Franco Asco – ‘Testa di donna’ (1928) – Pietra – Museo Pasquale Revoltella, Trieste – Foto: Stefania Rega
Scolpita da Asco nel 1928, Testa di donna rivela la padronanza dei mezzi tecnici maturata dallo scultore venticinquenne, che ha saputo infondere alla pietra intensità espressiva e sensualità ottenendo un volto dalla «beltà indiana e turbante». Stilisticamente è affine ad un marmo coevo di ubicazione sconosciuta, raffigurante una donna in preghiera probabilmente destinata ad un monumento funerario. L’artista ha firmato e datato l’opera in basso a destra «Atschko ’928», poiché l’italianizzazione del suo cognome polacco, acquisito dalla madre, risale all’anno successivo. Assieme ad altre tre sculture in gesso (una Mezza figura e due intitolate Studio di testa), l’opera viene presentata alla II Esposizione del Sindacato Fascista di Belle Arti di Trieste del 1928 e pubblicata nel relativo catalogo con il titolo di Studio, in quanto considerata preparatoria di una figura intera. Nel 1929 risulta esposta alla Mostra Internazionale di Barcellona con il titolo di Offerte e nel 1930 compare come Donna alla XVII Biennale di Venezia. Asco propone al Revoltella questo lavoro in cambio della scultura intitolata Fiora (donata al museo nel 1924 dalla Riunione Adriatica di Sicurtà) e della somma di 1.700 Lire, pari alle spese di magazzinaggio e di trasporto da Venezia della presente scultura, non ancora ritirata dalla Biennale dell’anno precedente (CMR, Arch. Amm., 7.1931.3362). La proposta di permuta viene accettata dal direttore Sambo, in quanto il ritratto di Fiora Cantoni, modellato a soli ventuno anni, documentava una fase stilistica ormai superata. Nella collezione del museo, grazie alle donazioni di privati, sono entrate più tardi anche altre opere di Asco: una Testa di donna in gesso dorato, un San Giovanni in marmo e un Autoritratto già appartenuto al collezionista Roberto Hausbrandt. Esse documentano la produzione di uno scultore, nato a Trieste ma vissuto prevalentemente a Milano, che ha lasciato numerose testimonianze nella sua città natale, tra cui i bassorilievi della Stazione Marittima di Trieste (1927-28), i 12 Apostoli alla Chiesa del Gesù Divino operaio, le tre statue di giuristi romani sul Palazzo di Giustizia e le due figure sulla facciata dell’Idroscalo, attuale Capitaneria di Porto. (fonte: Catalogo dei beni culturali, musei civici del comune di Trieste)