La Basilica di Santa Croce a Firenze – Foto: Angelo Zito

L’edificio è uno dei tanti tesori custoditi nel piccolo ‘forziere’ rappresentato da una delle culle dell’arte italiana.

Un vasto complesso affacciato su una delle piazze fiorentine più belle

Si tratta di un enorme complesso monumentale che copre oggi circa 12.000 metri quadrati ed è articolato in vari ambienti: la basilica, la sagrestia, l’area del Noviziato con la cappella Medici; tre chiostri, la Cappella Pazzi, il Cenacolo e i sotterranei; infine il convento dove risiedono i francescani, l’Archivio storico e una parte degli uffici dell’Opera.

La facciata della basilica è rivolta verso la splendida piazza omonima che, delimitata sui tre lati da edifici di tre piani, attaccati l’uno all’altro ma con nette differenze di colori, altezza dei piani e decori, sembra sia rimasta esattamente com’era nel XIII secolo. Camminando, si ha la sensazione di poter incontrare Dante a spasso per la città da un momento all’altro.

Vista nadirale della Piazza di Santa Croce – Autore foto: Becherini Pietro – Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

La costruzione della chiesa si deve ai frati francescani, che arrivarono a Firenze nel 1209 e si stabilirono sulla riva nord dell’Arno. Subito dopo la morte di San Francesco, essi cominciarono ad edificare una prima chiesa, per poi realizzarne un’altra sullo stesso sito, ma solo 70 anni dopo fu posta la prima pietra della basilica che noi conosciamo oggi. Era infatti il 1294 o 1295 (gli storici non sono concordi) quando iniziò la costruzione del tesoro d’arte che migliaia di visitatori ogni anno ammirano. I lavori furono affidati probabilmente ad Arnolfo di Cambio, uno degli artisti fiorentini più richiesti dell’epoca, ma non esistono documenti ufficiali che lo confermino. La costruzione fu lenta e difficile, ostacolata da numerosi problemi, tra cui un’alluvione e la peste, tanto che si arriverà alla consacrazione solo nel 1443.

L’interno della Basilica di Santa Croce presenta tre navate, separate da pilastri che sorreggono archi a sesto acuto, e ha una forma a croce “egizia”, cioè a “T”, con un transetto particolarmente esteso.

Gli interventi post-medievali

Nel corso dei secoli – ne ha attraversati ben sette – la chiesa ha subìto rifacimenti, modifiche, e qualche miglioria, dovuti anche alle tumultuose vicende politiche e religiose della nostra storia patria. Ad esempio, dopo le disposizioni del Concilio di Trento, fu eliminato un transetto che divideva la zona destinata ai presbiteri da quella destinata ai fedeli. L’incarico fu affidato a Giorgio Vasari nel 1566, il quale predispose anche la distruzione del coro dei frati e di molti affreschi trecenteschi sulle pareti della navata, che furono sostituiti da grandi altari laterali di forma classicheggiante. 

L’editto di Napoleone sui cimiteri del 1804 vietò la realizzazione di nuove tombe all’interno della chiesa, che fino ad allora aveva accolto i corpi dei più eminenti personaggi della storia fiorentina, da Dante a Michelangelo. Proprio per la sua storia di conservazione della memoria, nel 1933 la basilica fu scelta come luogo di sepoltura e venerazione dei “caduti per l’idea fascista”. Nel secondo dopoguerra, però, quel sacrario fu trasformato in un ambiente dedicato ai fiorentini “caduti per la Patria dopo la Prima Guerra Mondiale”. Nel 1966, infine, i danni dovuti alla nota alluvione costrinsero a imponenti lavori di ristrutturazione.

Il cenotafio di Dante Alighieri – Autore foto: Francesco Bini – Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

Le meraviglie della basilica: cappelle, affreschi e tombe illustri

Oggi la Basilica di Santa Croce a Firenze regala una delle esperienze più intense per chi abbia anche una minima sensibilità per l’arte. L’entrata è posta su uno dei lati della struttura, all’altezza del transetto. Questa disposizione fa sì che, accedendovi, il visitatore abbia la sensazione di aver varcato la soglia di un mesto edificio medievale. L’altissimo soffitto è evidenziato dagli slanciati archi a sesto acuto; le pareti spoglie accolgono una serie di tombe monumentali; il pavimento è di un uniforme color argilla.

Ma basta rivolgere lo sguardo verso la Cappella Maggiore per essere abbagliati da una visione folgorante. Di gusto chiaramente gotico, essa è dominata da un polittico raffigurante la Madonna e i Dottori della Chiesa; inoltre, ospita un crocefisso del Trecento, opera del Maestro di Figline, e tre vetrate decorate. Ma soprattutto la Cappella è decorata, sulle pareti destra e sinistra, con gli affreschi del ciclo Storie dell’invenzione della vera croce, realizzato da Agnolo Gaddi nel 1388 su committenza della famiglia Alberti. Il pittore era allievo di Giotto e la mano del maestro non resta invisibile; il colpo d’occhio sugli affreschi è incantevole, in quanto il ciclo rappresenta uno dei massimi capolavori della pittura fiorentina tardogotica. I dipinti raccontano la storia del legno tagliato dall’albero della sepoltura di Adamo. Esso diventerà la croce sulla quale Gesù morirà nei secoli successivi, la quale sarà contesa tra Sant’Elena, Cosroe, re dei Persiani, ed Eraclio.

La Cappella Maggiore con gli affreschi di Agnolo Gaddi – Foto: Stefania Rega

Molto ricca e importante è la Cappella Castellani, a doppia campata, anch’essa affrescata da Agnolo Gaddi, che presenta Storie dei santi Antonio Abate, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Nicola di Bari

Agnolo Gaddi, Miracolo della coppa d’oro nella Cappella Castellani – Foto: Stefania Rega

La basilica conta altre 15 cappelle, oltre a quella principale, tra le quali non si possono non citare la Cappella Peruzzi e la Cappella Bardi, entrambe decorate dai famigerati cicli di Giotto (purtroppo attualmente non visibili per restauro) con le storie di San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e, ovviamente, San Francesco d’Assisi. In ultima analisi, la Basilica di Santa Croce, fin dalla fondazione, ha svolto il ruolo di importante luogo di sepoltura, fino a meritare l’appellativo di “Tempio delle itale glorie” che Ugo Foscolo le tributerà ne I Sepolcri. Ancora oggi la chiesa presenta innumerevoli tombe: sul pavimento vi sono ben 276 lastre di marmo con rilievi e stemmi intarsiati, oltre ai monumenti funebri sulle pareti che ospitano le spoglie di uomini illustri. In particolare, ad essere qui custoditi sono i resti mortali dello stesso Ugo Foscolo – traslati da Londra – Gioacchino Rossini, Galileo Galilei, Niccolò Machiavelli e il cenotafio di Dante Alighieri.   

La tomba di Ugo Foscolo – Foto: Stefania Rega

Specifiche foto dal web

Titolo: Vista Nadirale della Piazza di Santa Croce
Autore: BecheriniPietro
Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Vista_Nadirale_della_Piazza_di_Santa_Croce.jpg
Foto modificata

Titolo: Stefano Ricci, monumento a dante alighieri, 1829
Autore: Francesco Bini
Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Stefano_Ricci,_monumento_a_dante_alighieri,_1829,_01.jpg
Foto modificata

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