Maestro della Cité des dames, miniatura della ‘Città delle dame’ – Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons
Christine de Pizan è una figura affascinante e pionieristica nella storia della letteratura ma anche del pensiero femminista.
Una scrittrice veneziana alla corte di Carlo V il Saggio
A dispetto del nome, si tratta di una scrittrice di origine italiana, il cui nome era Cristina da Pizzano, che nacque a Venezia nel 1365. Ella è considerata la prima scrittrice professionista d’Europa e una delle prime femministe della storia. La sua vita e le sue opere offrono uno spaccato affascinante del mondo medievale, svelando le sfide e le opportunità che si presentavano alle donne in un’epoca dominata da una cultura fortemente patriarcale.
Christine crebbe, visse e si formò culturalmente a Parigi, alla corte di Carlo V, detto il Saggio, in un momento storico che segna il passaggio dal Medioevo all’Umanesimo: un periodo in cui i classici greci e latini vengono rivalutati per indagare culture e civiltà letterarie passate, e soprattutto una fase nella quale la natura umana non è più avvolta dal peccato; anzi, è proprio l’uomo ad essere considerato al centro dell’universo e artefice della propria vita. Christine de Pizan si inserisce in questo contesto storico-culturale con un ulteriore elemento di forte novità, come scrive la prof.ssa Caraffi dell’Università di Bologna: “si tratta infatti di una voce femminile colta e laica, «muse eloquent entre les ix», scrittrice di professione attiva in ambiente urbano e non tra le mura di un convento, come la maggior parte delle autrici che l’hanno preceduta”.
Miniatura: ‘Christine de Pizan scrive nella sua stanza’ – Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons
Una vita segnata dalla scrittura
La vita di Christine fu profondamente segnata dalla scrittura e dalla lettura in quanto ebbe la sorte di crescere in un ambiente colto, grazie all’influenza del padre, Tommaso Benvenuto da Pizzano, famoso studioso di medicina e astrologia all’università di Bologna, poi trasferitosi a Venezia poco prima della nascita della scrittrice, avendo sposato la figlia di Tommaso Mondini, consigliere della Repubblica della Serenissima. La sua permanenza in Laguna fu breve in quanto tutta la famiglia poco tempo dopo, nel 1368, si trasferì a Parigi.
Oltre alla guida paterna, che contro il parere della madre la incoraggiò a studiare e scrivere, la vera fortuna di Christine fu proprio il trasferimento in Francia in un ambiente, la corte di re Carlo, che gli permise di studiare storia, filosofia, medicina e anche astrologia, che all’epoca era considerata una scienza molto importante. Inoltre le nobili frequentazioni le diedero la possibilità di contrarre, nel 1380, a soli 15 anni, anche un matrimonio assai vantaggioso con Etienne du Castel, notaio e segretario del re da cui ebbe tre figli, due maschi e una femmina.
La morte di Carlo V nel 1380, l’avvento al trono di Carlo VI, detto il pazzo, incapace di gestire rapporti politici interni e internazionali nel pieno della Guerra dei Cent’anni, la successiva morte del padre prima e del marito poi, nel 1390, segnano la vita della scrittrice. Dopo essere precipitata, a soli 25 anni, da un’agiata condizione ad una vita difficile, con i tre figli piccoli da allevare e parte della famiglia originaria da sostenere, Christine fu costretta a confrontarsi con una Parigi, sì città faro, ma anche luogo di grandi conflitti sociali e patria di emarginati schiacciati da guerre secolari. Cristina lottò contro le istituzioni, che di fatto la privarono dei suoi beni, ma tale battaglia fu la svolta della sua vita perché in questi momenti di difficoltà fiorì in lei una qualità sopita: il talento per la scrittura e la poesia. Fu così che iniziò a scrivere, prima per sé e poi per professione, dando vita a una produzione letteraria vastissima e diversificata. Negli anni che seguirono mise in piedi una vera e propria attività imprenditoriale, uno scriptorium che gestì in autonomia e in prima persona con la collaborazione di copisti, maestri calligrafi, rilegatori e miniaturisti che confezionarono i suoi libri seguendo piani editoriali ben precisi.
Scrisse ininterrottamente fino al 1418, quando per ragioni politiche si ritirò probabilmente in un convento a Poissy, dove morì nel 1430 (anche se non è una data certa), l’anno dopo la sua ultima opera intitolata Le Ditié de Jehanne d’Arc.
Christine de Pizan – Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons
Le opere
Christine de Pizan è stata una scrittrice molto prolifica e versatile. La sua opera, concentrata nel trentennio a cavallo tra la fine del XIV e i primi decenni del XV secolo, copre una vasta gamma di generi, dal poetico al politico.
