Colonna delle danzatrici (330 a.C.) – Museo di Delfi, Grecia – Foto: Giorgio Manusakis

La colonna delle ‘danzatrici’

Il restauro, l’interpretazione e la datazione di questo spettacolare gruppo a più figure – che sicuramente per la sua altezza (13 m.) si sarebbe distinto tra le numerose offerte davanti al tempio – per molti anni dopo la scoperta dei suoi membri sparsi rimase un enigma per gli archeologi.

È composto da una colonna costituita da fusti, che a intervalli regolari è circondata da foglie di acanto. In cima alla colonna, le statue di tre giovani donne sono state scolpite attorno a uno stelo a forma di pianta e danno l’impressione di essere sospese in aria. Indossano ciascuno un chitone corto e trasparente e un copricapo a forma di cesto. Nella mano sinistra reggono la frangia della leggera veste, mentre con la mano destra alzata in origine sorreggevano l’enorme calderone di un treppiede di bronzo, le cui gambe incorniciavano le ‘danzatrici’. La colonna fu chiamata così per l’impressione di danza creata dalla posizione delle donne, che sono state interpretate come Tiiadi, nome locale delle Menadi (donne dell’entourage di Dioniso che danzavano sul monte Parnaso). Oggi si ritiene, però, che le figure rappresentino le tre figlie di Cecrope (leggendario re di Atene) che offrono ad Apollo il suo simbolo preferito, il tripode. Secondo l’iscrizione sulla base, il gruppo scultoreo fu offerto dagli Ateniesi intorno al 330 a.C., forse nel quadro delle celebrazioni che segnavano l’arrivo a Delfi del corteo dei pellegrini Ateniesi, i Pitai. L’ultimo restauro teorico del monumento colloca alla sommità l’omphalos (esposto nelle vicinanze) come copertura del sacro tripode, che completa il significato simbolico dell’offerta ateniese. (fonte: didascalia museo)

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