Vincenzo Migliaro ‘La parigina’ (1905 ca), Pescara, Collezione Vanceslao Di Persio Foto: Giorgio Manusakis
La figura femminile è stata da sempre oggetto d’interesse nell’ambito della cultura figurativa assumendo aspetti diversi secondo lo spirito delle varie epoche.
A metà del XIX secolo la donna non è più vista solo nel ruolo di moglie e madre ma assume una nuova veste, una nuova identità.
Una donna fatale, misteriosa, austera e sensuale, ambigua figura in cui convivono il sacro e profano, domina nelle tele di noti pittori quali Domenico Morelli.
Nella tela Dama con ventaglio l’artista, attraverso pennellate a ‘fior di tela’, dai tocchi abbozzati e sommari, rappresenta una donna dalla chioma fulva, dal corpo candido e florido, dallo sguardo languido e misterioso.
Domenico Morelli, ‘Dama col ventaglio’ (1874) – Gallerie d’Italia, Napoli – Foto: Giorgio Manusakis
Il nudo femminile, inserito in un’atmosfera esotica, emerge in controluce ed è reso evanescente da un fascio luminoso vibrante e proveniente dall’alto.
L’opera appartiene al periodo in cui Morelli aderisce al filone orientalista, fortemente influenzato dalla moda dettata dal pittore spagnolo Mariano Fortuny, le cui tele sono caratterizzate da soggetti accattivanti, resi con uno stile virtuosistico talvolta fin troppo lezioso.
Donne di altrettanto fascino sono quelle ritratte da Giuseppe De Nittis, tra i primi pittori in Italia ad aver aderito all’Impressionismo francese.
Nella galleria dei suoi straordinari personaggi femminili, prevale il ritratto di sua moglie Leontine, che esercitò sul marito uno straordinario potere favorendone anche la carriera artistica grazie alle proprie capacità relazionali.
All’immagine della moglie, De Nittis aggiunge ritratti femminili frutto d’incontri in quei luoghi di svago e divertimento dove si svolgeva la vita nel periodo della Bella Epoque: salotti mondani, viali alberati, eleganti caffè.
La sua leggera pennellata si sofferma su particolari apparentemente secondari, ma in realtà dettagli parlanti che ci danno una lettura introspettiva del personaggio.
Donne avvolte nei loro stretti paltò, protette da graziosi ombrellini, misteriose dietro le velette dei cappellini all’ultima moda.
Giuseppe De Nittis, ‘Dame à l’Ulster’ (1882) – Galleria d’Arte Moderna, Milano – Foto: Giorgio Manusakis
Certamente meno raffinate ma altrettanto seducenti, sono le figure femminili raffigurate da Vincenzo Migliaro, il quale fu particolarmente attratto dalla bellezza antica delle popolane.
Vincenzo Migliaro, ‘Fulvia’ (1887 ca.) – Gallerie d’Italia, Napoli – Foto: Giorgio Manusakis
Stessa bellezza antica si trova nel dipinto Tentazione di Gaetano Esposito opera dall’innovativo taglio compositivo.
Gaetano Esposito, ‘Tentazione’ (1883) – Gallerie d’Italia, Napoli – Foto: Giorgio Manusakis
Mentre lo sguardo del lettore viene focalizzato sulle mani femminili incrociate e oranti da cui pende una corona, quello della fanciulla volge altrove, si ‘perde’ lontano.
Marcatamente più ambigua e peccaminosa è l’immagine di donna presente nei dipinti Il Diavolo e l’acquasanta e Per una messa di Salvatore Postiglione, soggetti femminili ispirati alle infelici eroine di un romanzo d’appendice, alla coeva letteratura romantica fitta di donne combattute tra dovere sociale e passione, tra principi morali e desiderio.
Salvatore Postiglione ‘Il Diavolo e l’Acqua Santa’ (1887) – Gallerie d’Italia, Napoli – Foto: Giorgio Manusakis
Dalle seducenti cortigiane dipinte da Tiziano,alle languide Venere di Velazquez, dalla provocante Maja desnuda di Goya alle raffinate parigine di Monet, dalle popolane di Migliaro alle castigate religiose del Postigione, la donna ha sempre sprigionato grande attrazione e fascino nell’arte.
Tiziano Vecellio (scuola di), ‘Ritratto di dama’ – Napoli, Museo di Capodimonte – Foto: Giorgio Manusakis