La locandina e gli artisti protagonisti dell’evento – Foto: Matilde Di Muro
Lo scorso 24 gennaio, a Napoli, presso la Sala della Loggia del Maschio Angioino, si è svolto un evento espositivo dal titolo La moda umana come manifesto sociale di unione, uguaglianza e libertà.
Curato da Luana Cotena, Founder e Fashion EcoDesigner di ‘Alare di Luana Cotena’, in sinergia con Eliana Vamvakinòs (pittrice), Antonella Romano (tessitrice), Livia Sorgente (designer di gioielli), Federica Martucci e Luigi Cacciapuoti (fotografi), accompagnato e sublimato dalla musica e dalle voci dei cantanti Elena Venturi e Cristiana Salvato, l’evento ha avuto come ospite d’onore e madrina la vicepresidente del Consiglio comunale di Napoli Flavia Sorrentino, che ha calorosamente sottolineato l’importanza culturale e sociale di questo progetto.

Luana Cotena con Flavia Sorrentino – Foto: Matilde Di Muro
Luana Cotena e ‘Alare’: storia di un brand
Per potervi descrivere quella che è stata una vera e propria esperienza immersiva, innanzitutto andiamo a raccontarvi di ‘Alare’, un progetto di Luana Cotena che nasce nel 2021, durante la pandemia, a seguito della sua tesi di Laurea Magistrale in Design per l’innovazione con specializzazione in Fashion EcoDesign.
Nel 2022 il brand di ‘Alare di Luana Cotena’ si è affermato come laboratorio creativo, agenzia di comunicazione e start-up innovativa, con sede a Napoli e una presenza estesa a Catania e in tutta Italia.
Si parla di ‘moda umana’ perché, attraverso la realizzazione di capi sartoriali singolari, si intende donare valore e voce all’identità dell’essere umano in tutta la sua bellezza e peculiarità in quanto fatta di storie personali, di emozioni, fragilità e valori. Con la creazione di ogni abito, superando taglie ed etichette, Luana Cotena valorizza la straordinaria unicità corporea e spirituale di chi li indossa e ha, come obiettivo, la volontà di contrastare discriminazioni, emarginazione sociale, distorsioni corporee e canoni estetici illusori. Il concetto di imperfezione diventa, dunque, uno straordinario e rivoluzionario valore da recuperare in una società che cerca, tristemente, di nascondere l’autenticità a vantaggio di stereotipi di bellezza artefatti, irraggiungibili e massificanti. Inoltre, ‘Alare’ promuove anche la sostenibilità ambientale utilizzando, per le sue creazioni, fibre tessili innovative ottenute da scarti aziendali, industriali e abiti inutilizzati. Così facendo, i tessuti degli ‘abiti dimenticati’, che altrimenti finirebbero nelle isole ecologiche o in discarica, vengono destrutturati per rinascere a vita nuova e divenire possibile risorsa ecocompatibile.

Panoramica della sala – Foto: Matilde di Muro
Insomma, ogni abito, che è un manifesto sociale per affrontare temi rilevanti come il body shaming, i disturbi alimentari, l’orientamento sessuale e le più svariate discriminazioni, diventa come una seconda pelle, letteralmente ‘cucito addosso’ a chi lo dovrà indossare. Il progetto mira, dunque, al recupero della dignità del proprio corpo e del benessere individuale, strizzando l’occhio alla salvaguardia del pianeta che ci ospita.
Nel 2023, ‘Alare di Luana Cotena’ ha ottenuto il Premio speciale Start Cup Campania per le pari opportunità e l’imprenditorialità femminile. Inoltre, ha avuto accesso ad AWE Italy – Academy for Women Entrepreneurs, per rafforzare l’obiettivo di creare una realtà per e con il prossimo, e l’anno successivo ha presentato tutta la sua realtà anche oltre oceano, presenziando al Woman Impact Summit 2024.
Le opere di Antonella Romano, tra scultura e teatro
Lo scorso 24 gennaio Luana Cotena ha presentato a Napoli una sorta di sintesi dei suoi esclusivi ‘manifesti’ sartoriali, affiancata da altri straordinari artisti che hanno saputo sostenere e arricchire l’intero progetto con le loro prospettive uniche e attraverso linguaggi innovativi. Antonella Romano, poliedrica e versatile artista napoletana, scultrice oltre che trentennale attrice di teatro, con particolare abilità ama realizzare installazioni fortemente dialoganti. Le sue sono opere plastiche eteree e delicate che, come intimi pensieri, giocano sapientemente tra spazio e luce. La sua arte, che attinge ad un antico sapere artigianale, è fatta di preziosissimi ricami realizzati da fili di metallo intrecciati con le proprie mani, creando ed offrendo oniriche visioni popolate di fragili corpi umani e delicate forme naturali attinte dal mondo animale così come da quello vegetale. Ma è soprattutto attraverso i busti femminili, con le loro silhouette trasparenti, che Antonella Romano riesce a trasferire la consapevolezza e la forza dell’espressione corporea evidentemente acquisita e sperimentata sul palcoscenico teatrale. La forza del metallo si piega per raccontare la bellezza della verità che è insita nella fragilità umana. Questo aspetto è in totale ed evidente sintonia con ‘Alare’ per cui Antonella Romano, in quest’evento, ha fornito i meravigliosi busti intrecciati come supporto agli abiti di Luana Cotena.

