Pittore di Dario, Cratere a mascheroni apulo a figure rosse – 330 a.C. circa – Museo Archeologico Nazionale di Taranto – Foto: Giorgio Manusakis
Restituito al Museo Nazionale Archeologico di Taranto dal Cleveland Museum of Art a seguito dell’operazione condotta dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nel 2009.
Lato A: sul collo, carro di Helios tra ornati vegetali. Nel registro superiore, Artemide, Apollo, Atena e Pan assistono alla partenza di Anfiarao, guerriero ed indovino della città di Argo, che partecipò alla guerra contro Tebe, pur avendone prevista, per le sue virtù profetiche, la fatale conclusione. Accanto alle divinità dell’Olimpo, è raffigurata la vecchia e canuta nutrice a cui si rivolge Anfiloco, uno dei figli dell’eroe; il secondo figlio, Alcmeone, raffigurato all’estremità sinistra del registro inferiore, regge nella mano destra un’oinochoe, e con la sinistra si tocca il capo, in un gesto di sconforto, forse presagendo la morte del padre e il destino che peserà su di lui, colpevole di matricidio. Segue la figura di Anfiarao che, coperto dall’armatura e con la lancia e lo scudo imbracciato, sale sulla splendida quadriga, guidata da un auriga e preceduta dalla personificazione di una delle Erinni, che perseguiteranno suo figlio Alcmeone, in preda alla pazzia.
Lato B: sul collo, Dioniso, con phiale e tirso, siede tra un satiro con fiaccola e kantharos e una menade con corona, cista e ramo di alloro al quale è sospesa una benda. Entro un edificio funerario (naiskos), reso in bianco sovraddipinto, al quale sono sospesi un elmo a pileo e una benda, è un personaggio giovanile vestito di corazza, cinturone e corto mantello, nell’atto di reggere la lancia, lo scudo e l’elmo a pileo. Attorno al naiskos si dispongono personaggi maschili e femminili variamente atteggiati, con in mano i simboli della libagione (phiale, patera) e dell’offerta funeraria (cista, corona). – (fonte didascalia museo)
