Titolo: Quentin Tarantino – Autore: Neo_II – Licenza: CC BY-NC-ND 2.0 by Flickr
La storia di uno dei più grandi registi contemporanei partita da un piccolo videonoleggio della California.
Quentin Jerome Tarantino nasce Knoxville il 27 marzo del 1963. Dopo la separazione dei genitori si trasferì con la madre in California; lì iniziò a sviluppare una forte passione per il cinema che lo portò a lavorare per alcuni videonoleggi. Tarantino iniziò ad avvicinarsi al mondo dei western di Sergio Leone (chiamati in maniera dispregiativa spaghetti Western dalla critica americana), dei celebri B-movie, e degli explotation di nicchia. Fu proprio in questo periodo che girò il suo primo film, My Best Friend’s Birthday, con l’aiuto dei suoi colleghi di negozio. Purtroppo a causa di un errore del laboratorio a cui era stata affidata la pellicola, il film si distrusse quasi del tutto. Tuttavia, oggi è ancora possibile visionarlo parzialmente su YouTube. Il successo di Quentin Tarantino risale al 1989, quando la sua sceneggiatura Natural Born Killer fu venduta per quattrocentomila dollari. Dopo pochi anni scrisse Dal tramonto all’alba, che avrebbe preso poi vita sul grande schermo nel 1994 grazie al regista e amico Robert Rodriguez, con cui Tarantino collaborò anche in qualità di attore. A seguito di questo primo e importante successo, nel 1991 fu contattato dal produttore Lawerence Bender che lo aiutò a reperire il budget per quella che sarebbe diventata la sua opera prima: The Reservoir Dogs, in italiano Le iene. La pellicola fu girata nel luogo di nascita del regista, i dialoghi sono curati nei minimi dettagli, oscillando tra lucidità e ossessione. Il film è caratterizzato da una violenza esplicita, e a tratti grottesca, che poi diventerà il marchio di fabbrica del regista. Altro elemento distintivo riscontrabile ne Le iene e nei lavori successivi di Tarantino sono i flashback e le storie parallele che si vanno ad intersecare dando vita ad una narrazione fitta e non lineare. Le Iene ebbe un immediato successo al botteghino, tant’è che al regista venne offerta la regia di Man in Black. Tarantino tuttavia preferì trasferirsi ad Amsterdam per un periodo di tempo. Lì elaborò Pulp Fiction, che venne presentato al festival di Cannes nel 1994 diventando un vero e proprio cult movie, caratterizzato dalla ultraviolenza e da uno sviluppo narrativo estremamente rapido e a tratti folle. Numerosi protagonisti di Pulp Fiction, come Uma Thurman, Samuel L. Jackson e Tim Roth, diventeranno poi volti ricorrenti nei lungometraggi successivi del regista. In seguito Tarantino condividerà il set di Jackie Brown con Palm Grier, uno dei miti della sua adolescenza, che nel film interpreta una hostess immischiata in un giro di soldi, contrabbando e violenza. All’epoca il film non suscitò il successo sperato ma venne rivalutato solo in un momento successivo. Questo insuccesso portò Tarantino a prendersi una pausa, terminata nel 2000 con l’uscita di Kill Bill, dove una bellissima Uma Thurman intraprende un lungo viaggio in cerca di vendetta, tematica principale del film. Le riprese furono interrotte a causa della gravidanza di Uma Thurman e ripresero nel 2002, motivo per cui il film verrà distribuito nelle sale in due capitoli. Kill Bill rappresenta la consacrazione di Tarantino nel panorama cinematografico internazionale: le indimenticabili colonne sonore, abbinate alle citazioni del cinema giapponese, in particolare quello di Akira Kurosawa, creano un’atmosfera tesa e con colpi di scena inaspettati.
Titolo: Tarantino XX – Autore: Magnus_maximus – Licenza: CC BY-NC 4.0
Tra la scrittura di Pulp Fiction e quella di Jackie Brown, Tarantino aveva elaborato una bozza di sceneggiatura che, nel 2009, venne proiettata nei cinema con il titolo Bastardi senza gloria. Fu il suo più grande successo, con 300 milioni di dollari di incassi al botteghino; il film, in un mix tra la follia e l’onirico, narra di un gruppo di soldati americani ebrei, denominati “bastardi” per la loro crudeltà, che si troveranno a dover combattere contro i nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Dopo questa esperienza Tarantino riscopre il genere degli spaghetti western con Django Uncheined (2012) e The Hatefull Eight (2015). Se la prima pellicola ha dei chiari riferimenti al cinema di Sergio Leone, con la seconda il regista dà vita ad un western atipico, ambientato quasi integralmente in una baita di montagna, che si intreccia con il genere investigativo.
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L’ultimo film di Tarantino, C’era una volta a…Hollywood, uscito nel 2019, racconta la storia rivisitata di Sharon Tate, moglie di Roman Polanski brutalmente uccisa dalla Manson Family, che si intreccia con quella del cinema degli anni ’70 personificata nella figura di un attore in crisi (Leonardo Di Caprio) e del suo stuntman (Brad Pitt). Tarantino è un regista eccentrico, con un’immensa cultura cinematografica che spazia tra le epoche e i luoghi. I suoi film, pieni di citazioni e curati nei dettagli, riescono a far affezionare lo spettatore alla storia rendendolo partecipe della trama. È proprio questo il motivo del suo successo: lo stile unico e riconoscibile, che spazia tra i generi ma mantiene la sua connotazione pulp e si riconosce per l’utilizzo di una serie di segni distintivi come le inquadrature dal basso, in gergo trunk shot, le inquadrature worm’s eye o i crash zoom, tipici dei vecchi film cinesi di Kung Fu.
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