Vincenzo Gemito – ‘Il pescatore’ (1877) – Bronzo – Museo Nazionale del Bargello, Firenze – Foto: Giorgio Manusakis
Tra il 1876 e il 1877 Vincenzo Gemito lavorò al tema da lui prediletto del giovane pescatore, sperimentandolo in alcuni bronzi e in numerosi disegni dove è rappresentato in posizioni differenti. Osservati dal vero, i giovani corpi scattanti, esili e agilissimi, furono studiati dallo scultore che, per rendere meglio la concentrazione della posa, teneva per lungo tempo il suo modello in bilico precario su un sasso cosparso di sapone. Dopo la prima figura di un Pescatoriello bambino, tutto concentrato nello sforzo dell’azione, venne realizzato il più grande Pescatore, in cui, come ha osservato Salvatore di Giacomo “la vita è come afferrata a volo e il gesto improvviso” viene “colto davvero nel suo attimo repentino”. L’ammirazione, dovuta anche alla fusione e alla patinatura davvero superbe di cui si era occupato lo stesso artista, fu universale, tanto da sorprendere persino gli operai addetti ad aprire le casse che, come ricordava in una sua lettera Gemito, “furono abbagliati e sconcertati vedendo il mio bronzo, essi che, abitualmente, mettevano fuori, con la identica insensibilità e indifferenza degli affossatori di cadaveri, migliaia e migliaia di opere d’arte”. Appartenuto a Meissonier, Il pescatore sarà poi acquistato da Achille Minozzi, mecenate dello scultore, che nel 1911 lo donerà al Bargello di Firenze, il più grande museo dell’antica scultura italiana. (fonte: didascalia museo)