All’ombra dei ciliegi in fiore

non si è più stranieri.

Kobayashi Issa

La primavera prorompe in profumi e colori! Al Parco Lago dell’Eur, a Roma, sceglie di farlo con la delicatezza dei sakura, i famosi ciliegi giapponesi la cui fioritura è un vero e proprio incanto della natura.

In uno dei tanti polmoni verdi della Capitale, in questi giorni si può percorrere il lungolago con un senso di gioia frizzante e romantica: il verde dei prati e degli alberi, l’azzurro del cielo, il bianco e una punta di rosa dei sakura a mo’ di soffici nuvole, rendono la passeggiata ancor più rilassante.

L’Italia, e Roma nello specifico, ha la fortuna di aver ricevuto questi alberi in dono da Tokyo nel 1959, dall’allora primo ministro Nobusuke Kishi, a testimoniare l’amicizia tra i due Paesi. In quell’occasione venne inaugurato il vialetto che attraversa il parco, la cosiddetta ‘Passeggiata del Giappone’.  

Cammino avvolta nella meraviglia, col naso all’insù e col sorriso che mi nasce spontaneo, e trascorro il tempo, senza quasi accorgermene, facendo hanami, termine giapponese usato esattamente per intendere ‘ammirare i ciliegi in fiore’. Infatti, hana sta per fiore e mi per guardare. Si tratta di una tradizione secolare, parte integrante della vita dei giapponesi che vi si dedicano per giornate intere, facendo anche picnic con familiari e amici sotto questi alberi carichi di fiori. Una sorta di rituale da svolgere una volta all’anno per festeggiare sì la primavera, ma soprattutto per celebrare l’attimo della fioritura, con la consapevolezza che tutto passa, si trasforma…

Il sakura, uno dei fiori più amati del Giappone, diffusissimo anche nei motivi decorativi, ha un’intrigante simbologia: i significati sono contraddittori, rappresentando la vita, per la traboccante bellezza, e al tempo stesso la morte, a causa della sua caducità. Poi richiama le nubi, per la forma che assumono i petali fitti sui rami, e le qualità del Samurai: onestà, coraggio, lealtà e purezza. Tra l’altro, in Giappone Sakura è anche un nome proprio di donna.

Al laghetto dell’EUR, già normalmente meta assai gradita dai romani, in questi giorni si rinnova l’appuntamento ormai annualmente atteso: un ‘fuori dal mondo’ grazie all’affascinante atmosfera orientale, pacificante e vitale. I più piccini si possono sfrenare, i cani hanno la loro libertà, gli innamorati un momento di tenerezza, e c’è poi chi si dedica attivamente a selfie e foto, chi approfitta per un giro in pedalò e chi si stende mollemente e schiaccia un pisolino. Non tardate dunque a godere dell’esperienza unica della fioritura al suo top, ma sarà bella anche la sfioritura: complice semmai un po’ di vento, i rami si scrolleranno di dosso i fiori e si creerà un tappeto di petali altrettanto suggestivo.

Di Luciana Pennino

Sono giornalista pubblicista e autrice di “Primule fuori stagioni” (Iuppiter Edizioni) e “Amo le mie manie” (Homo Scrivens). Vivo la scrittura come sfida e come diletto. Libri, cinema, teatro, viaggi, mare e cioccolata fondente: mai senza!

2 pensiero su “Roma: la magia dei ciliegi giapponesi”
  1. Come in ogni suo articolo, Luciana Pennino riesce a comunicare, con la sua penna soave, aggraziata e ben descrittiva, la bellezza e l’eleganza dei luoghi che attraversa. Un vero balsamo che ti invita a scoprire le mete così poeticamente raccontate.

    1. Grazie! Felice di questo commento così generoso e ancor più felice di trasmettere sensazioni belle!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *