Antoine Coypel, ‘Lo svenimento di Esther’, ante 1697, Museo del Louvre, Parigi; autore: Sailko; licenza: Wikimedia Commons

Sono tre i libri della Bibbia intitolati a donne: Ester, Giuditta e Rut; esse si inseriscono in quel filone, iniziato con il Libro dell’Esodo, di figure femminili positive aventi un ruolo determinante per la storia d’Israele.

Il Libro di Ester, diviso in dieci capitoli, è ambientato nella città di Susa, una delle grandi capitali dell’Impero persiano, presso la corte del re Assuero.

Ester, il cui nome significa stella, è un’ebrea deportata in Babilonia insieme al suo popolo e, rimasta orfana, viene adottata da un parente, Mardocheo. Ben presto Ester è scelta come sposa ed eletta regina dal re Assuero dopo che questi aveva ripudiato la disubbidiente Vasti.

Mardocheo chiede a Ester di intervenire presso il re per salvare gli ebrei minacciati di sterminio da un editto del primo ministro Aman. La donna, a rischio della propria vita, intercede a favore del suo popolo e, durante un banchetto, smaschera il ministro che viene messo a morte.

A seguito di tale vittoria è istituita la Festa dei Purim, ossia delle “Sorti”, nella quale gli ebrei ricordano il capovolgimento della sorte avversa per l’aiuto provvidenziale di Dio, che opera attraverso  il coraggio e la fede della bella Ester, donna “dolce per natura, energica per dovere”.

Nell’iconografia artistica l’eroina ebraica viene raffigurata sia da sola, con gli attributi regali – veste, corona e scettro – sia in cicli figurativi di singoli episodi, di cui i più diffusi sono: il banchetto per le nozze e l’incoronazione di Ester, lo svenimento di Ester, l’intercessione per il suo popolo e il banchetto proposto da Ester ad Assuero con la presenza di Aman.

La più antica rappresentazione ispirata al testo biblico è un affresco della Sinagoga di Dura Europos (III secolo d.C.)

Nel periodo romanico il Libro di Ester è stato illustrato essenzialmente nei manoscritti, come la ‘Bibbia di Souvigny’ o la ‘Bibbia di Rodd’. Del XIII secolo è il portale nord del transetto della cattedrale di Chartres, dove sono raffigurate le scene con le nozze fra Assuero ed Ester, la regina che si getta ai piedi del re e Mardocheo che annuncia la revoca dell’editto contro gli ebrei.

Nel Medioevo le scene dell’intercessione di Ester presso Assuero e della sua incoronazione diventano i testi figurativi più comuni. Ester, che la Bibbia descrive come una giovane “di bella presenza e di aspetto avvenente e rosea nel fiore della sua bellezza”, è sempre raffigurata molto bella, con vesti regali, sofisticate pettinature e adorna di gioielli, come si conviene a una regina.

Nel Rinascimento molto diffusa era l’immagine di Ester sui cassoni nuziali come esempio di devozione coniugale. Botticelli (o per alcuni Filippino Lippi) realizzano i disegni per i pannelli che decorano una cassapanca nuziale raffiguranti: Il ripudio di Vasti-La presentazione di Ester ad Assuero-Lo svenimento di Ester-Il trionfo di Mardocheo.

Agostino Ciampelli, ‘Lo svenimento di Esther’, affresco in Palazzo Corsi-Tornabuoni, Firenze; autore: Sailko; licenza: Wikimedia Commons

Anche Michelangelo, in uno dei pennacchi della Cappella Sistina, sintetizza le ultime vicende della sua storia: Ester che denuncia il traditore, Mardocheo in trionfo e l‘Uccisione di Aman.

“Il re si innamorò di Ester[. .].  e perciò egli pose su di lei la corona regale. Poi il re fece un banchetto[…] volendo solennizzare così le nozze di Ester.” (Est.2, 17-18)

La scena dell’incoronazione di Ester è spesso legata, iconograficamente, a quella del convivio di nozze, ma può anche essere confusa con la scena dell’intercessione.

Generalmente l’incoronazione di Ester è una scena di banchetto con i commensali seduti attorno alla tavola, mentre la scena dell’intercessione avviene con Ester in piedi o in ginocchio davanti ad Assuero che, “alzato lo scettro d’oro, lo posò sul collo di lei” in segno di perdono (Est.5,2); così la presentano grandi artisti, come Tintoretto nella tela del Prado.