La sua produzione poetica è contraddistinta da temi molteplici che spaziano dall’amore cortese alla difesa della condizione femminile, dalla riflessione morale alla denuncia delle ingiustizie sociali. Troviamo spesso riferimenti alla sua esperienza personale, ai rimpianti per il suo uomo perduto, alle vicende storiche del suo tempo e a questioni filosofiche e teologiche. Solo per citarne alcune, ricordiamo:
- Cent ballades: una raccolta di cento ballate su temi d’amore, di morale e di attualità;
- Virelais, Lais, Rondeaux: altre forme poetiche tipiche della lirica medievale, utilizzate da Christine per esprimere sentimenti e pensieri;
- Epistre au dieu d’amours: una lettera indirizzata a Cupido, dio dell’amore, in cui l’autrice discute la natura dell’amore e i suoi effetti sull’animo umano;
- Le Dit de la Rose: un poema allegorico in cui si discute sulla natura dell’amore cortese.
Altrettanto ricca e variegata è la sua produzione in prosa che guarda alla biografia di personaggi illustri, alla politica, alla filosofia morale e alla letteratura allegorica. Molte delle opere in prosa di Christine de Pizan partono dalle proprie esperienze personali e sono permeate da un forte impegno civile e politico. L’autrice si schiera a favore della giustizia, della pace e dei diritti delle donne e lo fa utilizzando una scrittura finalizzata ad insegnare le virtù morali e a trasmettere conoscenze storiche e politiche, utili all’istruzione e all’educazione dei lettori. Per far sì che il suo messaggio sia efficace, poi, ricorre sovente all’allegoria, proprio per rendere comprensibili i concetti più astratti.
Fra le sue opere di maggior spessore ricordiamo:
- Le Livre de la mutation de fortune: un testo che nella prima parte non è altro che un’evocazione allegorica della biografia di Christine de Pizan, che racconta di essersi fatta uomo, dopo la morte del marito, per diventare scrittrice, giustificandosi dunque per aver intrapreso un’attività maschile;
- Livre des faits et bonnes meurs du sage roy Charles V: una biografia del re Carlo V, che esalta le sue virtù e le sue imprese. Questo lavoro dimostra l’interesse di Christine de Pizan per la storia e per la figura del buon sovrano;
- Livre du corps de Policie: un trattato di politica in cui l’autrice riflette sulla buona gestione dello Stato; in buona sostanza, un manuale di educazione reale e nel contempo un trattato sul buon governo;
- Livre de Paix: scritto in un periodo di grande conflitto per la Francia, questo trattato esprime il desiderio di pace e la necessità di una convivenza pacifica tra gli uomini;
- Lamentation sur les maux de la France: un’opera in cui Christine de Pizan esprime il suo profondo dolore per le sofferenze inflitte alla Francia dalla Guerra dei Cent’Anni.
Le opere allegoriche e morali, che hanno lasciato un profondo segno sulle future generazioni, sono però quelle nelle quali la donna assume un ruolo centrale, ovvero:
- Livre de la Cité des Dames, di cui si dirà in seguito;
- Livre des trois Vertus: un trattato di educazione morale rivolto alle giovani donne, in cui l’autrice esorta le sue lettrici a coltivare le virtù della prudenza, della giustizia e della fortezza;
- Le Chemin de Long Estude: un’autobiografia intellettuale in cui Christine de Pizan racconta il proprio percorso di formazione e le difficoltà che ha dovuto affrontare per affermarsi come scrittrice.
C’è, inoltre, un libro di epistole che rappresenta la prima disputa letteraria su un’opera scritta in francese intitolata Roman de la Rose, un poema allegorico molto popolare, composto nel XIII secolo da Guillaume de Lorris (la prima parte) e da Jean Chopinel de Meung-sur-Loire (la seconda parte, sul finire dello stesso secolo). Christine de Pizan raccolse e pubblicò un libro, intitolato Livre des Épistres du Débat sur le Roman de la Rose, formato da sue epistole, scritte tra il 1401 e il 1402 contro le caratterizzazioni misogine di Jean de Meung. Queste lettere costituiscono una risposta appassionata e argomentata alle rappresentazioni negative delle donne presenti nel Roman de la Rose. Si tratta di un testo che costituisce anche la sua prima grande opera in cui la difesa della donna è centrale e Christine prende posizione e sfida i più grandi intellettuali del suo tempo.
Christine de Pizan presenta il suo libro a Margherita di Borgogna – Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons
La posizione di Christine nella “Querelle des Femmes”
La scrittrice si inserisce così, con forza, nella cosiddetta “Querelle des Femmes”, una lunga disputa letteraria che animò i salotti europei del Medioevo e del Rinascimento e che vedeva contrapposte le posizioni di coloro che difendevano la superiorità maschile e quelle di chi, come Christine, sosteneva l’uguaglianza tra i sessi e il valore intellettuale e morale del genere femminile.
