Ritorno a scuola – Foto: Marco Gabess

Non importa quanti anni hai, non importa quale lavoro tu svolga e non importa nemmeno se non lavori proprio, settembre ad ognuno di noi, a qualsiasi età, dà inesorabilmente l’impressione del ritorno. Probabilmente l’imprinting che ha lasciato in noi la scuola è così forte da farci continuare a pensare che a settembre inizi un nuovo anno.

E il fatidico lunedì della settimana in cui nelle scuole risuonano le campanelle, a tutti noi sembra di tornare a scuola. È il momento dei resoconti, con noi stessi e con gli amici e i colleghi ritrovati, è il momento in cui i meravigliosi luoghi dell’ozio si sono trasformati in fotografie da mostrare e i progetti sono diventati ricordi o rimpianti.

È triste settembre? Per molti lo è. Le prime piogge, i primi raffreddori e soprattutto, nella nostra città, il ritorno del traffico: il vero incubo del napoletano. Fosse vero, come dicevano tutti a Johnny Stecchino, che a Napoli come a Palermo, il grande problema sia il traffico?

Sicuramente questi pensieri hanno un obiettivo riscontro nei fatti e il duro impatto con settembre è reso più drammatico dalla inveterata usanza nazionale di destinare a questo mese ogni sorta di problema. Stai male? Devi fare un esame clinico? Devi fare una cura dentistica? Devi iniziare a pagare le rate? Beh ci pensiamo a settembre perché ad agosto ci sono le vacanze e su questo non si transige.

E così, quella stessa forza che trasforma i nostri quartieri in città fantasma nella settimana di ferragosto, come un boomerang, riproduce a settembre il caos arretrato con gli interessi, mandandoci in tilt.

Se il problema principale di luglio era quello di superare la prova costume, a settembre, superata o meno, si riparte.

I più ingenui continuano a fare dei propositi per l’anno nuovo, le solite belle intenzioni che a ottobre diventano sogni irraggiungibili: iscrizioni ai più improbabili corsi, lezioni di vattelapesca, diete ferree per indossare il costume finalmente con soddisfazione. E intanto la cura dentistica, l’indagine medica e le rate ci attendono al varco.

Perché tutto questo? Probabilmente perché l’uomo ha bisogno di riti, di credere che esista un ciclo, un ordine nel caos e allora a settembre ci si lamenta delle ferie che sono finite, a ottobre ci si arriva rassegnati, a novembre già si pensa al Natale, a dicembre si impazzisce per il Natale e a gennaio hanno fissato il giorno più triste del calendario e ce lo ripetono sempre come se non lo sapessimo già e ci fosse stato il bisogno di inventare una formula matematica. Fortuna che dopo vengono carnevale e Pasqua e i primi weekend al mare (oddio la prova costume di nuovo! Anche perché in palestra non ci saremmo mai andati).

Insomma è tutta una magnifica giostra. Tutto viene e tutto se ne va, intanto divertiamoci e perché no? Scambiamoci un augurio di buon anno, soprattutto ai ragazzi: buon anno scolastico!

Ritorno a scuola – Foto: Matilde Di Muro

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