Foto: Giorgio Manusakis
Un ‘viaggio nella memoria’ narrato da Giovanni Di Trapani tra storia, vera e vissuta, e romanzo.
10 gennaio 1943, ore 11.28, tre miglia a nord-est di Capri: la motonave Calino, dopo aver portato a termine numerose missioni di guerra ed essere uscita indenne, a volte anche miracolosamente, dai tanti attacchi nemici, esala il suo ultimo respiro e va incontro al suo destino beffardo inabissandosi nel Golfo di Napoli dopo aver urtato una mina ‘amica’. Ma questo i nostri lettori più affezionati già lo sanno. Abbiamo raccontato la storia della Calino in quattro puntate nella sezione Il mare racconta: nella prima si è narrato di come la motonave fosse nata per essere adibita al trasporto di passeggeri dall’Italia alla Grecia, da cui la denominazione Calino, nome italiano di Kalymnos, una delle isole greche del Dodecaneso, e di come fu trasformata in nave da guerra e prese parte a numerose missioni nel Mediterraneo.

La motonave ‘Calino’ durante le prove di macchina svolte al largo di Trieste, poco prima dell’entrata in guerra dell’Italia – Foto: Piergiorgio Farisato per il sito www.naviearmatori.net
Nella seconda ci siamo soffermati sulla storia del marinaio Oreste Di Vaia, cannoniere napoletano a cui venne conferita l’onorificenza della Croce al Valor Militare “sul campo”. Nella terza abbiamo ricordato le più importati e rischiose missioni portate a termine dalla Calino fino al suo affondamento, compreso il salvataggio di 200 ebrei scampati al naufragio della Pantheo. Nell’ultima puntata, infine, abbiamo spiegato perché questa storia andava raccontata e dove trovare notizie più approfondite sulle vicende della motonave; inoltre abbiamo intervistato Giovanni Di Trapani, nipote del marinaio Di Vaia, il quale, nella videointervista che trovate nell’articolo o sul nostro canale YouTube, ci svelava nuovi particolari e alcuni aneddoti che il nonno gli aveva narrato.

Il marinaio Oreste Di Vaia – Foto: www.calino.net
Allora, vi chiederete, perché ne riscriviamo adesso? Perché, come accennato negli articoli già pubblicati, nella vicenda della Calino ci sono molte altre storie, ma anche alcuni misteri che ancora aspettano una risposta. E allora non bastano alcuni articoli e nemmeno il sito web dedicato, per quanto ben fatto, per raccontare tutto ciò che ancora ha da dire la Calino. Probabilmente da questa esigenza nasce il libro che Giovanni Di Trapani, che ha il merito di aver acceso i riflettori su questa vicenda dedicandosi a scrupolose ricerche storiche e di aver creato il sito web, sta in questi giorni presentando a Napoli e che si intitola Nella scia della Calino: memorie del Silenzio. Potreste pensare che si tratti di un saggio storico che approfondisce quanto potete trovare nei nostri articoli o sul sito web, ma non è così. Il sottotitolo, non a caso, recita: Ricerca storica romanzata. Ed è esattamente ciò che Giovanni Di Trapani ha fatto in questo libro. Troverete i nomi dei due comandanti (sulle navi civili convertite a militari c’era sia il legittimo comandante civile che quello militare) leggermente modificati e troverete altri due protagonisti che dialogano con il marinaio Oreste Di Vaia, ma non aspettatevi tanti dialoghi, anzi, vi anticipiamo che sono ridotti al minimo. La parte romanzata è stata utilizzata dall’autore per far riflettere, attraverso i vari stati d’animo dei personaggi, sulla guerra, sulle sofferenze che provoca, su come riesca a mettere uno contro l’altro esseri umani che, in tempo di pace, sarebbero probabilmente amici con cui farsi una birra. Ma il libro mette in risalto anche l’umanità di un equipaggio militare che porta in salvo 200 ebrei, che saranno loro riconoscenti ancor di più essendosi salvati dall’orrore della Shoah; una umanità che trova spazio perfino tra le atrocità di una guerra di cui, generazione dopo generazione, si sta iniziando a perdere la memoria.