La sua posizione a difesa del genere femminile troverà piena espressione nel 1405 con la stesura del Livre de la Cité des Dames. Nella sua opera più famosa Christine de Pizan immagina una città ideale abitata solo da donne illustri, regine, martiri, scienziate, poetesse, costruita con l’aiuto di tre dame, rappresentanti la Ragione, la Rettitudine e la Giustizia. La scrittrice prende come protagoniste figure esemplari di donne (alcune delle quali note a tutti ancora oggi, altre meno), già utilizzate anche da Giovanni Boccaccio nel De claris mulieribus (1360–74) e, in alcuni casi, nel Decameron, come Penelope, Cassandra, Elena di Troia, Zenobia – regina guerriera di Palmira – Semiramide – fondatrice di Babilonia, Leonzia – filosofa greca antica epicurea – Saffo e la Papessa Giovanna, personaggio leggendario che avrebbe retto il trono pontificio tra gli anni 855 e 857. Tali protagoniste vengono tuttavia depurate di quei caratteri stereotipati propri del genere femminile dell’epoca e, in alcuni casi, trasformate anche in esempi positivi, come nel caso di Medea la quale viene elogiata per le sue conoscenze erboristiche. Nel libro sono celebrate le virtù femminili e Christine chiamò a raccolta le più celebri donne della storia e della mitologia per dimostrare come l’unica causa della generale inferiorità delle donne fosse l’oppressione maschile e la pervicace volontà di questi ultimi di negare loro un’adeguata istruzione per relegarle in ruoli secondari: “Se si usasse mandare le bambine a scuola e insegnare loro le scienze con metodologia come si fa con i bambini, imparerebbero e capirebbero le difficoltà e le sottigliezze di tutte le arti e le scienze così bene come i maschi.”
Il Maestro del romanzo rosa, ‘Danza davanti al genio dell’amore’ – Licenza: Pubblico dominio by Wikimedia Commons
L’ultima opera di Christine dedicata a Giovanna d’Arco
L’ultima sua opera, Le Ditié de Jehanne d’Arc, è un poemetto scritto nel luglio del 1429, dopo 11 anni di silenzio, dedicato ad un’altra donna simbolo, Giovanna D’Arco, all’indomani della vittoria di Orléans. In questa sua ultima pubblicazione, la prima e anche l’ultima composta quando l’eroina francese era ancora vivente, Christine riprenderà a sottolineare l’importanza della donna: “Che onore per il sesso femminile quando questo nostro regno interamente devastato, fu soccorso e salvato da una donna, cosa che cinquemila uomini non hanno fatto…”.
Ancora oggi, a distanza di oltre sei secoli, le discussioni di Christine de Pizan sono di sorprendente attualità. Il dibattito sulla condizione femminile nel lavoro e nella società evidenzia come la lotta contro i preconcetti di genere e la difesa del diritto delle donne siano temi su cui ancora discutere.
Per i cinefili va ricordato che Christine de Pizan è la protagonista di un film intitolato Christine Cristina, diretto da Stefania Sandrelli e Giovanni Soldati. La pellicola, uscita nelle sale nel 2010, racconta, in rima baciata, la vita avventurosa della poetessa che ha combattuto sempre contro i pregiudizi di casta e il maschilismo. A chi volesse saperne di più su Christine de Pizan, oltre alle copiose pubblicazioni in lingua francese, si consiglia la lettura del libro Un’italiana alla corte di Francia: Christine de Pizan, della prof.ssa Maria Giuseppina Muzzarelli. Per un racconto sintetico, ma al contempo rigoroso e condito di aneddotica, della storia della scrittrice, può essere piacevole l’ascolto del podcast a lei dedicato dall’ineguagliabile prof. Alessandro Barbero, reperibile a questo link https://www.youtube.com/watch?v=hQ5_yT1uc9Q
Specifiche foto dal web
Titolo: Meister der ‘Cité des Dames’ 002
Autore: Master of the City of Ladies – The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. ISBN: 3936122202.
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Titolo: Christine de Pizan écrivant dans sa chambre
Autore: L’autore del caricamento originale era Kelson della Wikipedia francese., Public domain, via Wikimedia Commons
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Titolo: Christine de Pisan – cathedra
Autore: photography The British Library Board, Harley 4431, f.259v, Public domain, via Wikimedia Commons
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Titolo: Christine de Pizan presents her Book to Margaret of Burgundy
Autore: Illustrator of The Treasure of the City of Ladies, Public domain, via Wikimedia Commons
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Titolo: Meister des Rosenromans 001
Autore: Master of the Vienna Roman de la rose, Public domain, via Wikimedia Commons
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