Muddy Waters (Grecia) – Foto: Menandros Manousakis

Il Cile è stato il primo Paese al mondo ad approvare una legge sull’ecocidio per punire chi commette reati ambientali.

Lo scorso anno il Cile è stato il primo Paese ad approvare una legge pioneristica sull’ecocidio. Attraverso una modifica apportata al codice penale si è armonizzata la definizione internazionale di “ecocidio” con quella prevista dalla legge interna; in particolare si è creata una disciplina unitaria all’interno dello stesso codice, raggruppando varie fattispecie di reati ambientali, che prima erano slegati, in un nuovo titolo denominato “Tentativi contro l’ambiente”. Questa svolta legislativa è particolarmente rilevante perché la definizione stessa di “ecocidio” è stata lungamente dibattuta e tutt’ora non si ha una vera e propria disciplina internazionale ad hoc.

Per comprendere meglio quanto detto è necessario fare un passo indietro per definire cosa sia l’ecocidio. Esso è lo sversamento, volontario o colposo, di scarti industriali all’interno di corsi d’acqua e nel suolo. Ci sono diverse fattispecie di reati ambientali che possono essere ricomprese all’interno della definizione più ampia di ecocidio: si parla di land grabbing quando intere porzioni di terra vengono adibite allo sviluppo di monoculture andando ad inficiare gravemente sulla biodiversità e sul territorio. Il fenomeno della deforestazione è strettamente collegato a quello del land grabbing proprio perché, per creare queste enormi monoculture, è necessario tagliare enormi porzioni di foreste creando danni spesso irreversibili per la sopravvivenza della flora e della fauna locali. Le conseguenze di tutto ciò sono particolarmente visibili in Amazzonia, dove intere aree di foresta sono state distrutte per creare coltivazioni di soia. Anche l’estrazione del petrolio e dei gas, soprattutto legato alla tecnica del fracking idraulico, può comportare ingenti danni per l’ambiente circostante. Questi esempi così diversi tra di loro sono tuttavia accomunati da un fattore molto rilevante: la consapevolezza. L’ecocidio infatti è la distruzione consapevole di un determinato ambiente naturale perpetrata per un certo periodo di tempo, ed è per questo che lo sversamento nocivo può essere sia doloso che colposo affinché si concretizzi la fattispecie di reato.

La legge cilena è particolarmente innovativa proprio perché, tra le varie cose, punisce in modo particolare l’elusione del sistema di valutazione dell’impatto ambientale, le sanzioni ambientali reiterate, l’estrazione illegale di acqua e il grave danno ambientale. Per fare un esempio, chiunque, senza previa valutazione dell’impatto ambientale, sversi nelle acque marine o continentali materiali o sostanze inquinanti, è punito con la reclusione fino a tre anni.

The Springs (Grecia) – Foto: Menandros Manousakis

Nonostante la legge sia estremamente all’avanguardia, essa presenta tutt’oggi problemi applicativi causati in maniera particolare dall’assenza di fondi e dalla carenza di personale, per cui la sua portata legislativa appare ancora un po’ limitata.

L’ecocidio, tuttavia, non è un argomento di carattere esclusivamente nazionale. Da anni ormai se ne parla anche in relazione alla Corte Penale Internazionale e si auspica che si possa giungere quanto prima ad una definizione universalmente riconosciuta. Riconoscere l’ecocidio come crimine internazionale e darne una definizione non risponderebbe solamente a un problema teorico, ma consentirebbe di perseguire le singole persone responsabili di atti che provocano materialmente danni all’ambiente. Uno dei maggiori problemi che attualmente sussistono è che le persone giuridiche sono ritenute responsabili di danni ambientali facendo in modo da escludere la responsabilità delle persone fisiche; in altre parole le aziende responsabili della devastazione ecologica sono sottoposte a sanzioni economiche che affrontano con estrema facilità, prevedendo già in partenza un budget per coprire le eventuali multe. Se la Corte Penale Internazionale riconoscesse l’ecocidio come reato ciò non sarebbe più possibile perché a rispondere delle azioni in sede penale sarebbero i singoli. In un momento storico così delicato in cui la tutela dell’ambiente gioca un ruolo assolutamente primario, risulta necessario riconoscere queste fattispecie di reato e offrire piena tutela agli abitanti colpiti dai disastri ambientali.

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