Gian Lorenzo Bernini, ‘ Apollo e Dafne’ (1623-25) – Marmo – Galleria Borghese, Roma – Foto: Giorgio Manusakis

Questo celebre gruppo scultoreo, realizzato dal Bernini in due fasi tra il 1623 e il 1625, raffigura la scena clou del mito narrato da Ovidio nelle sue Metamorfosi, ovvero il momento in cui Apollo raggiunge finalmente Dafne e la ninfa chiede al padre Peneo, un fiume dell’Elide, nel Peloponneso, di salvarla trasformandola in altro. Il genitore accolse le preghiere della Ninfa e la mutò in una pianta di alloro (in greco Dafne, Δαφνη); Apollo, disperato, non potendo più coronare il suo sogno d’amore, si cinse il capo con una corona (in greco stefàni, στεφανη, da cui il nome Stefania) formata da un ramo della pianta e decise che Dafne sarebbe diventata per sempre la sua corona e che eroi e vincitori da quel giorno sarebbero sempre stati incoronati con l’alloro (Ovidio, Metamorfosi I, vv.547-565 – Igino, Miti 203). A questa dolce conclusione di Ovidio, si aggiungono altre versioni, echi di un culto preellenico in parte riportato da Plutarco, secondo cui la Ninfa, una volta raggiunta dal dio, invocò la Madre Terra in aiuto, la quale in un lampo la trasportò a Creta dove divenne Pasifae e sul luogo della scomparsa fece crescere un lauro con cui Apollo intrecciò la corona che poi si pose sul capo. (fonte: www.miti3000.it)

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