Cappella Sansevero – Foto (modificata) da comunicato stampa – Autori: Raffaele Aquilante e Alessandro Scarano per 327Collective
Martedì 27 maggio a Napoli, presso la Cappella Sansevero, si è svolta una giornata di studio dal titolo Per la Cappella Sansevero: nuove ricerche, nuovi strumenti, nella quale è stato presentato un catalogo digitale del complesso monumentale.
a cura di Mario Severino
Il catalogo multimediale
In apertura dei lavori il presidente del Museo Cappella Sansevero Maria Alessandra Masucci ha sottolineato come, nonostante le numerose pubblicazioni riguardanti la cappella, mancasse ancora un catalogo completo e accessibile. La scelta di un formato digitale risponde a un’esigenza di fruibilità, potendo inoltre permettere un aggiornamento costante. Per realizzare questo progetto, si è dato il via ad una campagna fotografica realizzata appositamente da Haltadefinizione s.r.l., società specializzata in digitalizzazione, e sono stati selezionati studiosi di fama internazionale specializzati nel Seicento e nel Settecento, privilegiando coloro che avevano già condotto studi approfonditi sul complesso, tra cui Luigi Coiro, Eleonora Loiodice, Sabrina Iorio, Augusto Russo e Mariano Saggiomo.
A dirigere il progetto è stato Gianluca Forgione, docente di museologia dell’Università di Ferrara che aveva già svolto ricerche sul monumento voluto da Raimondo di Sangro. In tale circostanza è stato adottato lo strumento Wire, già impiegato in alcuni musei statunitensi, che permette di realizzare un catalogo open source, che sarà disponibile entro la fine dell’estate e accessibile a tutti. Ogni opera sarà accompagnata da una scheda tecnica dettagliata, contenente tutte le informazioni rilevanti, redatta dal team di studiosi coinvolti nel progetto. Le immagini ad alta definizione permetteranno ingrandimenti fino a livelli elevati, facilitando l’osservazione e l’apprezzamento dei dettagli più minuti. Con questo progetto si sono raggiunti due obiettivi principali: la catalogazione e la digitalizzazione del complesso monumentale. Ciò rappresenta anche un punto di partenza importante per il monitoraggio dello stato di conservazione delle opere, oltre a renderle più accessibili al pubblico e agli studiosi.
Gli interventi della giornata di studio
La giornata non ha avuto il solo scopo di presentare il catalogo digitale, ma è stata occasione per condividere nuove scoperte emerse durante le attività di studio. Ogni fase di raccolta dei dati si configura come un’opportunità di ricerca, che può portare alla scoperta di elementi ancora inediti. A introdurre i lavori è stato Andrea Bacchi, docente di arte moderna all’Università di Bologna e direttore della Fondazione Federico Zeri, con un intervento sulla figura di Corradini. Lo studioso ha evidenziato come tale artista si distingua per la sua attività itinerante, lavorando in vari paesi e per vari committenti, collaborando con noti architetti come Vanvitelli e Fuga. Bacchi sostiene che gli interventi di Corradini nella cappella rappresentino soltanto la fase ultima della sua carriera e che vanno visti, dunque, come momento finale della sua ricerca di perfezione formale.

Da sx Augusto Russo, Andrea Bacchi, Mariano Saggiomo, Gianluca Forgione, Sabrina Iorio, Maria Alessandra Masucci, Luigi Coiro, Riccardo Naldi – Foto (modificata) da comunicato stampa – Autore: Giuseppe Paolisso
A seguire hanno preso la parola lo stesso Forgione con l’intervento Roma vista da Napoli, l’invenzione della Pietà; Sabrina Iorio della Fondazione Banco di Napoli; Luigi Coiro dell’Università di Napoli L’Orientale; Mariano Saggiomo della Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte e Augusto Russo dell’Università di Napoli Federico II. La giornata si è conclusa con un intervento di Riccardo Naldi, dell’Università di Napoli L’Orientale, che ha annunciato il ritrovamento di un bozzetto in terracotta che Giuseppe Sanmartino avrebbe modellato in preparazione al famoso Cristo velato.

Il Cristo velato – Foto (modificata) da comunicato stampa – Autori: Raffaele Aquilante e Alessandro Scarano per 327Collective
Dalle opere attribuite a Naccherino a nuovi dati sulla vita del principe Raimondo
Le ricerche condotte hanno portato alla luce inediti documenti d’archivio e nuovi dati riguardanti il Monumento a Paolo di Sangro – raffigurante il principe in armatura, con una lancia nella mano destra e un elmo ai suoi piedi – e la scultura dell’Amor divino – un’ortodossa esaltazione dell’amore verso Dio, che fa ardere il cuore di passione mistica, rinvio simbolico ai processi alchemico-iniziatici attraverso il fuoco. Le due opere, in passato, erano state attribuite rispettivamente a Giacomo Lazzari e Francesco Queirolo, ma in realtà, alla luce delle recenti indagini, esse avrebbero fatto parte inizialmente dello stesso complesso monumentale e porterebbero entrambe la firma di Michelangelo Naccherino.

L’Amor divino – Foto (modificata) da comunicato stampa – Autore: Giuseppe Paolisso per Rive Studio
L’analisi dei documenti dell’Archivio Storico Diocesano di Napoli ha inoltre ricostruito le fasi di fondazione e i primi decenni di vita della Cappella, offrendo nuovi spunti sulla sua storia e sulla formazione artistica di Raimondo di Sangro, che tra il 1720 e il 1730 studiò al Collegio Romano, influenzato dal gusto barocco della Città Eterna. Il progetto di catalogazione ha anche consentito di approfondire il percorso artistico di importanti scultori e pittori come Antonio Corradini e Giuseppe Pesce. Questa iniziativa rappresenta un importante passo nella tutela e nella promozione del patrimonio della Cappella Sansevero grazie alla diffusione delle conoscenze scientifiche, che permetteranno di apprezzare e studiare più approfonditamente uno dei più suggestivi esempi dell’arte barocca napoletana.

Monumento di Paolo di Sangro – Foto (modificata) da comunicato stampa – Autori: Raffaele Aquilante e Alessandro Scarano per 327Collective