In esposizione temporanea alle Gallerie d’Italia di Napoli due prestigiose opere dell’artista spagnolo.

È a Napoli un nuovo capitolo della rassegna “L’Ospite illustre” che, dal 2015, giunge oggi alla sua quattordicesima edizione. Si tratta del prestito temporaneo, curato da Intesa Sanpaolo, di opere di rilievo provenienti da prestigiosi musei italiani e internazionali, agli spazi espositivi delle Gallerie d’Italia e del grattacielo di Torino.

Questa volta è ospite la sede partenopea che, dal 24 aprile al 14 luglio 2024, accoglie, nello storico palazzo di via Toledo già sede del Banco di Napoli e progettato da Marcello Piacentini alla fine degli anni Trenta del Novecento, due opere provenienti dalla National Gallery di Londra. L’esposizione, dal titolo Velázquez. Un segno grandioso, ci permette di ammirare due capolavori di Diego Velázquez: Immacolata Concezione e San Giovanni Evangelista sull’isola di Patmos (1618-1619).

In realtà si tratta di un’operazione di scambio che si inserisce in un rapporto di mutua collaborazione con il prestigioso museo britannico che quest’anno festeggia il suo bicentenario e per l’occasione espone l’opera Il martirio di Sant’Orsola, in prestito dalle Gallerie d’Italia di Napoli, per la mostra intitolata The Last Caravaggio.

Caravaggio, ‘Il martirio di Sant’Orsola’ – Foto: Giorgio Manusakis

A tal proposito il direttore generale delle Gallerie d’Italia, Michele Coppola, ha dichiarato: “Due capolavori di Velázquez dalla National Gallery accolti a Napoli, mentre il nostro Caravaggio festeggia a Londra i duecento anni del prestigioso museo inglese, è circostanza straordinaria che nasce da un lungo legame di amicizia, scambio e condivisione. Questa iniziativa evidenzia il riconoscimento del ruolo della Banca come grande attore culturale internazionale, confermando le Gallerie d’Italia tra i musei più aperti e dinamici di tutta Europa”.

Battistello Caracciolo, ‘Immacolata Concezione’ – Foto: Matilde Di Muro

Le due opere sono state collocate proprio lì dove, abitualmente, è esposto il Martirio di Sant’Orsola e, nella stessa sala, troviamo altri due dipinti che raffigurano L’Immacolata e che furono realizzati nello stesso periodo dei quadri del maestro sivigliano: quella realizzata da Battistello Caracciolo e conservata nella chiesa della Natività della Beata Maria Vergine a Roccadaspide, nel Cilento, e quella dell’artista Paolo Finoglio conservata nel convento francescano di San Lorenzo Maggiore a Napoli. Il medesimo tema, trattato da tutti e tre gli artisti, trova ragione nel culto dell’Immacolata Concezione che all’epoca, durante la monarchia spagnola, ebbe particolare risonanza assumendo anche un valore politico e influenzando, pertanto, le arti figurative.

Paolo Finoglio, ‘Immacolata Concezione’ – Foto: Matilde Di Muro

Sappiamo che Velázquez ebbe modo di soggiornare a Napoli nel corso dei suoi due viaggi in Italia. Il primo avvenne per motivi di studio, tra l’estate del 1629 e la fine del 1630, e la sua presenza a Napoli è documentata dalla ricevuta di un pagamento disposto dall’ambasciatore del re di Spagna a Roma e futuro viceré di Napoli, conte di Monterrey, di 154 scudi riscossi dal pittore sivigliano il 13 novembre 1630 presso il Banco di San Giacomo che era collocato proprio dove oggi insistono le Gallerie d’Italia. Questo importante documento, che è attualmente custodito dall’Archivio storico del Banco di Napoli, è esposto, per l’occasione, nella stessa sala tra le suddette opere.

Il documento di pagamento di Velázquez – Foto: Matilde Di Muro

Il secondo viaggio di Velázquez in Italia avvenne tra il gennaio del 1649 e il giugno del 1651 e fu motivato dal suo ruolo di soprintendente alle opere d’arte delle residenze reali. Dunque la presenza di questi due capolavori di Velázquez ha un rilevante significato storico per la città di Napoli.

Lo spettatore non può non notare come queste due opere giovanili del maestro spagnolo sembrino interagire ed essere in perfetta sintonia con quelle del Finoglio e di Battistello Caracciolo. È un chiaro esempio di come, nella prima metà del ‘600, il naturalismo spagnolo e quello napoletano dialogassero con le influenze dell’arte caravaggesca.

Le due opere esposte dimostrano lo straordinario talento e lo stile inconfondibile messo a punto da Velázquez sin dalle origini della sua prestigiosa carriera artistica.

Celebre per essere stato il ritrattista ufficiale della corte spagnola, durante i suoi viaggi in Italia Velázquez entrò in contatto con gli artisti italiani del tempo e, studiando i dipinti dei grandi maestri del Rinascimento, acquisì una comprensione più profonda della restituzione prospettica e una particolare abilità nella resa naturalistica della composizione. Con straordinaria abilità tecnica nelle sue opere riesce a trasmettere grande realismo e a comunicare la complessità psicologica dei personaggi che ritrae. Forti contrasti tra luci intense e ombre profonde accentuano la tridimensionalità dei soggetti e donano drammaticità alla scena. Tutto sembra vero e raccontato nei minimi dettagli: dalla lucentezza di una seta alla ruvidezza di una tela grezza, dalla vellutata e calda pelle umana ad una fredda e lucente superficie metallica.

Nell’Immacolata Concezione Velázquez ci racconta di una semplice giovane donna che, pur essendo avvolta da un’atmosfera eterea trasmessa da un bagliore di luce dorata che sembra farla emergere dalle nubi gonfie e materiche, si presenta all’osservatore in tutta la sua umanità. Ella è sì regina dell’universo mentre poggia i suoi piedi sul globo terrestre, abilmente celati dalla morbida veste che ricade con abbondanza, ma è anche umile serva di Dio che appare con le mani giunte in atteggiamento di preghiera e lo sguardo basso.

Diego Velázquez, ‘Immacolata Concezione’ – Foto: Matilde Di Muro

Nel San Giovanni Evangelista, invece, il pittore racconta dell’esilio del Santo sull’isola di Patmos e ce lo mostra mentre, durante una visione, è intento a scrivere il libro dell’Apocalisse. Qui il realismo è totalmente padrone della scena e lo notiamo nel paesaggio circostante, nei libri poggiati per terra sulla sinistra a memoria del Vangelo e delle Epistole scritte dall’Apostolo, nei panneggi delle morbide vesti. Ma ciò che maggiormente colpisce è la resa psicologica che appare evidente dal profondo pathos che compare sul volto del Santo. Insomma, Diego Velázquez rimane, a tutti gli effetti, un’icona della pittura barocca spagnola ma, soprattutto, uno dei grandi maestri dell’arte universale ed è, perciò, per Napoli L’Ospite illustre.

Diego Velázquez, ‘San Giovanni Evangelista’ – Foto: Matilde Di Muro

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