Un angolo dell’esposizione – Foto: Matilde Di Muro
La tradizione orafa napoletana nei gioielli di Livia Sorgente
Livia Sorgente, designer e orafa napoletana specializzata in eco-design presso il Politecnico di Torino, si è diplomata nel 2018 al Tarì come Orafo da banco napoletano. Ha realizzato un suo personale brand che, sin dal suo nome “LABA”, che significa “lava” – dal greco “λάβα” – parla del suo un legame viscerale con la terra partenopea. L’artista infatti racconta che, come per tanti giovani accade, ha dovuto temporaneamente lasciare Napoli per la sua formazione professionale. Non resistendo al richiamo delle sue radici, ha deciso di tornarvi, mettendo la sua professionalità in gioco e a servizio della millenaria cultura artigianale partenopea.
I suoi gioielli, abilmente cesellati tra pieni e vuoti, sono il frutto del suo ‘sentire’ la città di Napoli che, tra mille contraddizioni, tra bellezze ipogee e in superficie, si mostra energicamente magmatica, riccamente stratificata, porosa e accogliente. Attraverso le tecniche di lavorazione dell’antica tradizione orafa classica napoletana, e in particolare quella della cera persa, Livia Sorgente reinterpreta gli elementi naturali veicolati da forme geometriche elementari come cerchio, triangolo e quadrato. Esse sembrano abbandonare la loro dimensione di rigida linearità per lasciarsi attraversare sino a perdere consistenza, limiti e confini, rappresentando l’essenza più intima della natura che è nel suo continuo divenire dinamica, mutevole e vitale. Per l’evento di ‘Alare’ al Maschio Angioino ha creato gioielli unici in completa connessione con gli abiti di Luana Cotena in termini di originalità, autenticità e artigianalità.

Particolare di un gioiello LABA – Foto: Matilde Di Muro
L’eclettismo di Eliana Vamvakinòs e gli sfondi di Federica Martucci e Luigi Cacciapuoti
Veniamo a raccontare di Eliana Vamvakinòs, artista italo greca dall’animo eclettico e insegnante di storia dell’arte. Pittrice, illustratrice, regista, video maker, Eliana, esplorando stili e tecniche di vario genere, si fa protagonista nel mondo dell’arte mettendo in gioco la sua sensibilità al servizio della creatività. Ciò che ispira il suo fare artistico è, essenzialmente, l’indagine dell’essenza umana che è di tipo esperienziale ma con il supporto e l’approfondimento di studi filosofici e di fisionomia greca. Ha esposto in diverse gallerie italiane ed internazionali ed è stata presente nei Padiglioni Italiani della Biennale di Venezia e dell’Art Basel-Miami. Tante le esperienze come illustratrice mentre, come regista televisiva, ha collaborato con la Rai e, come video maker, ha lavorato in diversi spazi culturali di Napoli come il Museo Donna Regina, il Goethe Institut e per Guida Editori. L’artista è stata segnalata nella pubblicazione del 2011 di Transiti d’arte. Dall’avanguardia al contemporaneo, a cura di Antonio Dentale e Ciro Esposito.
Eliana Vamvakinòs ha accompagnato l’evento di ‘Alare’ mettendo in campo la sua esperienza ventennale in allestimenti artistici, oltre ad arricchire l’esposizione con alcune sue opere pittoriche realizzate con tecnica mista, pigmenti ad olio e acrilici, insieme ad alcune stampe. Queste sue creazioni hanno ben raccontato di quella ricerca intima e personale dell’identità umana spesso difficilmente rintracciabile o riconoscibile. Lo svelamento e l’accettazione della vera nostra essenza è la strada verso la rinascita, che Eliana identifica con l’immagine di una barca a vela che prende il largo, guidata dal riverbero della luce lunare sulle onde del mare.

Uno dei dipinti di Eliana Vamvakinòs – Foto: Matilde Di Muro
L’evento di ‘Alare’ si è avvalso anche del linguaggio fotografico grazie all’operato di Federica Martucci e Luigi Cacciapuoti. Questi due artisti, attraverso i loro obiettivi, hanno avuto l’importantissimo ruolo di raccontare le storie sottese dietro la creazione di ogni abito e di ogni gioiello, con lo sfondo della città di Napoli ed i suoi esclusivi scorci naturali.

Due delle foto in esposizione – Foto: Matilde Di Muro
‘Alare’: una ‘melodia umana’ per comunicare e far riflettere
Dunque, un intreccio di storie, sensibilità e abilità artistiche diverse, lavorando in sinergia e coralità, ha saputo, come in un’armoniosa orchestra sinfonica, diffondere una ‘melodia umana’ che, come dice il titolo dell’evento, diventa “manifesto sociale di unione, uguaglianza e libertà”. Ancora una volta l’arte si fa strumento di comunicazione e denuncia, stimolando la riflessione e auspicando un cambiamento a favore del benessere umano ed ambientale. All’evento, tutti gli artisti hanno gentilmente partecipato ad una videointervista (che potete vedere a questo link cliccando sul collegamento ipertestuale) nella quale l’organizzatrice Luana Cotena ha spiegato il significato della parola ‘Alare’, che nasce dalla fusione delle parole “alma” e “disfare”. Dunque, la spiegazione dell’obiettivo di questo progetto è tutta nel suo nome che, come un vero e proprio manifesto programmatico, è dedicato «a tutte le anime disfatte che ambiscono alla libertà».