiutare gli archeologi, in quanto, nel corso di lavori per la realizzazione di un’intercapedine funzionale a risanare dall’umidità gli ambienti dell’edificio di San Paolino, nuova sede della biblioteca del Parco Archeologico, è stata riportata alla luce una particolare iscrizione su una tomba. La sepoltura, a forma di semicerchio, è riconducibile alla tipologia “a schola” ben nota a Pompei, costituita da una panchina emiciclica in tufo, decorata alle estremità con zampe di leone.

Da lì la decisione dei responsabili del Parco di procedere con ulteriori scavi e di musealizzare il particolare monumento funerario, che può essere datato al regno dell’imperatore Augusto (27 a.C. – 14 d.C.).

L’iscrizione sullo schienale della panchina portata alla luce ha rilevato non solo il nome del defunto, ma anche le principali vicende biografiche della sua vita, riservando più di una sorpresa agli addetti ai lavori. L’epigrafe recita: “N(umerio) AGRESTINO N(umerii) F(ilio) EQUITIO PULCHRO TRIB(uno) MIL(itum) PRAEF(ecto) AUTRYGON(um) PRAEF(ecto) FABR(um) II D(uum) V(iro) I(ure) D(icundo) ITER(um) LOCUS”; quindi continua, in lettere più piccole posizionate al di sotto, al centro dello schienale: “SEPULTURAE DATUS D(ecreto) D(ecurionum)”. Tradotta dal latino, in italiano si legge: “A Numerius Agrestinus, figlio di Numerius, Equitius Pulcher, tribuno militare, prefetto degli Autrygoni, prefetto del genio militare, Duumvir per la giurisdizione (ovvero detentore della magistratura più alta nella città di Pompei) per due volte, il luogo della sepoltura (fu) dato su decreto del consiglio della città.”

Un primo elemento di novità è rappresentato dalla carica di “praefectus Autrygonum”. Gli Autrygoni o Autorigoni erano un popolo delle regioni settentrionali della penisola iberica, dove Augusto tra il 29 e il 19 a.C. fu impegnato nelle “guerre cantabriche” con l’obiettivo di completare l’occupazione della Spagna, Hispania in latino. La carica, per la prima volta attestata, aiuta, a livello storico, a comprendere meglio l’organizzazione del potere romano in una fase di transizione verso il modello imperiale e quindi la rete del potere ai tempi dell’imperatore.  Come spiegato dal direttore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel, si tratta di un personaggio che con l’imperatore va in Spagna, fa una splendida carriera e come premio riceve ricompense economiche, ma soprattutto il prestigio sociale nella comunità di residenza.

Altro dato sorprendente consiste nel fatto che Numerio Agrestino compare in un’altra iscrizione funeraria della necropoli di Porta Nocera, dove sua moglie, Veia Barchilla, aveva realizzato un monumento a forma cilindrica per sé stessa e per il marito. Solo successivamente il consiglio dei decurioni avrebbe poi decretato di onorare il condottiero con un monumento su suolo pubblico.

“L’aver ricoperto ben due volte la magistratura più alta di Pompei, il duumvirato, ed essere stato onorato con un monumento funerario su suolo pubblico –  spiega ancora il direttore Zuchtriegel –  sono espressioni di riconoscimento e lealtà verso qualcuno che si era letteralmente battuto in prima linea per la causa dell’impero.”

“Con questo ritrovamento – dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – il sito di Pompei si conferma un luogo di primaria importanza per ampliare la nostra conoscenza e comprendere al meglio la società dell’epoca. Per questo motivo ho fortemente voluto che nell’ultima Legge di Bilancio ci fossero risorse per una campagna di scavo nazionale per ampliare gli scavi in diversi parchi archeologici. A Pompei, in particolare, in questo momento ci sono diversi cantieri come mai era accaduto nei decenni scorsi. Mi piace ricordare, a questo proposito, gli scavi di Civita Giuliana che ho visitato di recente, area strappata all’attività illegale dei tombaroli e recuperata grazie a un accordo tra il Parco archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Pompei sempre di più si può considerare come un modello di gestione e conservazione del patrimonio culturale italiano, certificato anche dalla Commissaria europea per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira, che ha visitato con me il sito il 4 ottobre scorso e si è complimentata per l’utilizzo dei fondi del finanziamento Grande Progetto Pompei”. Il passo successivo sarà, come accennato da Gabriel Zuchtriegel, la musealizzazione del monumento, che farà parte di un complesso che sarà situato a ridosso della nuova biblioteca di Pompei, in modo da renderlo fruibile a tutti.

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