Elckjaer Franco Bono – Foto (modificata) Bruno Ciniglia
Si celebra il 16 novembre la Giornata mondiale del flamenco. L’evento napoletano vedrà andare in scena la bailaora Elckjaer Franco Bono e l’assegnazione del premio alla carriera alla storica insegnante Julia Garcia Jimenez.
Nell’udire la parola “flamenco” immediatamente si sentono vibrare dentro di noi tutte le corde della passione che questa arte riesce a trasmettere. Il suo valore non solo artistico ma anche culturale è stato riconosciuto dall’UNESCO che, il 16 novembre 2010, lo ha dichiarato “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. Ovviamente non è un riconoscimento casuale, l’arte del flamenco affonda le sue radici nelle tradizioni gitane della fine del Settecento. Fu allora, infatti, che nella regione spagnola dell’Andalusia i gitani iniziarono a esprimere le loro emozioni cantando e ballando, accompagnandosi solo dal ritmo dei piedi battuti sul terreno o delle mani sul tavolo. Ma fu solo verso la metà dell’Ottocento, grazie alla diffusione dei cafés cantantes, che il flamenco uscì dalla dimensione intima e ristretta gitana per diffondersi largamente ed evolversi come forma di arte e spettacolo. Sempre nell’800, precisamente nel 1847 a Siviglia, venne introdotta per la prima volta la chitarra come accompagnamento al baile e al cante. Ormai diventato una forma di spettacolo, il flamenco si evolve perdendo quella dimensione così privata e profondamente intima da cui era nato, e sia il cante che il baile subiscono le influenze di altre forme d’arte: il modo di danzare si avvicina alla danza classica grazie anche al diffondersi di alcuni suoi stili nei saloni aristocratici, tutto diventa più coreografico e si dà maggiore importanza anche alle scenografie. Tuttavia, anche uscendo da quella ristretta dimensione gitana, il flamenco non ha mai perso il suo duende, ossia lo spirito passionale con cui viene messo in scena dai suoi interpreti. Resta infatti essenziale la forza con cui i suoi interpreti più bravi, in particolar modo nel ballo, attraverso il modo di esprimersi sul palco trascinano il pubblico in un vortice di emozioni, ovvero nell’essenza del significato della parola “duende” nonché nell’essenza del flamenco stesso che, in tal modo, torna nella sfera intima delle emozioni personali da cui è nato.

I ventagli flamenco di Valentina De Rosa
La Giornata mondiale del flamenco a Napoli sarà celebrata sabato 16 novembre alle 17.30 in piazza Nicola Amore 6. Il programma prevede: una sfilata in cui verranno presentati, tra gli altri, i preziosi della collezione Pasiòn di Enfasi Gioielli, creazione artigianale ispirata alla passionalità e alle linee estetiche del flamenco; l’esibizione della nota bailaora partenopea Elckjaer Franco Bono con una suite tratta da un’opera classica spagnola, la Carmen di Bizet, accompagnata alla voce dall’artista poliedrica Bea Ribe Escudero, pittrice, soprano e violoncellista jazz. Seguiranno altre due esibizioni di flamenco: Las sevillanas, un pezzo di pura danza andalusa proposta in chiave napoletana sulle note di Nando Citarella (I tamburi del Vesuvio) e altre coreografie di fusione per creare un piccolo viaggio nel mondo del flamenco che, partendo dalla musica classica, passa attraverso la danza pura per approdare nella contaminazione musicale. La serata prevede anche l’esibizione di Tommaso Pezzella – in arte Inés Rodriguez – che, attraverso un baule che si porta dietro, racconterà il mondo al femminile anche tramite il flamenco e la Spagna. Ospite della serata il giornalista sportivo Gianluca Gifuni che racconterà della sua passione per il collezionismo di stadi in miniatura e tanti aneddoti sullo sport. Nel corso dell’evento Julia Garcia Jimenez, la prima storica e inarrivabile insegnante di flamenco a Napoli, riceverà, come premio alla carriera, un prezioso cadeau di Enfasi: delle nacchere in argento che portano il suo nome. L’evento sarà presentato da Ettore Dimitroff e seguito dalle telecamere di In città, format televisivo condotto dalla giornalista Lorenza Licenziati ed è a ingresso libero.

La locandina dell’evento napoletano