In altri casi sono raffigurati solo i due protagonisti come nella tela di Konrad Witz con Assuero che alza il suo scettro verso Ester.

Un’altra scena molto rappresentata è quella dello svenimento di Ester quando si presenta, non annunciata, davanti al re per intercedere a favore del suo popolo. Generalmente si vede l’anziano Assuero che si alza precipitosamente e le ancelle che sorreggono la regina, come nella tela di Tintoretto o di Poussin; diversamente, Artemisia Gentileschi lo raffigura giovane e con lo sguardo folgorato dalla bellezza della regina, mentre si alza di scatto dal suo trono per andare da lei.

Artemisia Gentileschi, ‘Assuero e Ester’, 1629, Metropolitan Museum of Art, New York; autore: Sailko; licenza: Wikimedia Commons

“Assuero e Aman alla festa di Ester” è tra le tele più note legate alla figura di Ester; essa fu dipinta dal grande pittore olandese Rembrandt, il quale ha saputo ben rendere l’atmosfera tesa, il drammatico conflitto fra i tre personaggi biblici, caratterizzati da gesti sobri ma eloquenti.

Aman è immerso nell’ombra mentre la figura della regina è radiosa, la sua veste con un lungo strascico luccica come se fosse di pietre preziose.

Rembrandt raggiunge grande profondità nel rendere la vita interiore, l’energia spirituale dei personaggi biblici; i suoi più grandi trionfi creativi sono evidenti, infatti, oltre che nei ritratti dei suoi contemporanei e nei suoi autoritratti, anche nelle illustrazioni di scene tratte dalle Sacre Scritture. Egli aveva una completa conoscenza dell’iconografia classica la quale modellò adattandola alle sue esigenze, alla sua osservazione della popolazione ebraica presente ad Amsterdam.

Rembrandt, ‘Haman implora la misericordia di Ester’, 1635, Museo Nazionale d’Arte della Romania, Bucarest; autore: Sailko; licenza: Wikimedia Commons

Spesso sono state evidenziate anche nei testi figurativi, e non solo nei trattati teologici, alcune prefigurazioni tra Antico e Nuovo Testamento: in un arazzo del XV secolo, nel Tesoro della Cattedrale di Sens, compaiono al centro l’Incoronazione di Ester, a destra quella della Regina di Saba e a sinistra quella della Vergine.

Al centro del catino absidale della chiesa di S. Filippo Neri a Perugia, sopra la tela dell’Immacolata Concezione di Pietro da Cortona, è raffigurata Ester che intercede per il popolo ebreo davanti ad Assuero: è prefigurazione dell’Immacolata raffigurata sull’altare maggiore. Ai lati di Ester si trovano quattro donne dell’Antico Testamento, anch’esse prefigurazioni della Vergine: Miriam, Rachele, Debora e Giaele.

L’eroina compare anche nell’Oratorio di Orsanmichele di Firenze, il cui programma decorativo prevedeva, nella volta, la raffigurazione di 12 figure maschili e 12 femminili, ritenute significative nelle tre epoche della storia biblica: ante legem, sub lege e sub gratia. Anche in questo caso Ester viene dipinta nella parte centrale della volta insieme a Miriam, Giuditta e Rut.

Sulla base del Libro di Ester e di precisi intenti didattici, volti ad affermare solennemente il culto della Vergine contro i protestanti, è basata la decorazione della sacrestia di S. Sebastiano a Venezia di Paolo Veronese.

Al centro della sacrestia è raffigurata l’incoronazione di Maria in atteggiamento umile, circondata dalle quattro virtù cardinali, dagli evangelisti e da otto scene dell’Antico Testamento, fra cui Ester davanti ad Assuero.

La scena principale, nel soffitto della navata, raffigura l’Incoronazione di Ester per sottolineare identità con la Vergine: la regina è la rappresentazione della Chiesa trionfante sulla sinagoga, personificata dal Ripudio di Vasti dipinto sul secondo riquadro, mentre nell’ultimo riquadro c’è il Trionfo di Mardocheo, che allude all’azione della Chiesa militante sulla terra.

Dopo il declino dell’arte didattica, il soggetto dell’eroina ebraica assumerà caratteri più leziosi e profani e l’artista si svincolerà dalla rappresentazione del testo sacro.

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