Bacheche con i papiri di Ercolano – Museo Archeologico Nazionale di Napoli – Foto: Giorgio Manusakis
La Villa dei Papiri, maestosa residenza rinvenuta nei pressi dell’antica città romana di Herculaneum e per buona parte ancora inesplorata, è famosa per aver restituito nel XVIII secolo una vera e propria biblioteca contenente numerosi volumi redatti su rotoli di papiro.
Le operazioni di apertura e di interpretazione di tali pregevoli documenti, custoditi nell’Officina dei Papiri presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, cominciarono nel Settecento grazie alla figura di padre Antonio Piaggio.
I Papiri ercolanesi e la macchina approntata dal sacerdote Piaggio
Villa dei Papiri, situata nei pressi dell’antica Ercolano, fu rinvenuta intorno alla metà del XVIII secolo. Per quanto non completamente dissotterrata, la lussuosa dimora, ritenuta di proprietà di Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Giulio Cesare, restituì uno straordinario rinvenimento: una biblioteca composta da circa 1800 rotoli di papiro.
La sensazionale scoperta suscitò l’attenzione di molti studiosi dell’epoca, tra cui il sacerdote Antonio Piaggio, il quale realizzò un macchinario con cui i papiri potessero essere aperti. Un esemplare ottocentesco di tale apparecchiatura è conservato tuttoggi presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. Dalle operazioni di apertura e srotolamento, condotte con il metodo di Piaggio sino ai primi anni di questo secolo, sono emersi sinora soprattutto trattati di filosofia, scritti in greco da autori appartenenti alla corrente dell’epicureismo, come ad esempio Filodemo di Gadara. Non mancano, tuttavia, passi di opere storiche, quali il De bello actiaco, che, così come allude il suo titolo, racconta le vicende della guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio ed in particolar modo l’ultima battaglia combattuta nel 31 a.C. ad Azio, e frammenti delle Historiae ab initio bellorum di Seneca.

Uno dei papiri di Ercolano – Museo Archeologico Nazionale di Napoli – Foto: Giorgio Manusakis
Le indagini sui Papiri attraverso il virtual unwrapping Al fine di approfondire ulteriormente la conoscenza di questo straordinario patriminio bibliografico, specialmente nei primi anni del nuovo millennio, vari gruppi di ricercatori hanno inteso ricorrere agli strumenti messi oggi a disposizione dalla tecnologia. Tra questi, si può ricordare il lavoro svolto da un’equipe diretta dal prof. Vito Mocella, dell’Istituto per la Microelettronica e i Microsistemi del Cnr di Napoli (degli altri progetti e studi in questione ne daremo notizia in un successivo articolo sempre dedicato ai Papiri). Fonte di ispirazione per tali attività è stata l’esperienza di virtual unwrapping, ossia di srotolamento virtuale, svolta nel 2015 sui cinque papiri di EnGedi, sito archeologico israeliano ubicato lungo la costa del Mar Morto, sui quali sarebbe stata redatta una versione manoscritta del Levitico, libro dell’Antico Testamento. Per decifrare i testi impressi sui documenti ercolanesi, nonostante la presenza di tracce di materiale organico, come il nerofumo, gli studiosi hanno potuto far leva sulla componente metallica caratterizzante l’inchiostro usato dai compilatori romani. Prezioso, ai fini delle operazioni di lettura ed interpretazione, si è rivelato l’impiego di un tomografo a raggi X e di un particolare modello di acceleratore di particelle (il Diamond Light Source).
L’Officina dei Papiri Ercolanesi con Legge 392 del 1910 è stata affidata alla Biblioteca Nazionale di Napoli , che da allora conserva e studia la preziosa biblioteca curata da Filodemo di Gadara, in biblioteca è conservato l’ esemplare ottocentesco della Macchina del Piaggio con frammenti di papiro . Il metodo del Piaggio man mano staccava il foglio di papiro, che era stato rinforzato con una sottile pellicola di battiloro ricavata dalla vescica di porco o di pecora ed era tenuto in trazione con fili di seta legati ai ganci posti nella struttura superiore. Il metodo del Piaggio è rimasto in uso fino agli inizi di questo secolo ed ha permesso di srotolare gran parte dei papiri, non solo quelli greci, ma anche i latini e i frammenti delle Historiae ab initio bellorum civilium di Seneca.
La Biblioteca Nazionale ha avviato nuovi progetti di srotolamento e più recenti di sola lettura attraverso le nuove tecnologie .Dal 1984 è stato utilizzato in collaborazione con l’équipe norvegese guidata da Knut Kleve il metodo di svolgimento basato sull’uso di una colla di gelatina ed acido acetico in proporzione variabile in rapporto al grado di carbonizzazione del papiro. Il metodo è temporaneamente sospeso perchè si stanno valutando i risultati di tanti anni di lavoro, nel frattempo la stessa Università del Kentucky sta attuando nuove ricerche per la lettura dei papiri attraverso una tecnologia basata su Micro-tomografia computerizzata: il Progetto “EduceLab”.
La biblioteca ha inoltre ha avviato nel 2021 in collaborazione con l’Università di Pisa e il CNR-ISPC il Progetto “GreekSchools”, che utilizza nuove tecniche di indagine, come l’Imaging iperspettrale a infrarossi o il TeraHertz imaging ad alta risoluzione, per ottenere un’edizione accresciuta e affidabile della “Rassegna dei filosofi”, l’ opera principale del filosofo epicureo Filodemo di Gadara. L.T.| BNNUFFICIOSTAMPA
Ringraziamo per l’aggiornamento che, tuttavia, non ci è possibile inserire ora nell’articolo, ma che certamente sarà oggetto di un nostro prossimo articolo.
Ma le inesattezze per dovere di informazione andrebbero corrette.
Correzioni inserite! Grazie e buona domenica!