Una bellissima passeggiata tra le rose, ma possibile solo per due mesi.

Nella Capitale, tra le zone verdi di maggiore suggestione c’è senza dubbio il Roseto comunale. Da vari anni, l’apertura del ‘regno della rosa’ avviene in occasione del Natale di Roma, il 21 aprile. Per visitarlo si arriva in zona Circo Massimo, su viale Aventino, si accede da piazzale Ugo La Malfa e si percorre la strada che divide in due il roseto, via di Valle Murcia.

A differenza di quanto siamo abituati a leggere, “Vietato calpestare le aiuole”, in questo eden cittadino possiamo camminare sul prato. Protagonisti assoluti di tanta amenità sono circa 1.200 esemplari di rosa provenienti da tutto il mondo. Molte dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Germania, dall’Italia naturalmente e poi da Cina, Giappone, Danimarca, Australia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Ungheria, Spagna, Polonia.

Si ammirano con rispetto reverenziale, leggendo sulla targhetta nome e Paese di origine e riempendosi occhi e cuore di bellezza; e se ne annusa il profumo, che in alcuni casi può essere evocativo, o struggente, ma in un caso anche meno gradevole, come per la Rosa Foetida, fiore giallo proveniente dall’Asia centrale che, come dice l’aggettivo latino, è ‘maleodorante’. 

La stele all’ingresso del settore ‘Collezione’ – Foto: Luciana Pennino

Sono più o meno 10.000 metri quadri che dal 1645 ospitarono l’Orto degli ebrei e un piccolo cimitero della loro comunità, fino al 1934, quando il nuovo piano regolatore cittadino trasferì il cimitero al Verano, affinché quest’area divenisse spazio verde pubblico. Nei fatti si attese il 1950, quando il Comune di Roma chiese alla comunità ebraica di creare lì il nuovo roseto comunale, visto che quello di Colle Oppio era stato distrutto durante la seconda guerra mondiale.

La storia di questo luogo è ricordata grazie alla forma con cui sono stati progettati i viali del primo settore – una Menorah, ovvero il candelabro simbolo dell’ebraismo – e da due steli poste all’ingresso dei due settori: quello più vasto ospita la collezione di rose botaniche, antiche e moderne, che ci permette di conoscere l’evoluzione del fiore dall’antichità fino ai giorni nostri; l’altro settore, invece, è destinato a ospitare le rose che partecipano al Concorso internazionale ‘Premio Roma per le Nuove Varietà’, che ha luogo a maggio di ogni anno e che in questo 2024 sarà alla sua 82a edizione, quando gareggeranno rose da tutti i continenti.

L’Altare della Patria in lontananza – Foto: Luciana Pennino

Fotografie a gogò e compiacimento nel godere di tale piacevolezza: lo stupore e la gioia di chi visita questo ‘gioiello’ sono palpabili. Ci si incanta a vedere boccioli o rose completamente aperte, con petali rosa corallo o rosso carminio, giallo tenue o color pesca o bianco candido… A volte, due colori all’interno dello stesso fiore. Il valore aggiunto, poi, è dato dal panorama che avvolge chi si trova lì; allungando lo sguardo intorno, infatti, vien fuori un altro ‘wow’: le rose fanno da proscenio all’Altare della Patria che si scorge in lontananza e tutto l’insieme è una meraviglia!   

Per originalità eccelle la Viridiflora, rosa di origine cinese (1827) con i petali di color verde (alla data dell’articolo non è ancora fiorita, ndr); per simbologia, la Tresor du Jardin, dedicata alle vittime della strada; poi, a mio parere, la più sorprendente di tutte per bellezza, e più significativa come emblema, è la Rosa Peace.

Rosa ‘Peace’ – Foto: Luciana Pennino

Nacque nel 1935 grazie al giovane impollinatore francese Francis Meilland; quando si diffuse a livello internazionale, 4 anni dopo, si era in guerra e dunque fu necessario far ‘passare inosservato’ il suo nome: in Italia fu nota come Gioia, in Germania come Gloria Dei. Solo il 29 aprile del ‘45 fu ufficializzato il nome Peace e alla fine del ‘900 la Federazione mondiale della rosa la elesse rosa del secolo: senza dubbio la più famosa e premiata al mondo.

Questo luogo speciale è aperto solo in due periodi dell’anno: in autunno e in primavera; ora sarà visitabile fino a domenica 16 giugno 2024dalle ore 8:30 alle 19:30, con ingresso libero e gratuito (senza bisogno di prenotazione), come si legge sul sito del Comune di Roma.

Se Zeus volesse donare un regno ai fiori, la rosa regnerebbe su tutti. (Saffo)

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