Foto: Gea Scolavino Vella

La regista Chloé Zhao ridefinisce con la sua produzione i confini del cinema contemporaneo.

Chloé Zhao, all’anagrafe Zhao Ting, è una regista, sceneggiatrice, montatrice e produttrice cinematografica di origini cinesi, naturalizzata statunitense, il cui percorso personale e artistico attraversa continenti, culture e generi cinematografici.

Nata a Pechino, figlia di un dirigente di un’industria siderurgica e di un’infermiera, Zhao manifesta fin da giovane un forte interesse per la cultura occidentale. A soli 15 anni si trasferisce a Londra per frequentare un collegio, per poi completare gli studi superiori a Los Angeles. Si iscrive quindi al prestigioso Mount Holyoke College, nel Massachusetts, dove consegue un bachelor’s degree in scienze politiche. Dopo una breve parentesi lavorativa nei settori immobiliare, pubblicitario e della ristorazione, decide di seguire la propria vocazione artistica e si iscrive alla celebre Tisch School of the Arts della New York University, dove studia cinema.

Un cinema fatto di realismo, visioni e rivoluzioni

La carriera di Chloé Zhao inizia tra il 2008 e il 2011, quando scrive, dirige, monta e produce diversi cortometraggi, presentati con successo in diversi festival del cinema indipendente negli Stati Uniti. Il suo esordio vero e proprio arriva nel 2015 con Songs My Brothers Taught Me, una pellicola intensa e poetica ambientata in una riserva indiana del Dakota del Sud, che racconta la storia di due fratelli Sioux Lakota che affrontano l’improvvisa morte del padre. Il film viene selezionato per il Sundance Film Festival e per la Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, ricevendo anche una candidatura agli Independent Spirit Awards come miglior opera prima.

Chloé Zhao – Autore foto: Vegafi – Licenza: CC BY-SA 4.0  via Wikimedia Commons

Nel 2017 dirige The Rider – Il sogno di un cowboy, una storia, connotata da un forte carattere di realismo e umanità, su un giovane mandriano che, a seguito di un incidente che mette fine alla sua carriera nei rodei, è costretto a riflettere sulla sua vita e sui suoi sogni. Anche in questo film Zhao sceglie un cast composto da attori non professionisti, tra cui il protagonista Brady Jandreau, che la regista ha conosciuto durante le riprese della pellicola precedente. Il risultato è una narrazione autentica e toccante, lodata dalla critica, che ottiene quattro candidature agli Independent Spirit Awards, oltre alla partecipazione alla Quinzaine di Cannes.

Il trionfo a Venezia nel 2020 con Nomadland

Il grande successo internazionale arriva nel 2020 con Nomadland, dove l’attrice Frances McDormand veste i panni di Fern, una nomade contemporanea che lascia una città industriale e attraversa gli Stati Uniti nel suo furgone. Zhao firma sceneggiatura, regia, montaggio e produzione, realizzando un’opera potente che racconta con sobrietà e profondità l’esistenza di una comunità di nomadi americani. Il film conquista il Leone d’oro alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia, dove una giuria presieduta da Cate Blanchett premia una regista in un concorso che, significativamente, vedeva la metà dei titoli in gara diretti proprio da donne. Nomadland ottiene anche il Golden Globe per miglior film drammatico e miglior regia, tre premi Oscar (miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista), il British Academy Film Awards e il Directors Guild of America Award. Con questo trionfo, Zhao diventa la seconda donna e la prima persona di origine asiatica a vincere come miglior regista ognuno di questi prestigiosi premi.

La forza di Nomadland sta nella capacità di raccontare ciò che il cinema commerciale spesso ignora: corpi fuori dagli standard hollywoodiani, volti segnati dalla vita, paesaggi desolati, stili di vita marginali ma dignitosi, con un linguaggio visivo che padroneggia ogni elemento del mezzo cinematografico. È una rivoluzione silenziosa, che pone al centro donne capaci non solo di essere raccontate, ma di appropriarsi dei codici visivi del western, conquistando quegli spazi – fisici e simbolici – che la narrazione classica ha riservato agli uomini.

Venice Film Festival 2020 – Autore foto: Bart Ryker – Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

Dal mainstream al prossimo omaggio shakespeariano

Nel novembre 2021, Chloé Zhao fa il suo debutto nel mondo del cinema commerciale con Eternals. Il film, scritto con Patrick Burleigh e prodotto dai Marvel Studios, segna un’importante transizione nella sua carriera, dimostrando che il suo sguardo autoriale può dialogare anche con le logiche dell’intrattenimento mainstream.

Il suo prossimo lavoro, Hamnet, scritto insieme a Maggie O’Farrell e basato sul libro di quest’ultima, uscirà negli Stati Uniti il prossimo 27 novembre e il 12 dicembre sarà distribuito a livello globale. Il lungometraggio racconta la vita romanzata di William Shakespeare e sua moglie Agnes a seguito della morte del figlio Hamnet di appena 11 anni. Quella di Zhao è una rivoluzione sottile, destinata a lasciare il segno: il suo cinema, così profondamente umano, autentico e radicale, si prepara a essere assimilato e, forse, trasformato dal ‘grande sistema’. Ma l’originalità del suo sguardo resta inconfondibile.

Specifiche foto dal web

Titolo: Chloezhao
Autore: Vegafi
Licenza: CC BY-SA 4.0  via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Chloezhao.jpg
Foto modificata

Titolo: Venice Film Festival 2020 13
Autore: Bart ryker
Licenza: CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Venice_Film_Festival_2020_13.jpg
Foto modificata

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