Melanzana – Foto: Menandros Manousakis
C’è ancora molta ignoranza sul tema del veganesimo
Secondo una ricerca Eurispes del 2017 in Italia la popolazione è per il 3% vegana, e la tendenza è in crescita. Nonostante ciò molte persone confondono i vegani con i vegetariani e ignorano che essere vegani non è solo una questione di dieta e/o stile di vita, ma anche e, talvolta, soprattutto una questione etica. Non intendo prendere posizione a favore o contro i vegani, ma solo fare un minimo di chiarezza sul tema, quindi iniziamo col dire che esiste un veganesimo alimentare e uno etico. I vegani alimentari, diversamente dai vegetariani, escludono dalla loro dieta anche ogni forma di cibo proveniente dagli animali, come latte, miele, uova. Mentre i vegani etici estendono il tutto anche alla vita quotidiana, quindi niente abiti in pelle, lana, piumini, niente circo o sport con animali, ma addirittura, nei casi più estremi, niente auto o altri mezzi per non ammazzare gli insetti. Per quanto concerne l’alimentazione, i vegani sostengono che la dieta umana non necessita di carne, confortati da alcuni studi scientifici e dalle parole autorevoli del prof. Umberto Veronesi, il quale in un’intervista disse: “(la carne) non è affatto indispensabile, è inutile e anche, per certi aspetti, dannosa. … è una barbarie uccidere degli animali innocenti per poi divorarceli…ma anche dal punto di vista salutistico non c’è nessun vantaggio nella carne…le proteine sono presenti in natura…ce n’è una quantità enorme… dal punto di vista ambientale non è più sostenibile la carne, perché abbiamo nel mondo 4 miliardi di animali da allevamento che assorbono circa un terzo di tutte le risorse agricole mondiali, mentre un miliardo di poveri uomini soffrono di fame perché non hanno cibo”. Chi non la vede così contesta gli studi scientifici fornendone altri e afferma che essere vegani non è né più salutare né più sostenibile della dieta onnivora e aggiunge che la carne di origine animale ha la stessa composizione della nostra carne, infatti nessuno è allergico alla carne, mentre molti sono allergici a vari vegetali. Non andrò oltre in questa discussione che ritengo oziosa, dato che ognuna delle parti è in grado di fornire i dati più utili a sostenere la propria tesi.
Pecore al pascolo – Foto: Menandros Manousakis
I dati, invece, indiscutibili, sono che in Italia ogni anno vengono uccisi 136 milioni di polli, oltre 70 milioni di conigli, 25 milioni di tacchini, 8 milioni di suini, 6 milioni di bovini. Ma è un dato anche che la maggiore sensibilità verso gli animali, che si sta sviluppando negli ultimi anni, ha fatto calare i numeri, tant’è che, secondo il Censis, dal 2010 al 2017 le macellazioni di bovini sono calate da 2,8 milioni a 2,5 milioni. È evidente a tutti che, per fortuna, non esisterà mai un mondo in cui tutti saranno onnivori o tutti vegani: ci sono interi popoli, come gli eschimesi, che vivono esclusivamente grazie ai loro animali; c’è un business che ruota intorno a industrie, trasporti, import ed export, con Paesi sul cui PIL incide fortemente il mondo animale. Bisogna, inoltre, tener conto che il cibo non è più una necessità per l’uomo occidentale (che detiene la quasi totalità della ricchezza sul pianeta), ma uno stile di vita, una questione di gusto diventata un nuovo business in cui si sprecano i reality e i ristoranti con chef stellati, e gli alimenti da loro firmati ingrossano gli affari di molte aziende. Allo stesso modo è diventato un affare anche il veganesimo, infatti crescono i negozi, gli alimenti e il marketing che ruota intorno a questo stile di vita. Insomma, se nel mondo 821 milioni di persone soffrono la fame, come dice un rapporto dell’UNICEF del 2018 (e negli ultimi tre anni la tendenza è stata, purtroppo, a salire), credo si possa dire che non è perché consumiamo troppa carne, ma perché solo in Europa e negli Stati Uniti buttiamo letteralmente nell’immondizia 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti. Ma è proprio in questo che la figura del vegano diventa importante e, anzi, direi necessaria. Come accennato sopra, essere vegano non è solo una questione di dieta, ma uno stile di vita a 360 gradi che spesso include anche l’etica. Il vegano, a torto o a ragione, ogni giorno ci ricorda che dietro le nostre vite c’è la sofferenza di molti animali e, come il grillo parlante di Pinocchio, dà fastidio alle nostre coscienze. Ciò non cambierà il mondo e le abitudini della gente, ma averne consapevolezza è già un passo avanti, indipendentemente dallo stile di vita (e di dieta) che si sceglie.
Raccolta di melograni – Foto: Menandro Manousakis