La motonave ‘Calino’ con la colorazione mimetica – foto: g.c. STORIA militare, dal sito www.calino.net
E qui il compito di questo libro si fa ancora più arduo ed importante. Già, perché se alla generazione dell’autore gli orrori della Seconda guerra mondiale sono arrivati di prima mano attraverso i racconti dei nonni, per quella successiva non c’è già nessun testimone oculare, e perdere la memoria del passato significa dare un passaporto al futuro affinché la storia si ripeta. Conservare il ricordo è uno, se non il principale, degli obiettivi del libro, ecco perché nel titolo troviamo memorie del Silenzio. E non è il ricordo del nonno che l’autore vuole consegnare al lettore, ma il ricordo di una guerra e dei suoi orrori affinché non si ripetano; lui li ha conosciuti grazie ai racconti del nonno e ce li riporta, con la sua crudeltà ma anche coi suoi momenti di umanità, non solo attraverso gli stati d’animo dei personaggi, ma anche nella parte strettamente storica, che compone buona parte del libro. Pur non essendo, come detto, un saggio storico, le parti vere sono documentate, e in appendice sono state aggiunte la scheda tecnica della Calino corredata da più foto, le descrizioni delle navi citate nel libro, sia quelle alleate che quelle nemiche, e uno stralcio del diario di bordo con tanto di mappe dei viaggi della Calino.

La motonave ‘Calino’ durante le prove di macchina svolte al largo di Trieste – Foto: Piergiorgio Farisato, dal sito www.naviearmatori.net
Ma, come abbiamo detto all’inizio, questa storia nasconde anche dei misteri. Già, perché tutti voi vi sarete chiesti come mai una nave, peraltro ritenuta molto fortunata per essersi più volte salvata in modo sorprendente dagli attacchi nemici, affonda beffardamente a ‘casa’ sua urtando una mina ‘amica’. Ma il libro non si ferma a questo arcano, perché va oltre e narra di come i due comandanti siano stati prima ritenuti colpevoli e condannati, e poi definitivamente assolti senza macchia. Attenzione: la Calino non era sola quella notte, navigava dietro all’Ankara, una nave tedesca, ed entrambe facevano parte di un convoglio che seguiva le istruzioni di navigazione impartite dalla Granatiere, nave a capo di esso. Era leggermente fuori rotta la Calino, ma i due comandanti lo sapevano ed erano entrambi esperti marinai, eppure finirono sulla mina che ne causò l’affondamento; a loro difesa dissero che non erano stati informati che ci fosse un campo minato, ma questo fa nascere nuove domande che sicuramente vi state già ponendo.

La ‘Calino’ in bacino di carenaggio, forse dopo la collisione con la Giuseppe Miraglia – Foto: Giacomo Toccafondi
Sulla scia della Calino: memorie del Silenzio non è, però, solo una ricerca storica romanzata, ma un viaggio interiore che ognuno riesce a fare se sale a bordo e ne ripercorre le vicende: dalla trasformazione in nave da guerra alle prime missioni; dai trasporti di armi e munizioni al salvataggio di naufraghi; dagli attacchi dei sommergibili a quelli dei Chariots; da Venezia a Napoli, da Rodi a Tunisi, da Biserta a…Capri! È il viaggio che ha fatto l’autore e che, forse, ancora non è ancora arrivato all’ultima tappa.

La motonave ‘Calino’ nel 1941 – Foto: www.calino.net
La Calino oggi giace in fondo al mare partenopeo, tra Capri e Punta Campanella, con le sue storie, parte del suo equipaggio che purtroppo non si salvò e con i suoi segreti. Individuare e recuperare ciò che ne resta non è semplice, ma alla presentazione del libro presso Spazio Guida a Napoli è stato detto che c’è chi si sta adoperando per farlo. Molte altre cose interessanti sono emerse durante la prima presentazione, motivo per cui consigliamo di partecipare alle prossime che, per ora, a Napoli saranno queste: 9 marzo ore 11.00 Complesso Monumentale Santa Maria la Nova; 13 marzo ore 17.30 Casa Ascione; 25 marzo ore 17.30 presso il Circolo Marina Militare; 3 aprile ore 17.30 al Museo del Mare; 10 aprile ore 18.30 presso la Dino Morra Gallery.

La ‘Calino’ ormeggiata nella baia di Parthenis (Grecia) – Foto del marinaio Galleno Giobatta (g.c. Gianni Calli), dal sito www.calino.net